Il presidente della Camera non esclude l’ipotesi della sua presentazione come nome condiviso dal Movimento 5 stelle e dal Pd. In parlamento lancia ipotesi supercapigruppo per collaborare con l’opposizione e difende il presidente della commissione Antimafia, Morra: «La Rai ha sbagliato», ma la Lega minaccia di non entrare in commissione se non si dimetterà
Il presidente della Camera Roberto Fico non dice no all’ipotesi di diventare il candidato comune di Movimento 5 Stelle e Pd per Napoli. «Sì, chiaramente per un napoletano, mi piacerebbe fare il sindaco di Napoli in un’ottica di servizio». Lo ha detto rispondendo a Mezz’ora in più su Raitre.
«Il sud Italia con capofila Napoli è strategico. Amo tutto di Napoli, anche nei difetti e nella negatività». Fico però ha aggiunto: «Dico anche che sono la terza carica dello stato e so qual è il ruolo che sto esercitando, sto facendo un qualcosa di molto importante».
La sua candidatura potrebbe non andare in conflitto con l’obbligo dei due mandati previsto dal Movimento 5 Stelle, infatti agli Stati generali è stato deciso di «valorizzare» le esperienze per le amministrative.
La ricerca dell’opposizione
Il presidente della Camera sul fronte parlamentare, dove è partita la discussione del disegno di legge di bilancio e a breve sarà presentato un nuovo scostamento di bilancio, ha chiesto la collaborazione dell’opposizione: «L’ultimo scostamento di bilancio è stato votato solo dalla maggioranza ma io credo sia giusto cercare non i voti, ma le responsabilità di tutti, perché significa far arrivare soldi ai commercianti» e a chi è in difficoltà. «Penso che le opposizioni possano lavorare con la maggioranza e votare lo scostamento di bilancio. Chiaro che questo è l'auspicio del presidente della Camera».
Fico ha messo sul tavolo l’ipotesi di una supercapigruppo congiunta Camera-Senato: «Che poi ci voglia un raccordo maggiore, una stanza di compensazione dove trovare le mediazioni, sono d'accordo. La mia proposta è stata quella di una conferenza dei capigruppo di camera e senato congiunta - ha aggiunto - secondo me questa è una strada possibile» dove eventualmente «Ascoltare il ministro dell’economia Roberto Gualtieri».
Il Parlamento, ha detto, è centrale: «Quando le decisioni vengono prese fuori dal Parlamento non si fa l'interesse dei cittadini». Anche gli scorsi decreti «sono stati modificati dal parlamento».
Il caso Morra
Intanto il presidente della commissione parlamentare Antimafia e suo collega di partito, Nicola Morra, continua ad essere al centro delle polemiche per le sue parole sulla presidente della calabria Jole Santelli. Morra invitato alla trasmissione Rai Titolo V venerdì serà all’ultimo minuto non è stato fatto entrare: «Trovo gravissimo che il presidente della commissione Antimafia arrivi in camerino e poi non venga fato entrare in trasmissione. Non sta né in cielo né in terra e spero che ovunque alla Rai si dica ‘è stato un grande sbaglio’ perché la rai deve essere il luogo della libertà di informazione, che rappresenta l'art.21 della costituzione». Oltre a essere «un parlamentare della repubblica votato delle persone. Magari i cittadini volevano sentire le scuse o le spiegazioni. Un giornalista può andare dritto, può domandare ma non non farlo entrare».
La Lega ha fatto sapere che si rifiuterà di entrare in commissione finché Morra non si sarà dimesso, e Matteo Salvini, il leader della Lega, ha detto con un tweet che lo querelerà.
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