campagna elettorale, comunicazione politica, bipolarismo
L’Agcom è finalmente intervenuta per bloccare il tanto lungamente strombazzato duello televisivo fra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni detta Giorgia, e la segretaria del maggiore partito d’opposizione, Elly Schlein, che non è il capo dell’opposizione, qualifica che non le può essere unanimemente riconosciuta, certamente non da Giuseppe Conte (e neppure da qualcuno nel Partito democratico).
Poiché oramai è già in corso la campagna per l’elezione del parlamento europeo, è ovvio che debbono essere rigorosamente rispettate tutte le regole della par condicio. Quindi, non può essere concesso nessun vantaggio di visibilità e di propaganda a qualsivoglia dei leader di partito rispetto agli altri. Giusto così.
Però, nel bene, che è scarso, e nel male, che è abbondante, rimane la necessità di una riflessione approfondita, anche a futura memoria, su tutta la sostanza politica che motivava il duello.
Il bipolarismo che non c’è
Anzitutto, sta la mancata comprensione che se la campagna per l’elezione del parlamento europeo fosse ridotta a un duello influenzerebbe molto negativamente l’affluenza alle urne. Le elezioni europee comportano una competizione con legge elettorale proporzionale fra una pluralità di partiti. Ciascuno dei partiti deve potere usufruire dello spazio politico e televisivo che gli spetta, niente di meno e niente di più.
Ricordo e sottolineo che, sommati, i due elettorati di Fratelli d’Italia e del Partito democratico rappresentano al massimo il 50 per cento di chi ha votato, all’incirca un terzo o poco più degli aventi diritto.
Un duello avrebbe inviato il messaggio sbagliato e fuorviante (tale sarebbe anche nelle elezioni politiche nazionali) della politica italiana semplificata e impoverita a un confronto fra due persone, alle loro figure e alle loro esperienze.
Il duello non mancherebbe di interesse, soprattutto per gli studiosi, dal punto di vista della comunicazione, ma sarebbe terribilmente riduttivo e, soprattutto, fornirebbe un tot di informazioni deprimenti. Lasciando sullo sfondo, ma non del tutto, non mi stanco di dirlo poiché è una ferita all’etica in politica, il deprecabile fatto che entrambe, Meloni e Schlein, con le loro candidature a una carica, europarlamentare, che non andranno a ricoprire, ingannano tanto consapevolmente quanto colpevolmente l’elettorato, il duello avrebbe potuto far credere all’esistenza in Italia di una situazione bipartitica/bipolare che attualmente non esiste. Ci vuol altro, a cominciare da una buona legge elettorale, che un duello per dare forma e vita a un bipolarismo decente.
Egocentrismi e democrazia
Da almeno trent’anni, la politica italiana è (stata) malamente personalizzata, con le caratteristiche personali, anche fisiche, dei dirigenti politici che fanno aggio sulle loro idee e proposte politiche spesso degne di nota per la miseria e il provincialismo dei contenuti. Un duello non può non esaltare i tratti fisici superficiali (faccine, sbuffi, ammiccamenti, battutine, interruzioni, armocromia e altre piacevolezze), con l’interpretazione affidati agli psicologi, sicuramente a tutto scapito dei contenuti.
Dubitare che le duellanti si sarebbero impegnate a fondo nell’affrontare di petto le tematiche europee è più che lecito, assolutamente doveroso. Invece di essere un confronto ad alto contenuto politico e pedagogico, qualsiasi duello televisivo, è da tempo noto, finisce per acquisire inevitabilmente componenti teatrali e spettacolari, belle e brutte, comunque poco politiche nel senso nobile della parola, cioè relative alla vita nella polis, in questo caso l’Unione europea.
Naturalmente, chi intende cambiare la politica italiana in senso presidenzialista, che significa attribuire grande potere politico-istituzionale a una persona, ha coerentemente tutto l’interesse a promuovere e accettare duelli, praticati, ma non frequenti neppure nelle repubbliche presidenziali.
Chi pensa che la politica democratica si costruisca e si perfezioni attraverso il coinvolgimento dell’elettorato, della cittadinanza nella ricerca e nella formulazione di decisioni collettive, non può che ritenere che qualsiasi duello fra persone sia inadeguato, talvolta controproducente, mai migliorativo. Quello che potrebbe gratificare gli ego personali, anche dei conduttori del duello, molto difficilmente giova alla crescita della politica democratica. Anzi, la squilibra.
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