- Il vice ministro dell'Economia, Antonio Misiani, in un'intervista a Repubblica precisa che «Il governo continuerà a fare tutto il necessario per aiutare imprese e famiglie italiane a reggere l'impatto dell'emergenza Covid».
- «Se sarà necessario chiedere ulteriori risorse per la legge di Bilancio, lo verificheremo nelle prossime settimane», precisa Misiani.
- «La linea di credito sanitaria del Mes è uno strumento potenzialmente utile e conveniente. Ciò detto, è un prestito, non un contributo a fondo perduto. Il suo utilizzo va valutato in relazione al fabbisogno di cassa, valutandone i pro e i contro».
«Il governo continuerà a fare tutto quello che è necessario per aiutare le imprese e le famiglie italiane a reggere l'impatto economico e sociale dell'emergenza Covid. Le munizioni che abbiamo possono finanziare, entro certi limiti, anche eventuali nuovi interventi resi necessari da ulteriori misure restrittive». A dirlo è il vice ministro dell'Economia Antonio Misiani in un'intervista a Repubblica.
Misiani chiarisce che i «due decreti Ristori sono stati coperti rimanendo nell'ambito degli scostamenti di bilancio già autorizzati dal Parlamento». Per quanto riguarda la legge di Bilancio, Misiani assicura che «arriverà in Parlamento questa settimana e seguirà il doppio binario già previsto: da una parte le risorse per l'emergenza – ammortizzatori sociali e aiuti per i settori più in crisi – dall'altra i progetti e le riforme per lo sviluppo sostenibile, portando gli investimenti pubblici ben al di là del 3 per cento del Pil.
Se sarà necessario», precisa Misiani, «chiedere ulteriori risorse per la legge di Bilancio, lo verificheremo nelle prossime settimane». Secondo il viceministro, «nessuna opzione può essere scartata a priori, in tempi così difficili. La linea di credito sanitaria del Mes è uno strumento potenzialmente utile e conveniente. Ciò detto, è un prestito, non un contributo a fondo perduto. Il suo utilizzo va valutato in relazione al fabbisogno di cassa, valutandone i pro e i contro a confronto con le alternative a disposizione del governo».
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