- Il disegno di legge sulle lauree abilitanti è approdato in Aula a Montecitorio e presto permetterà a psicologi, odontoiatri, farmacisti, veterinari, geometri, periti agrari, periti industriali, agrotecnici di iniziare la propria professione direttamente dopo la laurea, senza dover affrontare tirocini o esami d’iscrizione al relativo albo professionale.
- Rimangono dei nodi da sciogliere ma la legge sulle lauree abilitanti è sicuramente il tentativo di semplificazione del mondo delle professioni più serio e incisivo degli ultimi anni.
- In attesa che altri ordini diano delle risposte nell'ambito delle norme contenute in questo testo - penso soprattutto agli architetti, agli ingegneri, ai periti tecnici – l’esame di stato va dunque in soffitta per decine di migliaia di ragazze e ragazzi.
“Giovani e mercato del lavoro” è un tema ormai eterno del dibattito pubblico italiano. E se a parole si è detto quasi tutto, nei fatti la situazione è passata da seria a drammatica, specialmente in seguito alla crisi pandemica.
Sulla delicata materia dell’occupazione delle nostre ragazze e ragazzi, poche misure hanno un effetto forte e immediato come quelle che sburocratizzano e che permettono l’ingresso nel mercato del lavoro senza dover sottostare alle pastoie di adempimenti ormai dal sapore bizantino.
È il caso, ad esempio, del disegno di legge sulle lauree abilitanti, che è approdata in Aula a Montecitorio e che presto permetterà a psicologi, odontoiatri, farmacisti, veterinari, geometri, periti agrari, periti industriali, agrotecnici di iniziare la propria professione direttamente dopo la laurea, senza dunque dover affrontare tirocini o esami d’iscrizione al relativo albo professionale.
Abbreviare e dare tempi più certi all’accesso ai rispettivi impieghi è stato senza dubbio un obiettivo trasversale dei parlamentari che nelle commissioni Cultura e Giustizia hanno lavorato alla legge. Al tempo stesso, c’era la necessità di dare garanzie sulla qualità delle competenze dei professionisti che verranno.
Non si perde sapere
Non scomparirà quindi l’apporto che in termini di sapere e attitudine alla professione poteva dare il vecchio percorso. Più semplicemente, sono stati inseriti i periodi di tirocinio all’interno degli studi universitari ed è stata prevista, in fase di discussione della tesi di laurea, una prova pratica volta a stabilire le competenze tecnico-professionali acquisite durante il tirocinio stesso. Inoltre, a valutare il candidato o la candidata ci sarà una commissione di laurea integrata da professionisti di comprovata esperienza designati dalle rappresentanze nazionali dell’ordine o del collegio professionale di riferimento.
Ma c’è di più. La legge dà altresì la possibilità di rendere abilitanti – su richiesta degli ordini o dei collegi professionali, così come su iniziativa del Ministro dell’Università (sentiti i ministeri che vigilano sugli ordini e i rappresentanti di quest’ultimi) – ulteriori titoli universitari, in particolare quelli per i quali non è previsto un tirocinio post lauream. Ciò significa che andiamo verso un potenziale processo di semplificazione che riguarda non solo i titoli disciplinati dalla legge stessa.
In sintesi, rimangono dei nodi da sciogliere ma la legge sulle lauree abilitanti è sicuramente il tentativo di semplificazione del mondo delle professioni più serio e incisivo degli ultimi anni.
In attesa che altri ordini diano delle risposte nell'ambito delle norme contenute in questo testo - penso soprattutto agli architetti, agli ingegneri, ai periti tecnici – l’esame di stato va dunque in soffitta per decine di migliaia di ragazze e ragazzi. È un passo in avanti di non piccolo conto.
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