La sua candidatura non era ancora ufficiale eppure a molti aveva giurato: «Vado fino in fondo». Ma la corsa per la segreteria del Pd è più difficile del previsto. Si rincorrono le voci. C’è chi dice che si lancerà domenica. E chi invece corregge: a giorni, forse ad ore, arriverebbe un gesto pubblico di rinuncia alla sfida in prima persona. A un dirigente Pd avrebbe detto: «Non ce la faccio». Il suo staff smentisce: «A noi non risulta affatto»
A un dirigente del Pd nazionale Elly Schlein avrebbe detto: «Non ce la faccio, forse non sono in grado». Dal suo staff arriva una secca smentita: «A noi non risulta affatto». Da altre fonti arrivano segnali opposti: da una parte chi assicura che Schlein stia preparando un lancio in grande stile della sua candidatura per una delle prossime domeniche. Ma dall’altra chi assicura invece che non lo farà. Tutto a mezza bocca. E va segnalato anche che chi lavora con Schlein sospetta che le voci siano messe in circolazione ad arte dagli avversari interni.
Eppure in queste ore sono prevalenti quelle che parlano del “ritiro” di Schlein dalla corsa per la segreteria del Pd. Di certo c’è che allo stato la deputata non ha chiuso nessuna alleanza, nel tentativo di ridimensionare il ruolo di alcuni big che le si erano offerti di dare una mano. Come Francesco Boccia e Michele Emiliano, figure essenziali per organizzare il consenso, ovvero il voto nelle primarie, al Sud.
Il silenzio
In realtà non si tratterebbe di un vero ritiro dal congresso. Anzi lei continuerebbe a partecipare al dibattito della fase «costituente». Anche perché l’ex vicepresidente dell’Emilia Romagna non si era mai ufficialmente candidata, come del resto altri – gli unici ufficialmente in corsa sono Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna, e Paola De Micheli – ma lo scorso 11 novembre, con una diretta Instagram, aveva promesso che «non sarebbe stata a guardare».
Da quel momento, a parte un’intervista su Repubblica, era rimasta quasi in silenzio, forse proprio «a guardare» quello che stava succedendo nel partito che intendeva scalare, dopo essersi però iscritta, cosa che ancora non avrebbe fatto.
Ma la sua intenzione era stata chiara: «lo dico a tutti coloro con i quali abbiamo condiviso il sogno e l'impegno per costruire un campo progressista, ecologista e femminista in cui sentirci finalmente rappresentati. Quel campo non si può fare prescindendo dalla comunità democratica», aveva detto. L’adesione al percorso congressuale non è «a scatola chiusa», aveva aggiunto, ma l’unico modo di scoprire se il Pd vuole davvero cambiare e costruire una casa comune con il congresso costituente «è viverlo, non stando a guardare da fuori», l’esito «non è scontato».
Verso Matteo Ricci
L’esito non era scontato, allora. Anzi, il vento tirava a suo vantaggio: è noto il favore della segreteria nazionale del Pd, Enrico Letta in testa, anche se ha promesso di fare «l’arbitro» del congresso. E infatti il suo braccio destro Marco Meloni aveva smentito i giornali che lo segnalavano come sostenitore della neodeputata.
Ma poi non tutte le cose si sono messe a girare per il verso giusto, o almeno quello auspicato. È successo che i molti confronti riservati con leader di corrente ma anche soprattutto con il gruppo di giovani che le si stava riunendo intorno, non sarebbero andati tutti bene. Telefonate fiume senza conclusioni precise,
Schlein, che pure diceva di non voler essere sostenuta dalle aree di partito, non ha convinto l’ala sinistra del Pd, che doveva essere il suo terreno di pesca naturale. Quest’area oggi si sta orientando a sostenere Matteo Ricci.
Non sarebbe riuscita a convincere neanche tutta Areadem, guidata da Dario Franceschini, che pure dall’inizio aveva simpatizzato con lei. Le telefonate fiume con molti esponenti, uomini e donne, non sarebbero state risolutive. Anzi avrebbero aumentato i dubbi: in lei e nei suoi potenziali sostenitori.
E infine ieri sarebbe arrivato lo sfogo con un importante dirigente nazionale. Una frase dettata dalla delusione, forse più di sé stessa che degli altri: «Non ce la faccio, forse non sono in grado».
Secondo alcune fonti, nei prossimi giorni, se non nelle prossime ore, potrebbe arrivare un segnale pubblico di questa decisione.
La smentita di Schlein
Dopo la pubblicazione di questo articolo, Schlein ha pubblicato un tweet, in cui definisce la notizia «priva di fondamento» riferendo anche che ce lo avevano «anticipato». Come dalle prime righe del pezzo, Domani, che ovviamente ha sentito lo staff della deputata, ha pubblicato la frase dettata al telefono. Che non è quella del tweet, ma quella da noi riferita: «A noi non risulta affatto».
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