Il presidente della Camera Fico ha convocato le camere per il 24 gennaio. Voteranno in seduta comune con i delegati regionali. Adesso bisognerà pensare alla sicurezza anti Covid per le operazioni, attualmente a Montecitorio ci sono 15 positivi e 18 in quarantena, a Palazzo Madama 6 in tutto
Il voto per il rinnovo del presidente della Repubblica è stato fissato, il parlamento è stato convocato lunedì 24 gennaio alle ore 15.
Il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, sentita la presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha convocato il parlamento in seduta comune, con la partecipazione dei delegati regionali. L'avviso di convocazione verrà pubblicato nella Gazzetta ufficiale di oggi, si apriranno così i lavori per il Quirinale.
La data
Non si può parlare di un vero e proprio slittamento, ma in un primo momento era stata valutata l’ipotesi di partire il 18 gennaio, l’arrivo del decreto super green pass in Aula per il 17 gennaio e l’avanzare di Omicron, hanno fatto sì che si prendesse la decisione per la settimana successiva.
In un post il presidente della Camera ha ricordato che adesso bisognerà mettere in campo specifiche misure per la sicurezza anti Covid. A Montecitorio, il dato aggiornato ieri riporta 15 deputati positivi e 18 in quarantena. Al Senato, a quanto appreso da Domani, sarebbero 6 in tutto tra quarantena e positivi. Un totale di 39 parlamentari. Il dato è in costante aggiornamento e monitorato da Camera e Senato ed è impossibile prevedere cosa accadrà fra 20 giorni, quando è prevista la prima chiama.
Le regioni adesso dovranno scegliere i delegati che andranno a completare i 1.008 grandi elettori, attualmente 1.007, ma il 16 gennaio si svolgeranno le elezioni suppletive per il seggio della Camera lasciato vacante dal neo sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.
Il questore della Camera
«Il rischio zero non esiste. È chiaro che i deputati un po' rischiano, ma d'altra parte rischiano tanti altri cittadini adempiendo al loro dovere. Se ogni deputato votasse col suo telefonino dalla sua stanza, ci sarebbero meno rischi, ma ci sono delle regole e le rispetteremo, cercando tuttavia di minimizzare i rischi», ha commentato il questore Gregorio Fontana (Fi), parlando delle misure che la Camera si accinge a predisporre per affrontare l'elezione del presidente della Repubblica.
La preoccupazione c’è: «Seguiamo l'evolversi della pandemia - spiega Fontana- e moduleremo le iniziative in base alla situazione concreta. D'altra parte è quello che abbiamo sempre fatto dall'inizio della pandemia, con il risultato che siamo riusciti a non chiudere mai la Camera. Il parlamento ha sempre funzionato».
Tra le ipotesi quella di scaglionare il voto dei grandi elettori per gruppi, ad esempio in base al cognome: «Questa è una prassi che non utilizziamo per la prima volta, visto che vi ricorriamo da inizio pandemia. Anche la scorsa settimana per il voto di fiducia sulla legge di Bilancio è andata così».
I grandi elettori però sono oltre mille, molto più del numero dei soli deputati che sono 630. «Questo è vero - ha ammesso Fontana - ma è altrettanto vero che non devono votare in modo concomitante, come per esempio appena la scorsa settimana, quando in 500 abbiamo votato per tre ore di seguito i 300 ordini del giorno alla legge di Bilancio», tutti documenti per cui era prevista discussione. Dal 24 la Camera sarà solo seggio elettorale «e non luogo di dibattito, quindi la gestione è più semplice».
Arriva così il rinnovo del Quirinale in pandemia: «L’elezione del presidente della Repubblica è una cosa seria e noi la affronteremo seriamente, senza improvvisazioni, come abbiamo fatto da inizio pandemia».
© Riproduzione riservata