Cambia la formulazione delle tempistiche. Le misure saranno implementate «in tempi rapidi» anziché entro «il 31 gennaio 2024», come invece chiedeva il Partito democratico. Tuttavia, durante la discussione della proposta l’Aula del Senato è quasi vuota come scritto da Susanna Camusso
C’è l’accordo tra il Partito democratico e il governo guidato da Giorgia Meloni. La segretaria dem Elly Schlein ha avuto una serie di interlocuzioni con la premier che ha portato a due ordini del giorno approvati dall’Aula del Senato.
Il Partito democratico ha presentato due proposte per il disegno di legge del governo contro la violenza sulle donne, nel quale il governo si impegna a mettere in campo interventi «sulla prevenzione e sul contrasto della violenza sulle donne e la violenza domestica, a completamento della normativa vigente, al fine di iniziare l'iter parlamentare in tempi rapidi». Nella versione originaria i dem avevano stabilito una tempistica, il 31 gennaio 2024. Ma è passata invece la riformulazione in «tempi rapidi».
All’interno del nuovo disegno di legge saranno inseriti i corsi da fare nelle scuole per educare al rispetto e alla parità di genere. Ma è qui che maggioranza e opposizione si sono scontrate. Il governo vuole corsi di natura «emotivo-sentimentale dalle scuole media in poi, mentre la richiesta era quella di inserire l’educazione sessuale. Il ddl prevede anche un’inasprimento dell’attività di repressione garantendo tempi più brevi per l’adozione delle misure cautelari, un maggiore rigore nell’utilizzo del braccialetto elettronico e dispone l’arresto anche in “flagranza differita” previa acquisizione di prove audiovisive.
L’altro ordine del giorno, di cui il dem Alfredo Bazoli è il primo firmatario, impegna invece l’esecutivo a «garantire un'apposita azione di formazione, aggiornamento e qualificazione con natura continua e permanente del personale che può entrare in contatto con le vittime (Polizia e Carabinieri, magistrati, personale della giustizia, personale sociosanitario, insegnanti e Polizia municipale)».
L’accordo tra Schlein e Meloni alla fine tiene banco su tre punti: più fondi per la formazione degli operatori della giustizia, l’esigenza di tempi certi per portare in aula altre proposte e l’impegno a predisporre i decreti attuativi della legge sulle statistiche sulla violenza di genere.
Tuttavia, mentre si votava il disegno di legge l’Aula del Senato era semideserta come denunciato da Susanna Camusso su X.
Una prima intesa
«È la prima volta – dicono dal Pd – che la maggioranza accetta il principio di mettere a punto dei nuovi provvedimenti in cui far rientrare anche i corsi nelle scuole, e di finanziare corsi di formazione per operatori specializzati. E questo è davvero un bel segnale per una battaglia», bypartisan contro la piaga dei femminicidi. La spinta a collaborare è arrivata dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, uccisa dal suo fidanzato Filippo Turetta.
«Non esiste un'alternativa senza di noi. Senza la comunità democratica, perno imprescindibile dell'alternativa. Siamo in campo senza tentazioni egemoniche ma pure senza alcun complesso di inferiorità o subalternità, offrendo la nostra agenda al paese ma senza nessuna gelosia delle nostre proposte», ha detto la segretaria Elly Schlein in una conferenza alla direzione nazionale. Nel suo intervento ha annunciato anche che il 16 dicembre si terrà la prossima assemblea nazionale del partito.
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