Il presidente dovrà decidere come collocare il Movimento rispetto al governo. Una parte degli eletti spinge ancora per un ritorno all’opposizione, ma un’altra fetta del Movimento è ben consapevole del fatto che c’è un futuro solo se il partito riuscirà a sfruttare lo slancio dei dem
Giuseppe Conte non ci gira intorno: «I dati che emergono dalle amministrative non ci soddisfano. Non possiamo cercare giustificazioni di comodo». Il presidente del Movimento 5 stelle ricorda che il movimento non brilla nelle amministrative. L’esito del voto certifica lo stato di difficoltà dell’ex premier, che a questo punto vede assottigliarsi il sostegno degli alleati del Pd e quello dei parlamentari Cinque stelle, insoddisfatti di percentuali che da nessuna parte superano la doppia cifra e preoccupati per la mancanza di un effetto Conte che lanci la volata per le politiche del 2023. Difficile che bastino le nomine sui territori che il presidente ha annunciato per rassicurare gli eletti. I pessimi risultati si aggiungono a una lista di altri problemi che Conte deve affrontare, come la decisione del tribunale di Napoli, che pende ancora sulla testa del presidente: se dovesse confermare la sospensione di Conte, le sue prossime decisioni potrebbero essere messe ulteriormente in discussione.
I Cinque stelle dovranno decidere come affrontare le primarie in Sicilia, le prime organizzate insieme al Pd: uno dei candidati più forti è Giancarlo Cancelleri, già in passato aspirante alla presidenza. Cancelleri nel frattempo ha però già ricoperto due mandati e rischia di non poter correre ancora.
Conte dovrà sciogliere il nodo del limite dei due mandati, che lo tocca personalmente: l’ex premier dopo la rielezione è infatti al secondo mandato. Il risultato alimenta l’opposizione interna. Lo scrutinio ancora non era nemmeno iniziato quando già alcuni esponenti del Movimento criticavano la scelta del vicepresidente Mario Turco di non ritirare le schede elettorali del referendum o l’inadeguatezza della campagna elettorale di Conte.
Il presidente dovrà decidere come collocare il Movimento rispetto al governo. Una parte degli eletti spinge ancora per un ritorno all’opposizione, ma un’altra fetta del Movimento è ben consapevole del fatto che c’è un futuro solo se il partito riuscirà a sfruttare lo slancio dei dem.
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