Sono chiamati al voto 2 milioni di elettori per scegliere 65 nuovi sindaci. Dopo il primo turno il c’è il rischio dell’astensionismo: alle 12 aveva votato il meno di un quinto degli aventi diritto
Sono aperti dalle 7 i seggi per eleggere 65 nuovi sindaci arrivati allo spareggio perché al primo turno del 12 giugno nessuno di loro ha raggiunto la maggioranza eletta.
Le due milioni di persone chiamate al voto potranno esprimersi fino alle 23, subito dopo le schede saranno scrutinate.
Secondo i dati del Viminale, alle 19 l’affluenza è stata del 29,44 per cento in base ai dati relativi ai Comuni richiamati oggi al voto per le elezioni amministrative. Al primo turno era al 38,46 per cento.
Vanno al voto anche 13 capoluoghi, di cui 11 erano governati dal centrodestra: il segretario del Partito democratico vuole riuscire a impedire a Giorgia Meloni e Matteo Salvini e i loro alleati di fare il bis.
Astensione e sfide
Dopo che il primo turno è stato molto poco partecipato, il rischio del voto di oggi è che l’astensione sia molto alta. Tutti i leader in chiusura di campagna elettorale hanno incoraggiato i cittadini a votare con videomessaggi e post social.
Le sfide principali sono quelle di Verona, Lucca, Catanzaro e Parma. In Veneto l’ex calciatore Damiano Tommasi sfida per il Pd l’uscente leghista Federico Sboarina, che spera di recuperare al secondo turno i voti che al primo sono andati al concorrente interno Flavio Tosi.
A Lucca lo spareggio è tra Francesco Raspini del centrosinistra, in vantaggio su Mario Pardini del centrodestra, che ha raccolto il sostegno di un’esponente di Casapound. La vicenda ha causato polemiche e l’addio a Forza Italia del deputato Elio Vito.
A Catanzaro Nicola Fiorita se la dovrà vedere con il civico Valerio Donato, ex dem ma sostenuto dal centrodestra.
A Parma invece Michele Guerra, candidato dei progressisti ed ex consigliere della giunta Pizzarotti, va allo spareggio contro Pietro Vignali del centrodestra.
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