La senatrice a vita sarà presente domani al voto di Palazzo Madama: «Sono un soggetto a rischio e da molti mesi non partecipo ai lavori del Senato, ma di fronte a questa situazione ho sentito un richiamo fortissimo, un misto di senso del dovere e indignazione civile»
Domani, a votare la fiducia al governo di Giuseppe Conte in Senato, ci sarà anche Liliana Segre. «Parto – ha spiegato la senatrice a vita in un’intervista a Il Fatto Quotidiano – per essere pronta a fare il mio dovere a Palazzo Madama. Non partecipo ai lavori del Senato da molti mesi perché, alla mia età, sono un soggetto a rischio e i medici mi avevano caldamente consigliato di evitare. Contavo di riprendere le mie trasferte a Roma solo una volta vaccinata, ma di fronte a questa situazione ho sentito un richiamo fortissimo, un misto di senso del dovere e di indignazione civile».
Segre si è detta sorpresa di quanto sta succedendo nelle ultime settimane in seno alla maggioranza di governo, in un periodo così delicato per il paese e per tutto il mondo a causa del Covid-19: «Ho deciso di dare la mia fiducia al governo - ha confermato - perché questa crisi politica improvvisa l’ho trovata del tutto incomprensibile. All’inizio pensavo di essere io che non riuscivo a penetrare il mistero. Poi però ho visto che quasi tutti, sia in Italia che all’estero, sono interdetti, increduli, spesso disgustati. Non riesco ad accettare che in un tempo così difficile vi siano esponenti politici che non riescono a fare il piccolo sacrificio di mettere un freno a quello che Guicciardini chiamava il particulare».
A una domanda sugli errori del governo Pd-M5s guidato da Conte sulla gestione del coronavirus, Segre ha risposto: «Tutti i governi del mondo hanno dovuto procedere per tentativi ed errori. Come anche la scienza, del resto, quindi è scontato che anche il governo Conte abbia fatto errori. Però mi pare che si debba riconoscere che ha fatto nell’ultimo anno un lavoro gigantesco per reggere l’urto di un’emergenza spaventosa ed ha ottenuto una svolta storica nelle politiche europee». Infine, un appello alla responsabilità: «Ricordo che questo governo è nato allorché i partiti che lo formarono ritennero di superare le forti divergenze che già allora si manifestavano, perché occorreva preservare il Paese da gravissimi pericoli. Dunque mi chiedo: ma quei pericoli sono svaniti?».
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