- Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in un'intervista a Repubblica, affronta il tema del ruolo che il M5s dovrebbe avere nella compagine del governo e dei cambiamenti in corso all’interno del Movimento.
- «Il Movimento deve farsi valere di più. Dotarsi di una struttura non significa certo rinnegare i propri princìpi. Prendiamo atto della necessità di un'organizzazione che lo tenga in vita», sottolinea il ministro.
- Su un suo eventuale ritorno come capo politico risponde: «A tempo debito farò le mie valutazioni. Ora è prematuro», e su Alessandro Di Battista conclude: «Può dare tanto, spetta solo a lui».
«C'è un prima e un dopo» nel M5s e, soprattutto, «il Movimento deve farsi valere di più» nella compagine di Governo. A dirlo è il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un'intervista a Repubblica in cui affronta anche il tema del cambiamento dei 5 stelle, che «hanno lo spirito del movimento», ma, «dotarsi di una struttura non significa certo rinnegare i propri princìpi. Le anime sono diverse, i nostri modelli di partecipazione alternativi ai partiti, ciononostante abbiamo deciso di evolverci e di costruire qualcosa di più solido».
A cambiare è la struttura stessa del Movimento che «si candida a essere una forza politica strutturale del panorama italiano. Oggi», precisa Di Maio, «prendiamo atto della necessità di un'organizzazione che lo tenga in vita. Il M5S servirà a governare e a rappresentare nelle istituzioni questo Paese ancora a lungo».
Il M5S può fare alleanze programmatiche («lo hanno detto gli iscritti col loro voto il 17 agosto») ed «entro massimo un mese sarà definito ogni dettaglio» del movimento del futuro, prosegue Di Maio.
«Io chiedo unità, determinazione e responsabilità nel comprendere che governare la settima potenza mondiale prevede un approccio più articolato e tempi diversi», ha precisato. Ancora nessuna certezza sul suo ruolo futuro all'interno del Movimento. «A tempo debito farò le mie valutazioni. Ora è prematuro», risponde in merito a un suo ritorno come capo politico.
È vero che potrebbe tornare a fare il capodelegazione al governo? «Un capo delegazione già c'è, quel che chiedo è che il Movimento faccia pesare di più il suo ruolo. Non è una critica a Bonafede, che ha tutta la mia fiducia, ma dobbiamo migliorare il lavoro di squadra, possiamo fare molto di più».
A cambiare è anche il rapporto con l'associazione Rousseau. «Da questa due giorni è venuta fuori chiara l'esigenza di spostare alcuni servizi di Rousseau direttamente alle dipendenze del Movimento. Tra questi, quelli che ne garantiscono l'autonomia economica e quelli che riguardano la certificazione delle liste elettorali. È opportuno trovare una soluzione che soddisfi entrambe le parti», dice Di Maio, sottolineando di aver «visto tutti i partecipanti molto soddisfatti».
Di Maio ha poi risposto alle parole di Alessandro Di Battista che ha parlato di un «vertice genuflusso ai potenti». «Credo, e mi auguro, che non si riferisse al Movimento. Alessandro ha molte energie in questo periodo. È un bene. Di mio ho sempre diffidato da chi crede di essere il titolare della verità assoluta. E se non ricordo male, anche lui la pensava così», dice.
Nessuna condizione per restare, conclude Di Maio. «Pone le condizioni chi tiene in ostaggio qualcosa o qualcuno. Qui non ci sono ostaggi. Ognuno di noi è artefice del proprio destino. E Alessandro può dare tanto, spetta solo a lui».
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