Aveva 87 anni, ha continuato a lavorare in Parlamento fino al 2013. Nella sua lunga carriera è stato segretario della Cisl, del Ppi e tra i fondatori dell’Ulivo e del Pd. A gennaio si era ammalato di Covid-19, non ha retto alle complicazioni a seguito della malattia: «L’ultima battaglia contro l’inattesa malattia l’ha visto soccombere» ha scritto l’ex esponente della Dc Castagnetti. I presidenti di Camera e Senato hanno espresso il cordoglio del Parlamento, da Franceschini a Gentiloni, passando per Tajani, gli esprimono stima tutte le forze politiche
È morto Franco Marini, ex presidente del Senato. Lo ha fatto sapere sui social l’ex esponente della Democrazia Cristiana, Pierluigi Castagnetti. «Era stato Presidente del Senato, ministro del Lavoro, Segretario generale Cisl e Segretario nazionale PPI. Una vita spesa in difesa dei valori della libertà, della democrazia, della giustizia sociale, dell’Europa. Sempre dalla parte dei più deboli. Uomo integro, forte e combattente».
Si era ammalato di Covid-19: «L’ultima battaglia contro l’inattesa malattia l’ha visto soccombere. Il signore aveva già deciso di accoglierlo tra le sue braccia» ha scritto Castagnetti.
Una lunga parabola politica e di impegno pubblico pluridecennale che si è di fatto conclusa nel 2013 a 151 voti dall'elezione al Quirinale. Franco Marini si è spento a 87 anni, a Rieti, dopo essere stato ricoverato, a inizio gennaio, all'ospedale San Camillo de Lellis, per le conseguenze del Coronavirus.
Alpino in gioventù, rimasto per tutta la vita legato alle montagne del suo Abruzzo, dove era nato il 9 aprile del 1933 a San Pio delle Camere (piccolo comune di 680 anime alle pendici del Gran Sasso a poca distanza da l’Aquila), Marini aveva mosso i primi passi della sua lunga attività pubblica nella Cisl. Era il 1950, anno in cui prese la tessera della Dc, dopo la militanza nelle Acli.
Primo figlio di una numerosa famiglia di modeste condizioni economiche, a nove anni si trasferì a Rieti, seguendo, con la madre e i fratelli, il padre per le esigenze di lavoro. Studi classici al liceo Marco Terenzio Varrone, segue la laurea in legge e il servizio di leva come ufficiale negli alpini. «La mia - raccontò in un'intervista - era una famiglia di emigranti, come tante in Abruzzo. Mio nonno era andato in America cinque volte. Lavorava un paio d’anni e riportava un po’ di soldi per comprare un pezzo di terra».
Il ricordo dei politici
Marini divenne presidente del Senato il 29 aprile 2006. Questa una parte del suo discorso di insediamento: «Sarò il presidente di tutto il Senato e in un dialogo fermo e mai abbandonato sarò il presidente di tutti voi con grande attenzione e rispetto per le prerogative della maggioranza e per quelle dell’opposizione come deve essere in una vera democrazia bipolare, che io credo di aver modestamente contribuito, anche con il mio apporto, a realizzare nel nostro Paese». Fu anche tra i fondatori dell’Ulivo e del Partito Democratico.
La presidente del Senato ha espresso le sue condoglianze a nome di Palazzo Madama: «Uomo di indiscussa integrità morale. Presidente del Senato e Ministro, è stato un importante protagonista della nostra storia repubblicana. L'Italia ricorderà il suo prezioso contributo, nei ruoli politici e istituzionali, sui temi del lavoro e sul rafforzamento della democrazia parlamentare. Ai familiari giunga il mio cordoglio e quello del Senato della Repubblica» ha dichiarato la presidente del Senato Elisabetta Casellati. Come lei, anche Roberto Fico, il presidente della Camera: «Un uomo delle istituzioni. Grande protagonista nella politica e nel sindacato. Ai suoi cari va la vicinanza mia e di Montecitorio».
Moltu gli uomini della politica lo hanno ricordato, dal commissario Ue Paolo Gentiloni all’ex presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajano. «Ci mancherà» ha scritto su twitter Gentiloni. «La politica come passione e organizzazione, il mondo del lavoro la sua bussola, il calore nei rapporti umani», Marini, ha detto ancora «Ha accompagnato i cattolici democratici nel nuovo secolo».
Per il ministro uscente, Dario Franceschini, è stato «uno dei grandi protagonisti della politica»: «Ci ha lasciato uno dei grandi protagonisti del sindacato e della politica degli ultimi 40 anni. Uno degli artefici della nascita dell’Ulivo e del centrosinistra, quando con coraggio impedì che il Ppi scivolasse a destra. Io perdo un Maestro, un Padre, un Amico».
Il ministro uscente Roberto Speranza (LeU) gli ha fatto Eco: «Mi mancherà, combattente e appassionato»: «Sempre a difesa della democrazia e dei diritti dei lavoratori».
Tajani, vice presidente di Forza Italia ha scritto: «Non la pensavamo sempre alla stessa maniera, ma era una gran persona»: «Ricordo il suo impegno da parlamentare europeo nella comune casa del Ppe e le lunghe chiacchierate sulla politica italiana. Non la pensavamo sempre alla stessa maniera, ma era una gran persona».
Il segretario del Pd ha scritto: «Un grande Italiano. Instancabile combattente a difesa del futuro e dei diritti dei lavoratori. Protagonista e guida dei cattolici democratici, è stato, davvero per tutti, un esempio e un punto di riferimento per il suo pensiero e per la sua voce libera e autorevole. Tra i fondatori del Partito Democratico, ha combattuto per rafforzare la democrazia e per un Italia più giusta. Siamo tutti più soli».
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