Si è costituito, al Senato il gruppo “Europeisti-Maie-Centro democratico”. La presidente del Senato Elisabetta Casellati ha dato l’annuncio questa mattina, ma non ci sono aggiunte rispetto alla maggioranza relativa dei 156. Ieri Giuseppe Conte ha rassegnato le dimissioni, e i “responsabili” si sono riuniti. I numeri però non cambiano: fanno parte del nuovo gruppo senatori che facevano già parte del sì a Conte, e Palazzo Madama resta nell’incertezza. Il capogruppo sarà Raffaele Fantetti, il vice Andrea Causin entrambi ex di Forza Italia.

A far parte del gruppo, oltre a Fantetti e Causin, saranno: Maurizio Buccarella, Adriano Cario, Saverio De Bonis, tutti del Maie, Gregorio De Falco, ex M5s, Maria Rosaria Rossi, ex Forza Italia, Ricardo Merlo (sottosegretario agli Esteri del Maie), Tatjana Rojc, eletta con le minoranze linguistiche e fino a ieri iscritta al gruppo del Pd, e Gianni Marilotti, ex M5s e poi del gruppo per le Autonomie. Il comandante De Falco aveva già detto che sarebbe servito un “team al Senato” annunciando che qualcosa si sarebbe mosso. Manca al gruppo la senatrice Sandrina Lonardo, la moglie di Clemente Mastella. Nonostante il marito si sia speso per trovare in prima persona nuovi parlamentari che appoggino Conte, non è entrata nel gruppo. 

Secondo l'Adnkronos,  Lonardo si sarebbe tirata fuori dopo un acceso botta e risposta con la senatrice ex azzurra Maria Rosaria Rossi sul simbolo del costituendo gruppo. Raccontano che Lonardo avrebbe voluto inserire accanto al logo del Maie e del Centro democratico anche il suo simbolo "Noi campani" con cui si era presentata alle ultime regionali in Campania a sostegno di De Luca, ma Rossi si sarebbe opposta. Al punto di minacciare di lasciare il tavolo delle trattative, rischiando, con un senatore in meno necessario a creare il gruppo come da regolamento, di mandare tutto all'aria. Alla fine, ad avere la meglio, sarebbe stata Rossi che avrebbe trovato due 'responsabili' (uno al posto di lady Mastella) per garantire la nascita del nuovo contenitore politico pro Conte. Rossi smentisce nettamente questa ricostruzione ma chi ha partecipato attivamente alle trattative conferma le tensioni sulla questione del simbolo.

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