Il rapper prima di una diretta su Instagram sul ddl Zan ha fatto «un cappello introduttivo» contro l’editoriale del direttore di Domani, Stefano Feltri. L’articolo proponeva di regolamentare lo strapotere economico-mediatico dei due e al rapper non è piaciuto: «Trovo assurdo che Berlusconi possa fare l’imprenditore e parlare di politica e fare politica, cosa che io e mia moglie non facciamo, e Fedez e Ferragni vanno regolamentati»
Diritti civili sì, libertà di espressione pure, ma mai toccare l’impero economico-mediatico di Fedez e Chiara Ferragni. Il rapper prima di una diretta sul ddl Zan con Alessandro Zan, Giuseppe Civati e Marco Cappato, ha fatto «un cappello introduttivo» contro l’editoriale del direttore di Domani, Stefano Feltri.
La proposta contenuta nell’articolo, regolamentare lo strapotere mediatico dei due, lo ha allarmato: «Ho appena finito di leggere un articolo fantastico del giornalista Stefano Feltri» ha esordito, «non riesco a cogliere se fosse serio o ironico. Accendeva un riflettore sul fatto che io e mia moglie, con i nostri milioni di follower, saremmo da regolamentare, perché opereremmo in una zona franca, grigia, non regolamentata e saremmo degli imprenditori e non potremmo dire la nostra», una tesi che però nell’articolo non viene sostenuta.
L’influencer ha aggiunto: «Trovo assurdo che Berlusconi possa fare l’imprenditore e parlare di politica e fare politica, cosa che io e mia moglie non facciamo. Siamo cittadini, entriamo nel dibattito pubblico. De Benedetti, Briatore, Montezemolo possono fare gli imprenditori e dire la propria, Fedez e Ferragni vanno regolamentati. Se c’è qualcosa da regolamentare bisognerebbe partire dalle aziende che hanno preso dei finanziamenti statali. Quello che voglio fare oggi è mettere a disposizione la mia utenza per accendere un dibattito». Questo «non vuol dire essere un politico ma essere un italiano che si preoccupa di quello che avviene nel suo paese. Poi a constatare la buona fede o la cattiva fede ognuno si può fare la sua idea. Io continuerò a fare quello in cui credo mettendo a disposizione la mia utenza».
Un pensiero ricorrente
Il tema – quello della regolamentazione – a quanto pare gli sta molto a cuore, tanto che, oltre a parlare di identità di genere e politica nazionale con i suoi ospiti, è tornato più volte sull’argomento: «C'è chi pensa che con queste iniziative, come la diretta, sto “burattinando”. ‘sti cazzi, ma ognuno può pensare quello che vuole - aggiunge -. Io ho una coscienza civica perché sono un cittadino, e il fatto che io abbia dei follower come dice Stefano Feltri e debba essere regolamentato perché sto in una zona grigia in maniera poco lecita la trovo una cosa assurda».
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