C’è attesa per l’intervento della presidente del Consiglio all’assemblea nazionale del 12 settembre: saranno gettate le linee guida per il futuro. I possibili candidati potrebbero essere decisi intorno a gennaio. La base attende l’annuncio dei congressi provinciali
Due Meloni sono meglio di una. Così come Sam ha accompagnato Frodo sulla strada verso il Monte Fato nel Signore degli anelli di J. R. R. Tolkien, romanzo di formazione delle due sorelle d’Italia, allo stesso modo Giorgia e Arianna sono pronte a candidarsi, insieme, alle elezioni europee del prossimo anno.
Arianna Meloni ha da poco ottenuto l’incarico di capo della segreteria politica di FdI con la responsabilità delle adesioni. Un posto in prima linea per chi, come ha detto suo marito, il ministro Francesco Lollobrigida, «si trovava dietro le quinte» e ora è «normale che si metta ai remi della barca».
Fresca di nomina la sorella d’Italia ha spiegato che preferirebbe non candidarsi alle europee ma, ha aggiunto, «sono un soldato». Ma, se la soldatessa Arianna è pronta a mobilitarsi, il generale Giorgia starebbe pensando di non abbandonare le sue truppe e di guidarle anche nella prossima, importantissima, sfida elettorale.
Certo, raccontano dentro Fratelli d’Italia, due Meloni nella stessa lista sarebbero un po’ troppo, ma le due sorelle potrebbero correre come capolista in diverse circoscrizioni. La leader potrebbe al nord e al sud, la sorella Arianna, al centro, dove l’elezione sarebbe poco più che una formalità.
La candidatura della presidente del Consiglio non è ancora certissima, ma se la segretaria del Pd Elly Schlein decidesse, come probabile, di candidarsi, la leader di FdI non potrebbe non raccogliere la sfida. Trovandosi peraltro a sfidare anche Matteo Salvini che già nelle elezioni del 2019 si era presentato come capolista in tutte le circoscrizioni.
La pace
Insomma l’accusa di familismo non sembra aver prodotto alcun effetto all’interno del partito. C’è stato qualche mugugno, ma Arianna ha un curriculum inattaccabile. Piuttosto iscritti e militanti hanno avuto l’impressione che Meloni abbia voluto mettere un filtro facendosi proteggere dalla sua “fiamma magica”. E non hanno gradito.
La cena organizzata da Fratelli d’Italia martedì a palazzo Brancaccio, non distante da Colle Oppio e dalla storica sede dei “gabbiani” (il gruppo guidato da Fabio Rampelli in cui Meloni ha militato da giovane ndr), ha comunque segnato la pace della calamarata. Davanti alla pasta pachino, burrata e pistacchio, rigorosamente tricolore, non si è parlato di questioni specifiche, ma si è ripartiti uniti «per una nuova stagione di lavoro per far tornare grande l’Italia», ha scritto Meloni sui suoi social. All’appuntamento non erano presenti né Arianna – visto che era una cena riservata agli eletti – né il marito Lollobrigida («aveva altri impegni»).
L’assemblea
Il 12 settembre ci sarà l’assemblea nazionale di Fratelli d’Italia che sancirà l’avvio di questa «nuova stagione» e precederà un altro momento cardine: la manifestazione del prossimo 24 settembre per celebrare un anno dalla vittoria alle elezioni. Evento che si svolgerà presso l’Auditorium della conciliazione. Il luogo che, come ricorda con parole commosse la Voce del patriota, giornale collegato al partito, «si trova esattamente a metà tra San Pietro e Castel Sant'Angelo. Praticamente al centro della storia. In questo stesso posto, dieci anni fa, nasceva Fratelli d'Italia. Nasceva un’esperienza che sin dal suo primo giorno fu considerata come spacciata, come destinata a scomparire nell'arco di un breve lasso di tempo».
L’assemblea invece si terrà presso il centro convegni “Roma Eventi – piazza di Spagna”. All’ordine del giorno la «relazione del presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni; prospettive, iniziative, eventi e impegni per la prossima stagione politica; congressi; adempimenti regolamentari e formali; varie ed eventuali». Verrà quindi dettata la linea per le elezioni europee, ma le candidature non arriveranno prima di gennaio.
I congressi menzionati nella nota, specificano nei corridoi del parlamento, sono quelli provinciali. Ed è quella la questione su cui si è registrato il malcontento della base. Dopo l’annuncio della nuova organizzazione del partito infatti, due parlamentari, Massimo Milani e Lavinia Mennuni, hanno espresso pesanti critiche. Entrambi, non a caso, appartengono allo storico giro della destra romana.
La federazione di Fratelli d'Italia di Roma a gennaio è stata commissariata da Giorgia Meloni, che ha sollevato dall’incarico di coordinatore Milani affidando il ruolo di commissario al toscano Giovanni Donzelli.
A fare scoppiare il caso sarebbe stato un evento organizzato senza coinvolgere il partito nazionale. Così era arrivata la lettera firmata dalla premier: «Caro Giovanni, ringraziando Massimo Milani per il prezioso lavoro svolto sul territorio, considerata la campagna elettorale per le regionali e anche la necessità di gestire con terzietà la corsa alle preferenze, sentito il coordinatore regionale Paolo Trancassini, ti comunico che ho provveduto a nominarti commissario di Fratelli d'Italia per Roma città. Sono certa che saprai meritare la fiducia che ti è stata accordata svolgendo il tuo compito nell'interesse del partito e della sua crescita. Ti auguro buon lavoro». Uno smacco. A Roma vorrebbero tornare alla normalità eleggendo i propri rappresentanti. Meloni ha deciso di accontentarli.
Quello che è chiaro a tutti è che il futuro elettorale è complesso: oltre alle Europee, nel 2024 ci saranno le regionali in Abruzzo, Basilicata, Piemonte, Sardegna e Umbria, e poi una nuova tornata di amministrative. «Giorgia Meloni è la nostra leader», dicono con convinzione. Non a caso l’evento del 24 potrebbe essere anticipato da collegamenti alle feste locali il 23.
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