Dopo l’addio di Calenda alla coalizione di centrosinistra a cui lui stesso aveva imposto le condizioni con un incontro di soli tre giorni fa, Letta chiude a ulteriori trattative con chiunque, In giornata la direzione di +Europa, federata con Azione, per decidere se rompere l’alleanza, ma si va verso l’accordo col Pd
Dopo lo strappo di Carlo Calenda al campo del centrosinistra, sui giornali i protagonisti della giornata ripercorrono gli episodi. Il centrodestra festeggia mentre il Movimento 5 stelle aspetta la chiusura delle autocandidature.
La diretta
17.50 – Neanche Alessandro Di Battista ha presentato il suo nome alle parlamentarie del Movimento Cinque stelle. Una notizia che già circolava nelle scorse ore. In mattinata Giuseppe Conte ha spiegato che l’ex grillino «non si è iscritto al M5s e non credo voglia partecipare a queste parlamentarie né rientrare nel Movimento».
Un’altra esclusione pesante dopo che anche l’ex portavoce di Giuseppe Conte, Rocco Casalino, ha deciso di non candidarsi alle parlamentarie per le elezioni politiche di settembre. Stessa decisione presa dall’ex sindaca di Roma Virginia Raggi.
16.22 – Claudio Lotito potrebbe trovare posto in lista con il centrodestra. Lo rivela AdnKronos. A quanto trapela il presidente del club biancoceleste avrebbe un dialogo aperto sia con la Lega che con Fi. Il collegio potrebbe essere un uninominale del Lazio, con “paracadute” al proporzionale.
Secondo l’agenzia sarebbe invece certa la candidatura della giornalista Maria Giovanna Maglie, da tempo consigliera di Matteo Salvini, in quota Lega. Altri candidati in pectore sarebbero gli ex ministri Giulio Tremonti e Giulio Terzi di Sant'Agata. Sia Lega che Fratelli d’Italia dovrebbero comunque ricandidare quasi tutti i parlamentari già eletti.
15.33 – Non sarà candidato alle parlamentarie M5s per Rocco Casalino. Lo rivelano organi di stampa. Fonti del Movimento avrebbero raccontato che lo spin doctor di Giuseppe Conte sarebbe stato fino all'ultimo indeciso. Casalino si sarebbe confrontato sul tema con diversi maggiorenti del Movimento. In un primo momento, l'ex portavoce di Conte ai tempi di Palazzo Chigi era convintissimo di scendere in campo, ma in questi ultimi giorni ha cambiato linea.
14.45 – C’è incertezza intorno all’autocandidatura alle parlamentarie del consigliere comunale capitolino Paolo Ferrara. «Per me ha un valore enorme poter aiutare la gente portando in Parlamento una voce sincera, che viene dal basso. Metterò a disposizione del Movimento 5 Stelle e di Giuseppe Conte l'esperienza di governo maturata da consigliere comunale in Campidoglio» Ferrara ha però già ricoperto un incarico per tre mandati, sfruttando anche il mandato zero in consiglio comunale. L’eventuale incarico parlamentare sarebbe dunque il quarto mandato, ma, interpellato dall’AdnKronos, Ferrara assicura che la sua candidatura non è in contrasto con le regole del Movimento. «La mia prima consiliatura come consigliere municipale durò un anno e pochi mesi….».
Il termine per presentare le autocandidature è scaduto alle 14.
14.41 – «Dice Calenda che usare l'esercito non è di destra e né di sinistra? E' vero perché è drammaticamente fascista Calenda non ha strategia energetica e parla per slogan, come sul nucleare: energia costosissima che ha portato la Francia ad indebitarsi. Il futuro sono le rinnovabili». Così, in un tweet, il co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli.
14.31 – Sarà in programma probabilmente la settimana prossima l’incontro della coalizione di centrodestra. Si parlerà di programma, soprattutto di autonomia differenziata, e di collegi, su cui vanno ancora trovati alcuni accordi, dopo le mosse centriste, con le nuove mini-alleanze Cesa-Brugnaro e Toti-Lupi. Anche questa settimana, infatti, i leader non hanno previsto di incontrarsi.
13.49 – Nei giorni 12 e 13 agosto (dalle ore 8 alle 20) e 14 agosto (dalle 8 alle 16), i partiti e i gruppi politici organizzati che intendono partecipare alle elezioni politiche di domenica 25 settembre «dovranno depositare presso il ministero dell'Interno il contrassegno con il quale dichiarano di voler distinguere le liste dei candidati». Lo rende noto il Viminale. I contrassegni depositati saranno esposti in apposite bacheche collocate al piano terra del ministero.
13.37 – Con la rottura tra Calenda e Letta cambia qualcosa per il M5s? «Per noi assolutamente no. A me piacerebbe una campagna elettorale in cui ciascuna forza politica o coalizione propone, disegna un paese e lo offre ai cittadini che andranno al voto. Vorrei occuparmi di ciò che ho fatto e di ciò che vogliamo fare e perdere un po' meno tempo con queste scene che non sono edificanti per la politica italiana» ha detto il ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli intervistato su La7.
13.00 – «Tutti i sondaggi che ho visto danno il centrodestra vincente. Con chiunque candidato. C’è un governatore in carica che si chiama Attilio Fontana: per me squadra che vince non si cambia. Siccome abbiamo lavorato in tutta Italia per unire il centrodestra mi auguro che nessuno divida il centrodestra». Così Matteo Salvini sulla corsa per la Regione Lombardia: da settimane è in ballo anche il nome di Letizia Moratti per quella poltrona, ma Salvini aveva promesso di non volerne discutere più prima del voto.
12.12 – «Ci incontreremo sul campo uninominale di Roma. Con rispetto». Lo scrive su Twitter il segretario di Azione Carlo Calenda, rivolgendosi al presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, che lo ha criticato. «Pensate davvero di battere la destra su agenda Draghi con Fratoianni e Bonelli. Suvvia. Solo questo avevo chiesto. Chiarezza. Adesso toccherà a noi offrire una prospettiva di governo seria».
12.07 – «Io sono per le libertà. Uno che dice che tutti i ragazzi dovrebbero fare solo il liceo perché uno che fa o che insegna all'istituto tecnico, alberghiero i professionale è di 'serie B', con uno così non riesco neanche a sedermi al tavolo onestamente. Mi sembra il peccato di arroganza di certa sinistra radical-chic da salotto. Fino a ieri mattina Calenda era alleato di Speranza, di Fratoianni, Di Maio, poi ieri pomeriggio ha cambiato, ma magari domani cambia ancora. Il centrodestra è il centrodestra". Lo ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini a margine di una visita al canile sanitario di Milano.
11.13 – «È più forte di lui! Calenda vive la politica come aggressione e insulto e con la testa rivolta al passato. Noi lavoriamo per innovare il nostro Paese con le politiche sul clima, come indicato dal premio Nobel Giorgio Parisi. Oggi Calenda è il miglior alleato della destra estrema». Così, in un tweet, il co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli.
10.31 – Matteo Salvini propone di intervenire sulla possibilità dei parlamentari di cambiare partito nel corso della legislatura.
«Io capisco molte persone che non hanno votato e magari anche adesso pensano di non farlo, soprattutto perché magari votano un partito o un parlamentare e poi questo cambia casacca e schieramento. Pensiamo anche a Gelmini, Carfagna, Brunetta, ai cambi di Di Maio. Avere centinaia di persone che cambiano partito non è serio e noi riproveremo come Lega a reintrodurre meccanismi che evitano cambi di casacca» ha detto a Radio Montecarlo. Tutto questo «è irrispettoso verso chi sceglie un partito e un candidato e poi questo, senza mollare la poltrona, cambia. Non è serio».
10.24 – «Io ho cercato concedendo molto al Pd» di mantenere in piedi l'accordo, accettando «che potessero entrare ma non bombardare tutti i giorni quello che avevamo firmato». Carlo Calenda, segretario di Azione, lo dice in un video su Twitter.
«Letta sapeva esattamente quello che sarebbe accaduto. Enrico non raccontare balle, sapevi esattamente quello che sarebbe accaduto, lo hai saputo da sempre, ti ho incontrato, te l'ho spiegato, giovedì, e te l'ho ripetuto da sempre».
10.04 – L’ex ministro degli Esteri del centrodestra Franco Frattini si esprime a favore di Giorgia Meloni e Matteo Salvini in un’intervista al Mattino. «È paradossale la non veridicità di queste accuse» sulle simpatie verso la Russia. «Da alcuni giorni sono cominciate a volare strali verso Giorgia Meloni anche da parte dei media americani che mettono in dubbio la sua affidabilità in merito alla futura collocazione dell’Italia, credo siano le solite mosse della sinistra Usa».
L’ex ministro mostra comprensione anche verso la situazione di Salvini. «L’unica sua “colpa” è aver chiesto all’Europa di utilizzare la diplomazia invece delle armi. Quanto alla vicenda del viaggio a Mosca mi sembrano strane manovre compiute alle sue spalle o nella sua totale indifferenza. Se Salvini ci voleva andare ci andava. Quello che fa male è che temi di politica internazionale vengano artefatti per costruire e distruggere consensi nella politica nazionale».
9.48 – Tornano i videomessaggi di Silvio Berlusconi. «Il segretario del Pd, Enrico Letta, ha già annunciato di voler introdurre una patrimoniale sui nostri risparmi e un'imposta sulle successioni. Noi, al contrario, non approveremo mai, in modo assoluto, un'imposta patrimoniale sulla casa, un'imposta patrimoniale sui risparmi, un'imposta sulle successioni e sulle donazioni» dice in un contenuto diffuso questa mattina. «Una pillola di programma al giorno leva la sinistra di torno» esordisce.
9.19 – «Se c'è una cosa che ho capito è che non c'è alcun modo di staccare il Pd dal populismo». Carlo Calenda torna su Facebook sulla rottura dell'alleanza con il partito guidato da Enrico Letta e attacca: «È incredibile quanto poco il Partito democratico abbia imparato dall'esperienza dell'alleanza con i Cinque stelle e prima Bertinotti e Turigliatto. Sono sempre lì».
9.06 – «Il Pd sta combinando un disastro politico. Chi è causa del suo mal pianga se stesso». Così il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte a Morning News su Canale 5. «Di fronte a questo confido che i cittadini apprezzino la nostra nostra coerenza. Noi i progetti li realizzeremo, ci impegneremo a realizzarli con le unghie e con i denti».
9.00 – Con Beppe Grillo «abbiamo fatto pace da tantissimo tempo. Ci sentiamo tutti i giorni. Ci confrontiamo per trovare le soluzioni giuste per il Movimento e per il paese». Lo ha detto Giuseppe Conte a Morning news su Canale 5. Luigi Di Maio? «Mi dispiace per la parabola che sta compiendo. Sentirlo abiurare, gettare alle ortiche tutti i principi per cui ha combattuto e per cui io sono entrato in politica, mi provoca profonda tristezza».
8.47 – «Si può trattare tranquillamente con le autorità libiche» dice Giorgia Meloni a Non Stop News su Rtl 102,5. La presidente di Fratelli d’Italia osserva che «se non ci si fida sulla gestione degli hotspot sul piano umanitario» in questa parte della gestione del dossier migranti possono essere coinvolte organizzazioni internazionali. Meloni ha anche detto che se FdI prenderà un voto in più degli alleati sarà premier. «Se il nome per Palazzo Chigi sono io? Se FdI prendera' un voto in piu', si'? Perche' no? Le regole nel centrodestra sono chiare».
7.39 – Si chiuderanno oggi i termini per le autocandidature degli iscritti Cinque stelle alle Parlamentarie: dopo le 14 si saprà se ha presentato i documenti necessari anche Alessandro Di Battista. È il suo il nome più “pesante” che Giuseppe Conte, presidente del M5s, spera di schierare alle prossime elezioni, soprattutto dopo lo strappo con il governo Draghi. L’ex parlamentare per il momento non ha sciolto la riserva, anche se negli ultimi giorni Conte aveva parlato di disponibilità da parte del Movimento per confrontarsi.
7.31 – «Per quello che ci riguarda non è cambiato nulla. C’è una campagna elettorale difficile da attraversare con passione. Certo, però, che è mutato per l’ennesima volta il quadro politico. Ma in queste settimane ho tenuto un profilo lineare: tenere al centro i contenuti e costruire un assetto più largo possibile». Lo dice, in un'intervista a Repubblica, il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni. Era la sua presenza che secondo il leader di Azione sbilanciava la composizione dell’alleanza. Ora Fratoianni guarda a un allargamento dell'alleanza: «La mia posizione su una possibile apertura ai Cinque stelle è nota. Ho detto più volte che sarebbe stato auspicabile il massimo allargamento possibile. Perché anche battere la destra è un programma».
7.23 – Resta poi da dirimere la questione della raccolta firme. Se dovesse rompersi l’alleanza con +Europa, Calenda dovrebbe capire se il suo elemento nel simbolo del Pd delle ultime elezioni europee possa valere come simbolo per affrontare il voto di settembre. Nel dubbio, il leader di Azione ha già annunciato che inizierà a raccogliere le firme, anche perché le prospettive di continuare il lavoro con +Europa si fanno sempre più fosche.
«C'è stato un patto con Enrico Letta che è stato siglato il 2 agosto di quest'anno, non del Medioevo, e io a quello mi attengo» dice Emma Bonino, leader di +Europa, in un'intervista a Repubblica. «È Calenda che ha dato l'addio. Eravamo insieme fino a sabato, e domenica deciso di andarsene per conto proprio. Ha mancato alla parola data per ragioni fumose, non convincenti e meno che meno dirimenti. Sono personalmente dispiaciuta e politicamente incredula».
7.18 – «Per la verità ho fatto di tutto per essere alleato con Letta, compreso proporgli di dividere i collegi 90 per centro a loro e 10 per cento a noi» dice Carlo Calenda in un’intervista al Corriere. «Io penso che lui si sia trovato di fronte a un bivio che il partito democratico ha affrontato tante volte nella sua storia: è quello tra una scelta riformista o un'alleanza in cui mettere tutto il contrario di tutto. Alla fine ha scelto questa seconda strada e questo e' stato l'errore di Letta».
Secondo il leader di Azione, il Pd tende verso «l’alleanza con i populisti di sinistra» e «ha sostituito il M5s con Fratoianni». Ora, per Calenda, si apre l’orizzonte del terzo polo, tanto voluto da Matteo Renzi. È possibile che vi presentiate insieme in un'alleanza con Renzi? «Sicuramente ci incontreremo e parleremo». A parte i vostri litigi, con Renzi non dovrebbe essere difficile un'alleanza, più facile che con Fratoianni? «Assolutamente sì, su questo non c'è dubbio».
7.10 – In un’intervista a La stampa, Enrico Letta sostiene che Carlo Calenda, uscendo con Azione dal “fronte repubblicano”, abbia «fatto un regalo alla destra». «Non ho capito e non credo siano facilmente comprensibili» le ragioni di Calenda «ma mi sento di poter dire che Calenda può' stare, secondo quello che lo stesso ha detto, solo in un partito che guida lui, in una coalizione di cui e' il solo leader, in cui non ci sia nessun altro».
Il segretario dem si dice poi colpito per il fatto che Calenda non abbia tenuto fede agli accordi. Era già successo che Calenda mettesse in discussione un accordo? «È vero, è la seconda volta. Col senno di poi sono stato troppo ingenuo. Ma sono esterrefatto: il principio fondamentale del diritto è “pacta sunt servanda”.
Nessuna intenzione di Letta di riaprire di nuovo l’alleanza verso i Cinque stelle. «Per quanto ci riguarda le alleanze sono chiuse ed è finita. È stato fin troppo complicato ora pensiamo solo alla campagna elettorale a parlare dei nostri temi e incontrare le persone».
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