Sono definitivi i risultati delle elezioni comunali nelle principali città italiane: il centrosinistra è il principale vincitore delle amministrative, con Beppe Sala (57,7 per cento), Gaetano Manfredi (62,9 per cento) e Mattia Lepore (61,9 per cento) che vincono al primo turno a Milano, Napoli e Bologna. Crolla dunque il centrodestra. A Roma ci sarà il ballottaggio tra Enrico Michetti (centrodestra, 30,1 per cento) e Roberto Gualtieri (centrosinistra, 27 per cento) per decidere il successore di una delusa Virginia Raggi (M5s), come anche a Torino Stefano Lo Russo (centrosinistra, 43,9 per cento) e Paolo Damilano (centrodestra, 38,9 per cento) si sfideranno per raccogliere l’eredità di Chiara Appendino (del M5s, non ricandidata). 

Salvini: «Abbiamo 69 sindaci in più, errore scegliere tardi i candidati»

«Rispetto a ieri la lega ha 69 sindaci in più, di cui 46 al nord, 17 al centro, 6 al sud», ha esordito Salvini in conferenza stampa martedì. «Qualcuno avvisi Letta che di sconfitte con 69 sindaci in più ne vorrei avere di settimanali», ha commentato il leader della Lega. 

«È chiaro che abbiamo perso in alcune grandi città che erano già governate dalla sinistra», ha continuato Salvini, «ma con i ballottaggi potremmo arrivare a cento sindaci in più». 

«Anche dove non abbiamo vinto, come a Milano, abbiamo aumentato consiglieri comunali, dovunque in Lombardia Lega è primo partito e il sindaco di Novara ha vinto con il 72 per cento», ha aggiunto Salvini. 

«L’errore da non ricommettere è quello di scegliere tardi i candidati», ha detto ancora il leader della Lega. «Ma possiamo ancora vincere a Torino, Roma e Caserta e i nuovi consiglieri comunali della Lega sono circa 300, in comuni dove non esistevamo». 

«Fra novembre e dicembre faremo tutti i congressi cittadini, che in tempo di Covid non si potevano fare», ha inoltre dichiarato Salvini. 

Draghi: «Le elezioni non hanno indebolito né rafforzato il governo»

«Non credo che il risultato delle elezioni abbia indebolito in qualche modo il governo», ha commentato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, durante la conferenza stampa dopo la seduta del Consiglio dei ministri in cui si è parlato anche della riforma fiscale e che è stata disertata dai ministri della Lega. «Ma non credo nemmeno che lo abbia rafforzato», ha aggiunto. Il presidente ha anche detto di aver visto che molti articoli di giornale parlavano di una vittoria dell’esecutivo, ma di dover ancora «capire la logica di questo». 

Sull’assenza dei ministri leghisti, Draghi ha detto: «Ci sono evidentemente diversità di vedute, come vede». «Credo ci saranno molte altre occasioni di scambio sia su questa legge sia sui decreti attuativi», ha aggiunto, «questo è un gesto serio, ma quali siano le implicazioni ce lo dovrà dire la Lega stessa». 

Meloni: «Siamo il primo partito del centrodestra»

La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni dice che il suo partito è «il primo del centrodestra» e che intende «rivendicare» questo risultato». Secondo Meloni, le elezioni di ieri sono un pareggio e non una vittoria del centrosinistra. 

«Dei sei capoluoghi in mano al centrodestra tre sono confermati e tre al ballottaggio, quindi è matematicamente un pareggio e io questa straordinaria vittoria della sinistra non la vedo», ha detto Meloni durante un incontro con la stampa insieme ad Enrico Michetti, candidato del centrodestra a Roma che ieri ha ottenuto l’accesso al ballottaggio ottenendo un risultato sostanzialmente in linea con i sondaggi.

Meloni si riferisce ai risultati di Novara, Pordenone e Grosseto, dove sono state confermate al primo turno le amministrazioni uscenti di centrodestra, e a Trieste, Cosenza e Isernia, dove invece il centrodestra andrà al ballottaggio.

Com’è andata Italia Viva?

«Quasi ovunque le nostre liste sono davanti ai 5 Stelle e spesso decisive per la vittoria dei candidati», ha scritto oggi il leader di Italia Viva Matteo Renzi.

Italia Viva in realtà non si è presentata con il suo simbolo in nessuno dei sei capoluoghi di regione andati al voto. Come ha riepilogato il sito Pagella Politica, il partito di Renzi ha partecipato in altre liste con partiti come Azione e +Europa a Roma, Milano, Napoli, Bologna e  Trieste. Contando anche Roma, le coalizioni di cui faceva parte Iv hanno superato il Movimento 5 stelle in tre città e sono sotto in due. In nessuna, i loro voti sono stati decisivi per la vittoria dei candidati.

Nei capoluoghi di provincia andati al voto, Iv a presentato un simbolo soltanto a Caserta, dove ha ottenuto il 6,4 per cento (il Movimento 5 stelle non correva) e a Salerno, dove il simbolo Salerno Viva compare all’interno di quello del Centro democratico. La lista ha preso il 2 per cento: meno del 16 per raccolto dal Movimento 5 stelle e non abbastanza per essere determinante nella vittoria del candidato di centrosinistra. Tra i capoluoghi dove Italia viva si è presentata senza simbolo spicca Benevento, dopo il partito di Matteo Renzi sostiene insieme a Forza Italia il sindaco uscente Clemente Mastella.

Altrettanto difficile è ricostruire i risultati di Iv nei comuni più piccoli, dove le liste sono quasi tutte civiche e senza simboli e le affiliazioni si possono ricostruire solo in base all’iscrizione ai partiti di questo o quel candidato.

Il coordinatore del partito, Ettore Rosato, ha twittato l’elenco dei sindaci eletti con Italia Viva. Il partito di Renzi ha vinto a Garda, 4.132 abitanti in provincia di Brescia, Castelvenere, 2.607 abitanti in provincia di Benevento, Terzorio, 231 abitanti in provincia di Imperia, Rignano Flaminio, 10.335 abitanti in provincia di Roma, Minturno, 19.734 abitanti in provincia di Latina, Villamaina, 914 abitanti in provincia di Avellino, Ferrandina, 8.767 abitanti in provincia di Matera. In nessuno di questi comune Iv era presente con il suo simbolo. Unica eccezione, la vittoria a Opera, 14mila abitanti in provincia di Milano, dove il simbolo di Iv era presente all’interno del simbolo del candidato sindaco, accanto a quello del Movimento 5 stelle.

Renzi: «Pd riformista senza M5s vince»

«Conte funziona per la bolla dei social, ma nelle urne il suo effetto sulle amministrative è stato più negativo che neutro. Per i Cinque Stelle una sconfitta letale: non arriveranno al 2023. Il Pd liberato dall’abbraccio dei Cinque Stelle vince. Altro che Conte o morte. Se il Pd è riformista se la gioca, se il Pd insegue i populisti perde. La crisi di gennaio ha salvato l’Italia ma ha salvato anche il Pd».

Lo scrive, nella sua enews, il leader di Italia viva Matteo Renzi, che sintetizza così i risultati delle elezioni: «I sovranisti hanno straperso. Sia quelli di destra (Lega e Fratelli d’Italia) sia quelli che volevano sembrare di sinistra (i Cinque Stelle). Salvini ha compiuto un errore incredibile nell’inseguire la Meloni anziché seguire Draghi. Mario Draghi sta cambiando anche la politica, Salvini sembra non averlo capito. L'area riformista (dai moderati che non vogliono Salvini e Meloni, fino ai democratici che non vogliono morire grillini) è fortissima. Sia dove vinciamo, sia dove facciamo testimonianza, i risultati sono molto buoni. E questo è fondamentale in vista del 2023».

Fava (ex Lega): «Salvini faccia passo indietro»

04/10/2021 Milano, Elezioni Comunali, Sede della Lega in Via Bellerio, Matteo Salvini commenta il risultato elettorale

«Matteo Salvini dice di averci messo la faccia ma non è vero, a Milano era l'unico posto dove avrebbe potuto metterla e non l'ha fatto. Anzi. Per la prima volta non è nemmeno andato in lista. Ma ha fatto bene a non candidarsi a Milano, altrimenti avrebbe dimostrato quello che tutti pensano, ossia che la sua parabola discendente ormai rasenta il tracollo». Lo ha detto all’AdnKrons Gianni Fava, ex parlamentare della Lega che sfidò Salvini nel 2017 al congresso della Lega nord, da sempre critico con la svolta nazionalista del partito impressa dal suo leader. 

Fava, intervenuto anche durante la nostra diretta social sulle elezioni di lunedì pomeriggio, a tradire Salvini «è ancora l'elettorato del sud inconsistente e lontano che non ha mai capito realmente la sua svolta. Un elettorato abituato a votare chi conta e a snobbare chi invece risulta irrilevante. Si deve tornare a parlare di nord o presto spariranno anche gli ultimi dei suoi luogotenenti. Il tempo stringe e lui deve fare un passo indietro».

Salvini: «Astensionismo colpa nostra»

«Una riflessione, senza inventarsi scuse: se la metà dei cittadini sceglie di non votare non è certo colpa loro, è solo colpa nostra. Dei nostri errori, litigi e ritardi: che mi serva e ci serva di lezione». Lo scrive su Facebook Matteo Salvini, segretario della Lega. 

Milano, Sala festeggia la rielezione

Calenda: «Prima lista a Roma»

Record comune nel Casertano: sindaco rieletto con il 90 per cento 

Percentuale da record quella ottenuta a Parete, Caserta, dal sindaco uscente Gino Pellegrino. La sua lista Parete Città Viva, in una competizione a due, ha incassato una percentuale bulgara del 90,2 per cento. La più alta in questa tornata elettorale fra i 31 comuni al voto nella provincia di Caserta, ma con molta probabilità anche a livello regionale e nazionale.

I risultati definitivi delle suppletive e delle regionali in Calabria

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Al centrodestra va la regione Calabria, con Roberto Occhiuto (Forza Italia) al 54,5 per cento, mentre la candidata del centrosinistra, Amalia Cecilia Bruni, si è fermata al 27,7 per cento e l’ormai ex sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, al 17,8 per cento. 

Il Pd, invece, ottiene i due seggi delle suppletive per la Camera: Enrico Letta vince a Siena, Andrea Casu a Roma- Primavalle.

Affluenza sempre più bassa

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Quasi un elettore su due ha deciso di non recarsi alle urne per esprimere una preferenza: il dato definitivo dell’affluenza delle elezioni amministrative è del 54,69 per cento, in calo rispetto al 61,52 per cento di cinque anni fa. In particolare a Napoli, Torino e Milano è stata registrata l'affluenza più bassa di sempre: rispettivamente 47,19 per cento, 48,06 per cento e 47,6 per cento. A Roma il dato si è fermato al 48,83 per cento, circa 9 punti percentuali in meno rispetto al voto del 2016 che incoronò Raggi.

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