La pasionaria ex missina Elena Donazzan è la più votata nel collegio e in regione dopo Giorgia Meloni. Così FdI ipoteca la regione storicamente leghista, ma nella sfida interna c’è anche l’uomo di Lollobrigida, Luca De Carlo
L'esito delle elezioni europee sono un riferimento cui guardare in vista delle amministrative in Veneto del 2025 per il post Luca Zaia.
Non è un mistero che a puntare la regione ci sia Fratelli d’Italia, che a queste europee si conferma il partito di maggioranza relativa con addirittura il 37 per cento dei consensi, mentre la Lega si è fermata al 13.
I numeri, dunque, raccontano di un coerente diritto di prelazione di Fratelli d’Italia, cui la Lega tuttavia punta a opporsi.
Eppure, a differenza del partito di Salvini dove una vera corsa per la successione non è cominciata, in FdI c’è una candidatura che punta a imporsi.
Alle europee, infatti, ha corso la consigliera regionale da quattro consiliature Elena Donazzan. Pasionaria ex missina e prima eletta di FdI nei primi anni 2000, Donazzan è legata al ministro Adolfo Urso e può contare su un forte radicamento territoriale anche in forza dei suoi mandati da assessora della giunta Zaia. E questi trascorsi hanno pagato: Donazzan ha sfiorato le 60mila preferenze in Veneto ed è arrivata a 62 mila in tutto il collegio Nord Est, piazzandosi dietro a Giorgia Meloni.
Una scommessa vinta, quella di Donazzan, da mettere sul tavolo al momento della scelta di coalizione del prossimo presidente della regione. Del resto, la sua prima sfida è dentro FdI: l’uomo forte in regione e legato a Francesco Lollobrigida è il deputato Luca De Carlo, che però non può far leva sullo stesso radicamento.
La Lega
Quanto alla Lega, il risultato in Veneto è magro. Se il più votato nel collegio Nord-Est è il generale Roberto Vannacci, a piazzarsi come seconda è Anna Maria Cisint, candidata friulana legata a Massimiliano Fedriga con 41 mila preferenze. Solo terzo, invece, il veronese ed eurodeputato uscente Paolo Borchia, doppiato con 20mila preferenze (23 in tutto il collegio).
Nei confronti della Lega, infatti, è arrivato anche lo smacco dell’ex leghista e oggi coordinatore in regione di Forza Italia, Flavio Tosi, che arriva a quota 30mila preferenze (34mila in tutto il collegio).
Difficile per la Lega, con questi numeri, blindare la regione simbolo.
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