Martedì sera alcuni ignoti hanno cercato di dare fuoco alle lamine di ottone che ricordano la deportazione di due ebrei nei lager. Secondo il Centro di documentazione ebraica contemporanea, dall’attacco di Hamas si sono registrati 42 casi di odio, il doppio rispetto allo stesso periodo nel 2022. Succede soprattutto online, ma sono in crescita anche le aggressioni verbali
Nella serata di martedì, alcuni ignoti hanno cercato di dare fuoco a due pietre d’inciampo a Roma. È successo nel quartiere di Trastevere, dove due blocchi di pietra, coperti di ottone, ricordano la deportazione di Michele Ezio Spizzichino e Amedeo Spagnoletto. Le pietre sono state subito ripulite. «Roma condanna fermamente questo gesto inaccettabile e miserabile», ha scritto su X il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.
Il timore è che possano aumentare gli episodi di antisemitismo, nel contesto della guerra in Medio Oriente. A Parigi nei giorni scorsi sono apparse alcune stelle di David, stampate con vernice blu sulle pareti bianche di diversi palazzi. Parlando di quanto accaduto a Roma, Victor Fadlun, presidente della Comunità ebraica della capitale, ha detto che «se fosse confermato che si tratta di un atto di profanazione deliberato, sarebbe gravissimo».
«Le pietre d'inciampo per la nostra comunità e per tutti i romani hanno un alto e drammatico significato di memoria e omaggio alle vittime della follia antisemita. Mi auguro che non si ripeta anche da noi quanto purtroppo sta avvenendo in altri paesi europei, in particolare a Parigi».
I dati
Nel 2021, in Italia erano stati rilevati 226 episodi di antisemitismo, nel 2022 quel dato è cresciuto raggiungendo quota 241. E oggi, che il 2023 non è ancora finito, se ne sono verificati 278. I dati sono del Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec) e comprendono, come si legge sul sito, «qualsiasi atto intenzionale rivolto contro persone, organizzazioni o proprietà ebraiche, in cui vi è la prova che l’azione ha motivazioni o contenuti antisemiti o che la vittima è stata presa di mira in quanto ebrea o ritenuta tale». Fanno parte di questi 278 atti d’odio, violenze e attacchi a persone o cose, insulti, graffiti e scritte, discriminazioni e minacce.
Inoltre, se si prendono in considerazione i casi dal 7 ottobre, giorno dell’attacco di Hamas, a oggi, si sono registrati 42 casi di odio, il doppio se si confronta con lo stesso periodo nello scorso anno. Anche se, come in tutti i casi in cui c’entrano violenze e crimini d’odio, è probabile che il numero sia sottostimato perché questi gesti non sono sempre facilmente identificabili e perché alcune persone potrebbero non aver denunciato.
In Italia, Cdec è l’unico osservatorio che al momento dispone di dati aggiornati riguardo ai casi di odio nei confronti degli ebrei grazie ad Antenna antisemitismo, che raccoglie tutte le denunce e le verifica stilando, ogni anno, un report completo. Ma un’indagine di approfondimento sui discorsi d’odio e le loro conseguenze sarà attuata al termine della sessione di bilancio. L’ha detto martedì la presidente della Commissione anti discriminazioni del Senato, la senatrice a vita Liliana Segre, specificando che i lavori si concentreranno «su discriminazione e disinformazione connessi ai gravi avvenimenti in Medio Oriente».
Aumentano i reati nel mondo reale
I casi di odio, basati ancora spesso sulle teorie cospirazioniste che guardano con sospetto un presunto potere ebraico, si diffondono in particolare attraverso i social network. Ma la Fondazione Cdec ha rilevato un aumento «preoccupante» degli episodi nel «mondo reale». Secondo Stefano Gatti, ricercatore dell’Osservatorio antisemitismo del Cdec, citato da La presse: «Nel mese di ottobre abbiamo visto un cambiamento, con episodi legati principalmente al mondo reale. Forme di violenza, magari verbale, sono segnalate nelle università e nelle scuole».
Ma molto diffusi sono anche gli affronti non diretti, con scritte d’odio e minacce scritte sui muri. «Uccidere gli ebrei non è reato», si legge su un muretto nell’alessandrino, ma anche «ebrei assassini nei forni crematori e camere a gas dovete tornare e crepare tutti» a Milano.
La prospettiva geografica e temporale
Questo fenomeno non si è verificato unicamente in Italia, ma si incardina in una questione più ampia che investe tutto il mondo. Dal Regno Unito agli Stati Uniti, passando per Germania, Australia e Francia, tutti i principali osservatori hanno indicato un aumento dei crimini d’odio nei confronti degli ebrei a partire dal 7 ottobre. Ma non solo quelli contro gli ebrei, anche i reati di islamofobia sono aumentati nella maggior parte dei paesi. In Italia, però, questo dato è difficile da quantificare perché non esiste un osservatorio che organizzi le denunce e i dati dei crimini commessi.
Ma il fenomeno deve essere inquadrato anche sul piano temporale. Secondo la rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio, l’hate speech antisemita su internet in Italia è in aumento negli ultimi anni, passando dal «2,2 per cento dei tweet d’odio a tema antisemitico nel 2016, al 3,8 per cento nel 2017-2018, a un picco tra il 2019 e il 2020», pari al 25 per cento.
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