Il tracollo maggiore nella provincia di Imperia, patria di Claudio Scajola, dove ha votato solo il 38 per cento degli elettori
Se il risultato tra Marco Bucci e Andrea Orlando è rimasto fino all’ultimo un testa a testa, l’elemento più chiaro emerso immediatamente dopo la chiusura delle urne è stata la disaffezione dei liguri per il voto. Il trend è ormai stabile a livello nazionale, ma la Liguria fissa un dato ulteriormente negativo: se alle regionali del 2020 si era retto sopra la metà più uno degli elettori con una affluenza del 53,4 per cento, il voto del fine settimana ha visto la partecipazione sprofondare al 45,9 per cento.
Eppure, queste regionali hanno avuto un forte impatto mediatico: all’indomani dell’inchiesta nei confronti del governatore dimesso Giovanni Toti, hanno messo la regione al centro delle cronache nazionali con Genova come epicentro. Dunque la domanda elettorale era netta: proseguire i continuità con i quasi dieci anni di Toti votando Bucci, oppure scegliere l’alternativa del dem Orlando. Invece, la risposta di più della metà degli elettori è stata la diffidenza nei confronti di entrambi.
Il dato è tanto più significativo se si guarda il dato cittadino: Genova, che è città di cui il candidato di centrodestra Bucci è sindaco e che determina in gran parte il risultato, ha visto un calo di cinque punti dei votanti, dal 53 al 48 per cento. Simile scarto c’è stato anche a Savona, città natale di Orlando che pure è stato percepito più come un candidato nazionale che locale. Il risultato peggiore, però, è quello raggiunto a Imperia, con un tracollo di addirittura 12 punti: dal 50 per cento dei votanti nel 2020 ad appena il 38. La città governata dall’ex ministro Claudio Scajola è andato a votare poco più di un elettore ogni tre. Risultato analogo anche a La Spezia, la quarta provincia ligure, dove si è passati dal 54 al 47 per cento di votanti.
Il risultato di disaffezione per le urne – anche al netto del dato particolarmente negativo di Imperia – è univoco in tutto il territorio ligure.
Una parte della responsabilità per una partecipazione tanto bassa potrebbe averla avuta il maltempo che ha colpito la regione proprio nel fine settimana del voto.
Gli ultimi giorni hanno visto una allerta meteo arancione con pericolo di frane, forti piogge ed esondazioni e anche questo potrebbe aver convinto molti elettori a rimanere a casa. Tuttavia il calo è in linea con il fenomeno nazionale, che si è già registrato in tutte le ultime tornate elettorali e che appare inarrestabile. Con una particolarità: se il dato era accentuato nelle elezioni politiche nazionali, a livello territoriale la disaffezione sembrava essere più contenuta, anche per la vicinanza del livello politico con la vita dei cittadini. Invece, la Liguria ha collocato il trend in linea e anche in peggioramento rispetto al dato nazionale: alle europee di giugno, infatti, i votanti erano stati il 49,6 per cento.
Probabilmente, dunque, il terremoto giudiziario che ha colpito la regione non ha provocato tanto uno spostamento di elettori da un campo politico all’altro, ma ha allontanato ulteriormente dal voto una parte di loro. La proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso della sfiducia nei confronti della politica.
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