L’informativa urgente del presidente Draghi al senato inizia con qualche minuto di di ritardo, dovuto alla precedente informativa, la prima, che si è svolta alla camera dalla 10 e 30. La prima informativa urgente sulla crisi ucraina si svolge alla camera dalle 10 e 30. In giornata il presidente del consiglio sarà impegnato in un vertice Nato in videoconferenza e, alle 15 presiederà un consiglio dei ministri. Martedì 1° marzo, alle 10, il Presidente Draghi renderà comunicazioni sugli sviluppi del conflitto. In quell'occasione è previsto il voto delle mozioni delle forze politiche.
Crucioli (Misto): «Ripudiamo la guerra ma Draghi tace le responsabilità della Nato»
«La relazione di Draghi è segnata da un pericoloso strabismo», «Da otto anni c’era la guerra del Donbass», «se vogliamo perseguire la pace bisogna dire la verità, l’invasione russa è figlia anche dell’imperialismo americano»
Bressa (Autonomie): «La realpolitik non può prevalere»
«La realpolitik non può prevalere sullo stato di diritto, le sanzioni dovranno essere durissime»,« Non è in gioco solo la sorte dell’Ucraina ma l’assetto dell’Europa intera».
Renzi (Iv): «Putin cerca di cambiare l’ordine mondiale»
«Putin non cerca nel passato le motivazioni dell’intervento. Putin ha in testa di cambiare l’ordine mondiale», «un’operazione pianificata scientificamente quando il presidente russo ha visto quello che è accaduto in Afghanistan», «C’è l’idea di un nuovo mondo che immagini altri soggetti protagonisti rispetto al mondo della Nato e dell’Unione europea. La Nato e la Ue parlino con una voce sola, proponiamo come inviato Angela Merkel». «Le sanzioni le paghiamo anche noi, occorre un fondo doppio a quello della Brexit per aiutare le aziende che saranno colpite, in Italia e in Europa». «Attendiamo i provvedimenti sull’energia», «Qualche paese dell’area Visegrad quando si vedrà arrivare milioni di profughi capirà che il Trattato di Dublino non funziona più».
Ciriani (Fdi): «Spazzate le illusioni di chi aveva immaginato la marcia trionfale della democrazia»
«Spazzate le illusioni di chi aveva immaginato la marcia trionfale della democrazia, la democrazia invece sta arretrando ed è nostro dovere difenderla in ogni angolo del mondo», «Non possono esistere liberi stati disarmati»,«gli stati si formano sulla forza e sugli eserciti». «I patrioti ucraini combattono da soli una guerra disperata». «Per noi giornata della responsabilità e dell’unità del paese e dell’Unione europea, non intendiamo sottrarci». «Presto arriverà il momento di arrivare a fare i conti con i nostri errori e le nostre colpe», «il fallimento dell’azione diplomatica, della politica estera di Biden, al ritiro dall’Afghanistan, al ruolo della Nato che non abbiamo compreso. L’Ue militarmente non esiste». «La politica energetica dell’Italia è stata sconsiderata, abbiamo affidato i nostri rifornimenti a paesi pericolosi e instabili, abbiamo rinunciato a un piano energetico e di sicurezza nazionale», «abbiamo affidato la sicurezza delle nostre imprese a chi vive come Alice nel paese delle meraviglie». Il senatore condanna Putin, «sta dalla parte del torto, non è giustificabile una guerra di aggressione», «Fdi è un’opposizione nazionale, patriottica e responsabile, staremo a fianco del governo nazionale, sarebbe impossibile non schierarci». «L’Europa non è tale se non si sostiene l’uno con l’altro, dobbiamo dimostrare chi vogliamo essere come Europa, è fuori luogo il riferimento ai coraggiosi polacchi che ospitano milioni di profughi».
Malpezzi (Pd): «Una sfida tra democrazia e autocrazia, sappiamo da che parte stare»
«Quello della Russia è un atto di guerra tanto più grave perché accade nel cuore dell’Europa» La presidente dei senatori democratici esprime solidarietà al popolo ucraino e ai connazionali «che vivono nel nostro paese e che ieri si sono mobilitati». «Serve una risposta ferma e coesa», «appoggeremo tutte le scelte del governo, siamo vicini ai nostri militari». «Allungare il patto di stabilità per sostenere le sanzioni dure,
dobbiamo lavorare a definire compensazioni alle sanzioni, precisa scelta di deterrenza per provare a riportare la crisi sul piano diplomatico», «Serve una condanna unanime del parlamento, in pericolo anche un’idea di mondo, una sfida tra democrazia e autocrazia, noi sappiamo esattamente da che parte stare».
De Petris (Misto-Leu): «Un piano energetico straordinario sulle rinnovabili»
«Abbiamo sperato che la strada della diplomazia fermasse l’escalation, ma l’obiettivo di Putin è quello di mettere in discussione l’equilibrio internazionale e ci ha lavorato da molto tempo, anche sul fronte delle alleanze come quella sulla Cina», «Sarà la popolazione civile a pagare il prezzo più alto, dobbiamo aprire corridoi umanitari e farci carico della solidarietà», «Le sanzioni avranno un costo, e allora soprattutto in Europa bisogna avere la stessa unità e solidarietà raggiunta sul covid, fra i paesi e con il nostro popolo». «La crisi energetica è un problema forte, gli errori non solo sulle diversificazioni: una volta per tutte dobbiamo assumere la responsabilità di un piano eccezionale straordinario sulle rinnovabili, che sono pulite anche perché non sono macchiate di sangue».
Anna Maria Bernini (Fi):
«L’invasione dell’Ucraina è ingiustificabile, un atto di guerra e chi chiama a una condanna totale». «Temiamo che la Russia non si fermerà fino a che Putin non raggiungerà i suoi obiettivi, dobbiamo dimostrare che la Nato non ha l’elettroencefalogramma piatto», «Dopo la distensione di Pratica di Mare dobbiamo impedire un nuovo muro di Berlino». «Obiettivo fermare le armi, con le sanzioni ferme mirate e soprattutto unitarie, che dovrà isolare la Russia e colpire al cuore politico e finanziario i suoi oligarchi», ma «attenzione al confine della devastazione dell’impatto delle sanzioni», «il nostro popolo è già indebolito da due anni di pandemia», «sostegno e fiducia a Draghi da Berlusconi e tutta Forza Italia».
Salvini (Lega): «Sicuramente chi aggredisce è il colpevole»
«Polemizzare su questioni interne ora è qualcosa che il paese non merita, conto su una risoluzione comune di tutto il parlamento, di fronte alla guerra c’è un no senza se e senza ma», «Sicuramente chi aggredisce è il colpevole», «L’Italia ha il dovere di spalancare le porte ai profughi veri, spesso si parla di guerre finte e profughi finte». «Le aggressioni dipendono anche dalla debolezza dell’Occidente, se scappi dall’Afghanistan e dalla Libia qualcuno colma questi vuoti». «Se servono le sanzioni si applichino, ma in questo momento Zelensky ha chiesto il dialogo con Putin, l’Italia è espressione del dialogo, presidente Draghi si faccia avanti a nome di tutti, non siamo a un derby ci sono le bombe e centomila persone in fuga». «La sua compostezza rappresenta la storia dell’equilibrio italiano da Aldo Moro a Craxi». «Indegne la fuga dal nucleare, siamo l’unico paese che dice no». «Pace, bambini e famiglia», sono le tre parole con cui chiude il suo intervento.
Castellone (M5S): «Rendere strutturale il Next generation Eu».
«Inaccettabile che nel cuore dell’Europa si scateni una guerra», «che rischia di minare nel profondo la difficile ripartenza postpandemica, con rincari a catena già visibili», «Serve rendere strutturale il Next generation Eu». La senatrice cita Gino Strada,« L’Italia si ponga alla testa degli sforzi diplomatici europei, M5S è da sempre pacifista».
La prima informativa è quella della Camera
La prima informativa urgente sulla crisi ucraina si svolge alla camera dalle 10 e 30. In giornata il presidente del consiglio sarà impegnato in un vertice Nato in videoconferenza e, alle 15 presiederà un consiglio dei ministri. Nell’aula di Montecitorio sono sedici gli iscritti a parlare. Alla fine non ci sarà alcun voto. Le mozioni delle forze politiche saranno invece votate martedì alla fine delle comunicazioni del premier.
Crippa (M5S): «Approccio solidaristico nella Ue»
Davide Crippa, del Movimento 5 stelle: «Dobbiamo condannare con fermezza le operazioni di Putin e pretendere il ritiro delle forze» dai confini ucraini. «Siamo preoccupati per questo bagno di sangue» «Un errore imperdonabile di Putin» che ha spazzato la via diplomatica. «Mosca torni a nuovi negoziati». «C’è bisogno della responsabilità di tutti i partiti», «non possiamo permetterci divisioni». Serve una risposta coesa dell’Unione, procedere «verso un’unione della difesa e dell’energia». «Serve un meccanismo solidaristico dei rischi economici dei paesi esposti alle sanzioni». «Serve un approccio energetico chiaro e unitario, acquisti comuni di energia perché la diversificazione oggi ha prezzi enormi».
L’ex ministro Fontana, Lega: «L’Italia ha perso la sua centralità»
«Il primo pensiero va ai civili.L'invasione russa merita una condanna. Una risposta che faccia cessare il fuoco», «Ma occorre una riflessione su come l'italia è fuori dalla storia. Aver fatto sentire l'orso in gabbia non è stata una scelta lungimirante», «con la conseguenza di aver fatto avvicinare Russia e Cina», «Un paese non può dipendere dall'estero per l'energia ma per farlo bisogna mettere da parte il fanatismo ideologico». «Qualcuno pensava che la sicurezza che ci ha assicurato la Nato sarebbe stata per sempre», «L’Italia ha perso la sua centralità». «L’Italia deve svegliarsi dal suo torpore».
Letta (Pd): «Oggi è il nuovo 11 settembre»
«Vogliamo esprimere solidarietà a tutto il popolo ucraino», «il presidente Putin ha preso in giro tutto il mondo occidentale». «Dobbiamo cambiare la bussola con cui abbiamo agito fin qui». «Dobbiamo avere chiaro che oggi è il nuovo 11 settembre». «Oggi dobbiamo tutti insieme dirci che Putin non deve vincere questa guerra al popolo ucraino, alla libertà, alla democrazia», «Putin ha basato la sua scommessa sul fatto che noi occidentali, noi europei siamo rammolliti». «Le sanzioni devono mettere in ginocchio la Russia ma non devono colpire i partiti europei», «Ci dobbiamo chiedere se è necessario dare un appoggio più concreto agli ucraini per difendersi, non bastano le parole». «Nel consiglio europeo non si fa menzione dei rifugiati serve subito un’agenda di corridoi umanitari». «Lei presidente, riceve la forza di tutto il parlamento italiano, la usi per i principi di libertà e democrazia».
Paolo Barelli (Fi): «Serviva da oggi un voto unanime»
«Non c’è giustificazione per quello che ha fatto Putin», «Con l’invasione dell’Ucraina la Russia ha messo in discussione l’ordine pacifico del continente». «Chiediamo un impegno a lenire le ferire causate dal conflitto e dalle sanzioni. Il presidente Berlusconi darà il suo contributo». «E’ di estrema importanza che in quest’aula si riesca a trovare la massima collaborazione fra maggioranza e opposizione. Serve la massima unità nazionale».
Francesco Lollobrigida (Fdi): «L’Europa è un nano politico»
Parla l’esponente dell’opposizione e chiede di restituire al parlamento centralità. «Presidente, oggi il parlamento perde l’occasione di votare oggi un documento che le permettesse di andare sui tavoli internazionali con un voto unanime». «L’Italia è scomparsa dal piano internazionale», «Il ministro russo ha fatto insinuazioni contro il ministro Di Maio», ma non c’è stata risposta, «siamo solo riusciti a non ridere». «Oggi è il tempo delle responsabilità. Eravamo, siamo e saremo dalla parte dell’occidente, condanniamo l’aggressione russa», «forse si poteva evitare di consegnarla all’abbraccio della Cina», «L’Europa è stata un nano politico», «oggetto di provocazioni». «Draghi, siamo fieri oppositori del governo ma sul piano internazionale vogliamo rafforzare l’Italia». «Sul piano militare l’Europa è debole, l’Italia non ha mantenuto i suoi impegni, sappiamo che con un F35 si pagano migliaia di redditi di cittadinanza, le armi servono a difendere i confini». «Le sanzioni devono essere commisurate» e devono colpire le armi russe, «l’Italia sarà quella che pagherà di più le sanzioni, serve un fondo sul modello Brexit da parte dell’Europa». «Lavorare immediatamente sullo status di rifugiati per i cittadini ucraini». «Gli stati cuscinetto oggi sono il nostro principale alleato». «Restiamo all’opposizione, ma sulla difesa delle nostre aziende e dei nostri confini saremo con lei».
Ettore Rosato (Iv): «Un nuovo muro in Europa»
Il presidente di Italia viva esprime pieno appoggio al governo: «Ci siamo svegliati come nell’agosto del 61, oggi c’è un nuovo muro in Europa». «Ci sono milioni di civili in ostaggio di una folle invasione militare». «Le risposte date fin qui alla Russia sono state poco efficaci. Oggi le sanzioni devono essere durissime. Chi dice che le sanzioni non bastano sappia che dopo le sanzioni c’è solo l’intervento armato». «Chi fa la guerra va verso l’isolamento politico ed economico». «La politica eviti che si espanda l’incendio acceso in Ucraina, no a una nuova Bielorussia».
Marco Marin (Coraggio Italia): «Invasione contro un paese che ha scelto la democrazia»
«Condanna ferma senza se e senza ma», «L’invasione contro un paese che nel 2014 ha scelto la democrazia». «L’Europa non ha bisogno dei carri armati per far vincere le proprie idee». «Le sanzioni colpiscono anche i sanzionatori, va messo in piedi un meccanismo per difendere il nostro paese che sta ripartendo dopo una pandemia che ci ha piegati, questo non significa mostrare debolezza».
Federico Fornaro (Leu): «Violazione inaccettabile»
«L’escalation imposta dalla Russia è inaccettabile, una violazione del diritto internazionale», «La risposta militare non può essere l’unica, le sanzioni possono essere uno strumento fondamentale per risolvere una crisi di portata storica. Ma è fondamentale il ruolo della diplomazia». «L’equilibrio della pace, con l’eccezione della guerra in Jugoslavia, è saltato, occorre trovarne uno nuovo», «lavorare per scongiurare un’ulteriore escalation militare con conseguenze inimmaginabili».
Andrea Colletti (Alternativa): come il disatro libico e afghano
«Ferma condanna per l’attacco russo», ma, dice il deputato, «noi subiamo ancora i nefasti effetti della guerra fredda, tant’è vero che la Nato si è espansa ad est», «realismo è sapere che la Russia metterà in campo tutto il suo potenziale», «inseguire le sanzioni è un suicidio, una cesura economica con Mosca comporta un ridimensionamento del nostro tenore di vita», «oggi paghiamo le conseguenze degli stessi partiti che sono al governo con lei», «assecondare le scelte della Nato ci è costato», il deputato cita «il disastro libico e afghano». «L’Italia deve farsi promotrice di diplomazia anche fuori dai progetti bellicisti della Nato», «ospitare una grande conferenza sul disarmo, anche con la Russia».
Rossella Muroni (Misto): «Dipendiamo da Putin»
«Solo le rinnovabili sono energia pulita ed energia di democrazia».
Maurizio Lupi (Misto, Noi con l’Italia): «Aiutare le nostre aziende colpite dalle sanzioni»
La risposta a Putin, dice l’ex ministro, «non può che essere forte, la strada del dialogo deve essere segnata dalla fermezza», «Le sanzioni devono arrivare presto e arrivare in profondità, avrà un impatto sulla nostra economia ma c’è in gioco il futuro della nostra comunità internazionale», «si trovino gli strumenti per aiutare le aziende che avranno l’impatto più duro dalle sanzioni».
Dori Devis (Misto): «L’Italia ripudia la guerra»
Il deputato ricorda la figura di Gino Strada, fondatore di Emergency: «Il governo italiani porti con sé l’art.11 della Costituzione, l’Italia ripudia la guerra».
Simona Suriano (Misto): «No all’imperialismo della Nato»
«Condanniamo l’invasione ma anche l’imperialismo della Nato. L’Italia rifiuti qualsiasi partecipazione a operazioni militari e si faccia promotrice della strada del dialogo e del rispetto degli accordi di Minsk».
Emanuela Rossini (Minoranze Linguistiche): «Consapevoli della necessità delle sanzioni»
«Siamo consapevoli della necessità delle sanzioni», «serve un tavolo negoziale», «la sfida sarà ricreare la convivenza su quei territori di confine», servono «forme giuridiche in uno stato per la tutela e la convivenza delle minoranze nelle terre di confine».
Riccardo Magi (+Europa- Azione): «Dall’Italia 22 onoreficenze a personalità russe»
«Serve dare uno sguardo alle 22 onoreficienze» che l’Italia ha conferito a personalità russe», «i profughi sono più di centomila, non possiamo fare come abbiamo fatto con gli afghani, tutti ci siamo commossi ma non abbiamo saputo organizzare l’accoglienza»
L’informativa di Draghi: l’invasione ha assunto subito una scala ampia e crescente
Il premier ripercorre le fasi dell’escalation militare: L’aggressione è avvenuta subito dopo un messaggio con cui il Presidente Putin ha annunciato un’“operazione speciale mirata” in Ucraina orientale, ed è stata preceduta da un attacco cibernetico capillare che ha paralizzato i siti governativi ucraini. L’invasione ha assunto subito una scala ampia e crescente. Le forze terrestri russe sono entrate in territorio ucraino da nord-est, nord, sudest e dalla costa sud, ed è stato chiuso alla navigazione il Mar d’Azov, isolando i porti di Mariupol e Berdiansk.Abbiamo registrato esplosioni diffuse, anche nella regione di Leopoli, la più vicina alla frontiera con l’Unione Europea. Forze anfibie russe sono sbarcate a Odessa, la principale città portuale, dove vi sono notizie di almeno una ventina di vittime.
«137 soldati uccisi e 316 feriti»
«L’esercito russo ha preso il controllo della zona della centrale nucleare di Chernobyl.
L’Ucraina conta finora 137 soldati uccisi e 316 feriti dall’inizio dell’attacco e parla di 800 uomini persi dalle forze russe, che invece non hanno ancora fornito dati sulle vittime dell’invasione.L’offensiva ha già colpito in modo tragico la popolazione ucraina: il Ministero dell’Interno ucraino registra vittime civili.
Le immagini a cui assistiamo – di cittadini inermi costretti a nascondersi nei bunker e nelle metropolitane – sono terribili e ci riportano ai giorni più bui della storia europea.
Si registrano lunghe file di auto in uscita da Kiev e da altre città ucraine, soprattutto verso il confine con l’UE.
È possibile immaginare un ingente afflusso di profughi verso i Paesi europei limitrofi.Il Presidente ucraino Zelensky ha affermato la determinazione delle autorità ucraine a resistere e a rispondere al fuoco russo, e a rompere le relazioni diplomatiche con Mosca».
Un lungo applauso all’ambasciatore italiano
«L’Ambasciata italiana a Kiev è aperta, pienamente operativa, e mantiene i rapporti con le autorità ucraine, in coordinamento con le altre ambasciate, anche a tutela degli italiani residenti.
L’Ambasciata resta in massima allerta ed è pronta a qualsiasi decisione.
Abbiamo già provveduto a spostare il personale in un luogo più sicuro.
Ai circa 2000 connazionali presenti è stato raccomandato di seguire le indicazioni delle Autorità locali e di valutare con estrema cautela gli spostamenti via terra dentro e fuori il Paese.
Alla luce della chiusura dello spazio aereo e della situazione critica sul terreno, stiamo pianificando in coordinamento con le principali ambasciate dell’Unione Europea un’evacuazione in condizioni di sicurezza.
Voglio ringraziare l’Ambasciatore Pier Francesco Zazo e tutto il personale dell’Ambasciata per la professionalità, la dedizione, il coraggio che stanno dimostrando in queste ore».
«Invasione inaccettabile»
Applausi anche per il Ministro Di Maio, «i diplomatici e tutto lo staff della Farnesina, per il loro incessante impegno.L’Italia condanna con assoluta fermezza l’invasione, che giudichiamo inaccettabile», dice Draghi.
«L’Italia ha reagito subito»
L’attacco è una gravissima violazione della sovranità di uno stato libero e democratico, dei trattati internazionali, e dei più fondamentali valori europei.
Voglio esprimere ancora una volta la solidarietà del popolo e del Governo italiano alla popolazione ucraina e al Presidente Zelensky.
Il ritorno della guerra in Europa non può essere tollerato.
«Ritiro incondizionato»
Abbiamo richiamato Mosca a cessare l’offensiva, a ritirare le forze in modo incondizionato, e abbiamo ribadito il pieno sostegno italiano all’integrità territoriale e alla sovranità dell’Ucraina
Sempre nella mattinata di ieri, ho parlato con il Presidente francese Macron, il Cancelliere tedesco Scholz, il Presidente del Consiglio Europeo Michel, la Presidente della Commissione Europea Von der Leyen.
Con loro ho condiviso la ferma condanna di un attacco “ingiustificato e non provocato” ai danni dell’Ucraina.Nel primo pomeriggio, ci siamo riuniti insieme agli altri leader del G7, e abbiamo adottato una Dichiarazione di ferma condanna dell’aggressione russa e di richiamo alla cessazione delle ostilità e di ritorno alle trattative.
Zelensky nascosto da qualche parte a Kiev
«In serata, ho partecipato a un Consiglio Europeo straordinario, a cui ha preso parte anche il presidente Zelensky, in cui l’Unione Europea ha espresso la sua condanna nei confronti della Russia e della Bielorussia».Il presidente ucraino, rivela Draghi, aveva un appuntamento telefonico questa mattina alle 9 e 30 «ma non era più disponibile»
Qualsiasi dialogo con la Russia deve essere sincero e utile
«Il Governo italiano», continua Draghi, «ha sempre auspicato, insieme ai suoi partner internazionali, di risolvere la crisi in modo pacifico e attraverso la diplomazia.
Qualsiasi dialogo, però, deve essere sincero e soprattutto utile.
Le violenze di questa settimana da parte della Russia rendono un dialogo di questo tipo nei fatti impossibile.
La nostra priorità oggi deve essere rafforzare la sicurezza del nostro continente e applicare la massima pressione sulla Russia perché ritiri le truppe e ritorni al tavolo dei negoziati».
I piani Nato
«Dal punto di vista militare, la NATO si è già attivata.
Ieri si è riunito il Consiglio Nord-Atlantico sulla base di quanto previsto dall’articolo 4 del trattato di Washington e ha approvato cinque piani di risposta graduale che, in questa prima fase puntano a consolidare la postura di deterrenza a est.
Le fasi successive, vincolate ad un’evoluzione dello scenario, prevedono l’assunzione di una postura di “difesa” e, in seguito di “ristabilimento della sicurezza”.
I piani prevedono due aspetti fondamentali: l’incremento delle forze dispiegate in territorio alleato, con il transito delle unità militari sotto la catena di comando e controllo del Comandante Supremo Alleato in Europa;
e l’utilizzo di regole d’ingaggio predisposte per un impegno immediato».
1400 soldati italiani impegnati
Draghi riferisce delle forze militari impegnate: «Le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla NATO sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni – circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, insieme a forze navali, e a velivoli in Romania;
e da altre che saranno attivate su richiesta del Comando Alleato.
Per queste, siamo pronti a contribuire con circa 1400 uomini e donne dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica, e con ulteriori 2000 militari disponibili.
Le forze saranno impiegate nell’area di responsabilità della NATO e non c’è nessuna autorizzazione implicita dell’attraversamento dei confini.
L’Italia e la NATO vogliono trasmettere un messaggio di unità e solidarietà alla causa ucraina e di difesa dell’architettura di sicurezza europea».
Le sanzioni contro la Russia
Draghi ringrazia il mini Guerini «e le nostre forze armate per la loro prontezza e la loro preparazione.Per quanto riguarda le sanzioni, l’Italia è perfettamente in linea con gli altri Paesi dell’Unione Europea, primi tra tutti Francia e Germania. Le misure sono state coordinate insieme ai nostri partner del G7, con i quali condividiamo pienamente strategia e obiettivi.Mercoledì sono state formalmente approvate le prime misure restrittive verso la Russia, in relazione alla decisione di riconoscere l’indipendenza dei territori di Donetsk e Lugansk. Queste misure consistono nel bando alle importazioni e alle esportazioni da entità separatiste, sul modello di quanto fatto nel 2014 in risposta all’annessione illegale della Crimea;
in sanzioni economiche e finanziarie alla Russia, come il divieto di rifinanziamento del debito sovrano sul mercato secondario e il congelamento di asset di tre istituti bancari; sanzioni mirate nei confronti di individui e entità, come gli oltre 300 membri della Duma che hanno proposto il riconoscimento dei territori separatisti e che hanno votato a favore».
Nuove sanzioni in tempi rapidissimi
«Nel Consiglio Europeo di ieri abbiamo approvato misure molto stringenti e incisive, che erano in preparazione da settimane. I relativi atti legislativi sono discussi in queste ore a Bruxelles, e per questo non posso renderne conto in modo esaustivo. Saranno finalizzati e adottati in tempi rapidissimi.
Martedì ritornerò sul tema. Queste sanzioni includono misure finanziarie, come il divieto di rifinanziamento per banche e imprese pubbliche in Russia, e il blocco di nuovi depositi bancari dalla Russia verso istituti di credito dell’Unione Europea; misure sul settore dell’energia, mirate a impedire il trasferimento di tecnologie avanzate; misure sul settore dei trasporti, come il divieto di esportazione esteso a tutti i beni, le tecnologie, i servizi destinati al settore aereo; un blocco dei finanziamenti per nuovi investimenti in Russia e altre misure di controllo delle esportazioni;
la sospensione degli accordi di facilitazione dei visti per passaporti diplomatici e di servizio russi. Prevediamo inoltre un secondo “pacchetto” che includa membri della Duma non ancora sanzionati».
L’impatto sulla nostra economia
Draghi passa al tasto dolente dell’impatto delle sanzioni sulla nostra economia: «Siamo pronti a misure ancora più dure se queste non dovessero dimostrarsi sufficienti.Le sanzioni che abbiamo approvato, e quelle che potremmo approvare in futuro, ci impongono di considerare con grande attenzione l’impatto sulla nostra economia. La maggiore preoccupazione riguarda il settore energetico, che è già stato colpito dai rincari di questi mesi: circa il 45% del gas che importiamo proviene infatti dalla Russia, in aumento dal 27% di dieci anni fa».
L’imprudenza di non aver diversificato le fonti di energia
«Le vicende di questi giorni dimostrano l’imprudenza di non aver diversificato maggiormente le nostre fonti di energia e i nostri fornitori negli ultimi decenni. Dobbiamo procedere spediti sul fronte della diversificazione, per superare quanto prima la nostra vulnerabilità e evitare il rischio di crisi future. Il Governo monitora in modo costante i flussi di gas, in stretto coordinamento con le istituzioni europee.
Abbiamo riunito diverse volte il Comitato di emergenza gas, per regolamentare e analizzare i dati operativi e gli scenari possibili.
Gli stoccaggi italiani beneficiano dell’aver avuto, a inizio inverno, una situazione migliore rispetto a quello di altri Paesi europei, anche grazie alla qualità delle nostre infrastrutture. Il livello di riempimento aveva raggiunto il 90% alla fine del mese di ottobre, mentre gli altri Paesi europei erano intorno al 75%. Gli stoccaggi sono stati poi utilizzati a pieno ritmo e nel mese di febbraio hanno già raggiunto il livello che hanno generalmente a fine marzo».
Si lavora per prevenire una crisi energetica
«Questa situazione – prosegue Draghi – che sarebbe stata più grave in assenza di infrastrutture e politiche adeguate, è simile a quella che vivono altri Paesi europei tra cui la Germania. La fine dell’inverno e l’arrivo delle temperature più miti ci permettono di guardare con maggiore fiducia ai prossimi mesi, ma dobbiamo intervenire per migliorare ulteriormente la nostra capacità di stoccaggio per i prossimi anni.
L’Italia è impegnata inoltre a spingere l’Unione Europea nella direzione di meccanismi di stoccaggio comune, che aiutino tutti i Paesi a fronteggiare momenti di riduzione temporanea delle forniture. Ci auguriamo che questa crisi possa accelerare finalmente una risposta positiva sul tema.Il Governo è comunque al lavoro per approntare tutte le misure necessarie per gestire al meglio una possibile crisi energetica.
Ci auguriamo che questi piani non siano necessari, ma non possiamo farci trovare impreparati.
Le misure di emergenza includono una maggiore flessibilità dei consumi di gas, sospensioni nel settore industriale, e regole sui consumi di gas nel settore termoelettrico, dove pure esistono misure di riduzione del carico.Il Governo è al lavoro inoltre per aumentare le forniture alternative».
«Possibile riapertura delle centrali a carbone»
«Intendiamo incrementare il gas naturale liquefatto importato da altre rotte, come gli Stati Uniti.
Il Presidente americano, Joe Biden, ha offerto la sua disponibilità a sostenere gli alleati con maggiori rifornimenti, e voglio ringraziarlo per questo.
Tuttavia, la nostra capacità di utilizzo è limitata dal numero ridotto di rigassificatori in funzione.
Per il futuro, è quanto mai opportuna una riflessione anche su queste infrastrutture.
Il Governo intende poi lavorare per incrementare i flussi da gasdotti non a pieno carico – come il TAP dall’Azerbaijan, il TransMed dall’Algeria e dalla Tunisia, il GreenStream dalla Libia.
Potrebbe essere necessaria la riapertura delle centrali a carbone, per colmare eventuali mancanze nell’immediato.
Il Governo è pronto a intervenire per calmierare ulteriormente il prezzo dell’energia, ove questo fosse necessario» Poi aggiunge a braccio «: «Beh, sì è necessario», «Per il futuro, la crisi ci obbliga a prestare maggiore attenzione ai rischi geopolitici che pesano sulla nostra politica energetica, e a ridurre la vulnerabilità delle nostre forniture. Voglio ringraziare il Ministro Cingolani per il lavoro che svolge quotidianamente su questo tema così importante per il nostro futuro».
«Maggiore impulso alle rinnovabili»
«Ho parlato del gas, ma la risposta più valida nel lungo periodo sta nel procedere spediti, come stiamo facendo, nella direzione di un maggiore sviluppo delle fonti rinnovabili, anche e soprattutto con una maggiore semplificazione delle procedure per l’installazione degli impianti». Gli ostacoli, aggiunge a braccio «sono solo burocratici». «Tuttavia il gas resta essenziale come combustibile di transizione. Dobbiamo rafforzare il corridoio sud, migliorare la nostra capacità di rigassificazione e aumentare la produzione nazionale a scapito delle importazioni. Perché il gas prodotto nel proprio Paese è più gestibile e può essere meno caro».
Il parlamento è il centro della democrazia
La crisi di portata storica che l’Italia e l’Europa hanno davanti potrebbe essere lunga e difficile da ricomporre, anche perché sta confermando l’esistenza di profonde divergenze sulla visione dell’ordine internazionale mondiale che non sarà facile superare.
Il Governo intende lavorare senza tregua, in stretto coordinamento con gli alleati, per dare ai cittadini le risposte che cercano in questo momento di grave incertezza. Per farlo, è essenziale il vostro appoggio – della maggioranza e dell’opposizione. In queste ore mi sono arrivate dichiarazioni di sostegno da tutti i gruppi politici e dai loro leader. Vorrei ringraziarvi e ringraziali tutti. Vi sono sinceramente grato, perché il Parlamento è il centro della nostra democrazia, la casa di tutti gli Italiani e la sua vicinanza esprime la vicinanza del Paese.
Restare uniti fra noi
Il premier conclude il suo discorso: «Davanti alle terribili minacce che abbiamo davanti, per essere uniti con l’Ucraina e con i nostri alleati dobbiamo prima di tutto restare uniti fra noi. Grazie».
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