Accordo tra i due presidenti delle camere sul voto dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio dimissionario. Pd e M5s spingevano per farlo presentare prima a Montecitorio, ma alla fine ha vinto la prassi che dà la precedenza al Senato
Quelle del presidente del Consiglio Mario Draghi saranno comunicazioni con dibattito fiduciario - e quindi con chiama per appello nominale. L’appuntamento è per mercoledì, dopo che Draghi aveva rimesso il suo mandato nelle mani del capo dello Stato, Sergio Mattarella.
I presidenti di Senato e Camera si sono accordati per iniziare le votazioni in Senato e proseguire alla Camera.
Nel dibattito interno i capigruppo di Pd e M5s, Debora Serracchiani e Davide Crippa, hanno spinto perché le comunicazioni avvenissero nell’ordine inverso, ma alla fine ha prevalso la prassi, che vede la camera alta favorita per questo tipo di comunicazioni.
«Abbiamo fatto presente che la crisi è nata alla Camera dove ci siamo distinti nel voto sul dl Aiuti - ha spiegato il capogruppo M5s - ma la decisione la prenderà il presidente Fico».
A Montecitorio la maggioranza interna al Movimento di Giuseppe Conte, che spinge per lo strappo, è meno forte, e i governisti sperano di poter raccogliere un gruppo di “responsabili”. Più probabile, in questo momento, che il voto parta al senato però.
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