Tutto si muove a Napoli. E anche la politica non sfugge alla natura  frenetica della città. Luigi de Magistris è alla scadenza del suo mandato. In primavera si vota per eleggere il nuovo sindaco. Partiti, movimenti e capi-elettori sono già all’opera.

Chi verrà dopo la rivoluzione “arancione”? Se lo chiedono la borghesia delle buone professioni di Chiaia e del Vomero, e il “popolo” che vive tra la Sanità, i Quartieri e Scampia. Lo stesso interrogativo assilla anche quei ceti parassitari che da sempre hanno prosperato all’ombra dell’amministrazione della terza città italiana. Luigi de Magistris, l’ex pm delle clamorose inchieste calabresi, ripete come un mantra che lui «camorristi, affaristi e speculatori» li ha sempre tenuti fuori da Palazzo San Giacomo, la bellissima sede del Comune con vista mare. E ha ragione. Ma sullo sfondo delle elezioni c’è anche questo. Chi negli ultimi dieci anni ha perso spazi, ora li vuole riconquistare. Intanto fioccano i nomi, e ogni candidatura che si affaccia sulla scena spariglia giochi che sembravano già fatti.

La mossa di Fico

Roberto Fico: è bastata una sua dichiarazione televisiva per rimettere in moto la giostra delle alleanze e del chi sta con chi. «Mi piacerebbe fare il sindaco, amo la mia città, amo tutto di Napoli. Ha questo grande animo popolare che guarda al futuro e resiste alla globalizzazione spinta, è una città straordinaria e va valorizzata».

 Il presidente della Camera, “grillino” di sinistra, esprime un desiderio. Non è un no secco, ma neppure un sì deciso. E’ un “mi piacerebbe”, subito accompagnato da un mezzo diniego, «adesso sto facendo una cosa molto importante come terza carica dello Stato».

Una “quasi” discesa in campo, un sondare gli umori, che però agita le acque in casa Pd. Il partito che da nove anni non mette piede a Palazzo San Giacomo, non escluderebbe una alleanza strategica con i Cinquestelle alleati di governo per la riconquista di Napoli, ma gli ostacoli sono tanti. Il primo è Vincenzo De Luca. Il “governatore” odia i grillini e non fa nulla per nasconderlo. Attacca Luigi Di Maio, «il suo nome mi procura istinti che voglio controllare, meglio mandare a casa il governo se ci sono questi personaggetti». Il ministro Vincenzo Spadafora, «uno sciacallo», non risparmia lo stesso Fico, una «mezza pippa», ovviamente in compagnia dell’onnipresente Di Maio e di Alessandro Di Battista.

Non è solo cabaret, ma una precisa strategia politica. De Luca vuole Napoli. Per “prendersela” ha in mente di replicare la stessa strategia che lo ha portato a conquistare il 69,5 per cento alle ultime regionali. Inglobare pezzi del centro e della destra in una marea di liste (in suo sostegno ne organizzò 15), fare il “partito pigliatutto” lanciando un chiaro messaggio. Con me si può, anche a quei settori sociali tenuti fuori dagli affari del Comune da De Magistris.

Lo “sceriffo” ha già dei nomi, anche se per il momento preferisce non farne, concentrandosi sull’attacco diretto e quotidiano al sindaco uscente. I talk tv ne sono pieni, De Magistris è l’oggetto preferito dei suoi monologhi tv in stile coreano. «Fa tutto da solo – replicano nell’entourage del sindaco – sembra il pugile suonato Artemio Altidori del film I mostri».

L’incosgnita Bassolino

Ma nel partito di Nicola Zingaretti c’è un’altra mina vagante. E’ Antonio Bassolino, già sindaco nel 1993 e per i sette anni successivi. La sua prima esperienza da sindaco fu esaltata come “Rinascimento napoletano”, e non a torto. Ora don Antonio è in campo. Nessuno gliel’ha chiesto, ma c’è. Gira per la città, bus pubblici, mercati, usa twitter e facebook, la gente lo chiama ancora ‘o sinnaco. «Sono un uomo delle istituzioni – ripete in ogni intervista – e sono a disposizione della mia città».

I dirigenti del partito napoletano sono imbarazzati. Scottati dall’esito nefasto delle primarie di cinque anni fa, quando Bassolino fu vittima di raggiri e brogli nei seggi, tacciono. “Antonio è una risorsa del partito”, si limita a dire il segretario cittadino Marco Sarracino. Ma sullo sfondo si profila uno scenario da guerra politica termonucleare, primarie con Bassolino in campo contro l’uomo scelto da De Luca.

Per il momento don Antonio deve confrontarsi con un’altra candidata, Alessandra Clemente, avvocato e assessore alla Gioventù della giunta de Magistris. Una giovane donna impegnata sul terreno della lotta alla criminalità, con sulle spalle la tragica morte della madre  Silvia, vittima innocente di camorra. Il sindaco e il suo movimento l’hanno lanciata con forza sul tavolo da gioco di un centrosinistra ancora alla ricerca del nome giusto. Il confronto tra la giovane assessora e Bassolino, forte delle sue 19 assoluzioni per i processi sui rifiuti, e portatore di una esperienza politica consolidata, animerà la campagna elettorale. Da una parte un passato glorioso, dall’altra un futuro tutto da costruire.

Naples Mayor Luigi De Magistris talks during an interview with the Associated Press, in Naples, in the region of Campania, southern Italy, Friday, Nov. 13, 2020. The regions of Campania and Tuscany were designated red zone on Friday, signaling the dire condition of a hospitals struggling with a surge of new admissions. (AP Photo/Gregorio Borgia)

E la destra? Anche su quel versante Napoli si conferma città folle e ricca di sorprese. Il partito di Silvio Berlusconi è pronto a candidare un pubblico ministero, categoria da sempre invisa ai forzisti. Si tratta di Catello Maresca, oggi alla procura della Corte d’Appello di Napoli, noto per essere il magistrato che ha arrestato il superboss Michele Zagaria. Da un ventennio il centrodestra non riesce a vincere a Napoli. Sconfitto da Bassolino, da Rosa Russo Iervolino, e due volte da de Magistri, si aggrappa ad una toga.  

Sponsor della candidatura è Antonio Martusciello, fondatore di Forza Italia. “Maresca è un candidato inclusivo, capace di aggregare tante forze intorno alla sua esperienza e credibilità”. Dal canto suo, il magistrato non conferma, né smentisce. Neppure l’esistenza di una telefonata del Cavaliere nei giorni scorsi. Anche quando si parla di politica Napoli è un palcoscenico, come recita una famosa canzone.

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