Il protocollo è stato siglato nel 2008 e prevede che personale del Cane a sei zampe ricoprano ruoli al ministero, creando un rapporto «sistematico» tra discatero e azienda anche per lo scambio di informazioni
Un accordo segreto tra Eni e Ministero degli Esteri che permette al Cane a sei zampe di distaccare i propri uomini presso il dicastero per un periodo illimitato di tempo, e allo stesso modo che uomini della Farnesina entrino a titolo dirigenziale nell’azienda, pur restando dipendenti del ministero degli esteri. Il tutto per facilitare un “raccordo” tra l’azione diplomatica italiana e gli interessi dell’azienda. Questo quanto svelato da Re:Common e reso noto dal Fatto Quotidiano. Nel documento, che Domani ha potuto leggere e pubblica per la prima volta, si spiega che il ministero degli Esteri ritiene strategico il settore dell’Energia, pertanto ministero e azienda, oltre agli uomini, stabiliscono di scambiarsi anche informazioni in loro possesso. Una collaborazione che le parti vogliono rendere «sistematica». Ben tre dirigenti Eni hanno così operato alla Farnesina. Il testo è stato siglato nel 2008.
I dirigenti
Da allora, si legge nel Report Re:Common, il primo manager di Eni ad essere inviato alla Farnesina è stato Giuseppe Ceccarini, il cui distacco è durato dal 2009 al 2017. Dal 1999 Ceccarini era stato stato responsabile delle relazioni istituzionali di Eni con la Russia. Il suo incarico sarà prolungato per ben sei volte. Incardinato presso l’allora Direzione Generale per la Cooperazione Economica, Ceccarini ha svolto, a quanto riporta l’associazione, la funzione di raccordo tra Eni e il Mae per quanto concerne la posizione italiana sui dossier energetici e nell’ambito dei summit internazionali.
Dopo Ceccarini, l’Eni ha inviato alla Farnesina Alfredo Tombolini. Tombolini, racconta Re:Common, ha lavorato in paesi come Libia, Algeria e Sudan, ed è stato assunto dall’Eni a dicembre 2016, per poi essere immediatamente distaccato al ministero, dove ha preso servizio a marzo del 2017. Ha lavorato presso la Direzione Generale per la Mondializzazione e le Questioni Globali (Dgmo), guidata da Massimo Gaiani, oggi ambasciatore italiano in Turchia. Infine, dopo di lui, Eni ha inviato Sandro Furlan, che curava per l’azienda i rapporti con le università. Sul suo curriculum si legge che nel quadro delle relazioni con le università si occupava del branding di Eni, svolgendo campagne di selezione per il local content e, negli ultimi anni, nell’ambito di progetti al fine di potenziare le università, principalmente in Africa ed Asia centrale, per rispondere «alle richieste di un mercato del lavoro sempre più esigente». Il suo incarico avrebbe dovuto scadere a dicembre, Re:Common chiede adesso se verrà rinnovato.
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