L'alleanza con il M5s, «si consolida o si smonta in questi mesi», ha detto il ministro. Poi chiede una riforma della legge elettorale in senso proporzionale
Il ministro della Cultura, Dario Franceschini, non parla spesso ma quando lo fa i segnali sono sempre importanti. In questo caso, all’evento di AreaDem a Cortona ha lanciato un avvertimento a Giuseppe Conte: l'alleanza con il M5s, «si consolida o si smonta in questi mesi. Abbiamo elettorati diversi ma se i 5 Stele si svuotano cresce l'astensionismo, il populismo e la destra non bisogna leccarsi i baffi. Con chiarezza dobbiamo però dire che per andare insieme alle elezioni dobbiamo stare dalla stessa parte».
La conclusione è da tenere presente, soprattutto ora che Conte e i Cinque stelle stanno ragionando sul sostegno al governo. «Se ci sarà una rottura o appoggio esterno al Governo, sarà la fine di questo Governo e la fine della possibilità di andare insieme alle elezioni».
Tradotto: se il Movimento esce dal governo ora, alle elezioni del 2023 andrà da solo.
Legge elettorale
«La legge elettorale è un tema di prospettive. Il maggioritario spinge a bloccare i sistemi evolutivi. Spinge a creare le barriere perchè devo demonizzare il mio avversario. Il proporzionale, invece fa chiarezza», ha detto il ministro, spiegando le ragioni del suo gradimento per una legge proporzionale, dove le alleanze possono costruirsi intorno ai programmi. «Sarà difficile cambiare la legge elettorale, ma dobbiamo provarci fino in fondo. Dovremo andare in Parlamento e costringere tutti a schierarsi, anche quelle forze che sono per il proporzionale, ma che non lo fanno per paura, come Forza Italia, devono dirlo chiaramente di fronte al Paese».
La posizione, in realtà, non è condivisa del tutto nemmeno nel Pd, ma le parole di Franceschini portano avanti un dibattito che ha già molte sponde: Renato Brunetta in Forza Italia ma anche i Cinque stelle, che hanno depositato alla Camera una legge proporzionale.
© Riproduzione riservata