- I Nas dei carabinieri di Perugia hanno acquisito le cartelle cliniche del biologo no-vax Franco Trinca presso l’ospedale di Città di Castello, dove il professore era deceduto per Covid il 4 febbraio. E’ stata anche disposta l’autopsia, che sarà effettuata a Roma nei prossimi giorni.
- Trinca aveva ideato un suo protocollo di cure assieme all’amico e medico no-vax Mariano Amici), la sua situazione si era aggravata al punto di dover essere intubato.
- Eppure, nonostante i sanitari gli avessero prospettato la possibilità di un epilogo tragico se non avesse accettato l’intubazione, il biologo l’aveva comunque rifiutata categoricamente.
I Nas dei carabinieri di Perugia hanno acquisito le cartelle cliniche del biologo no-vax Franco Trinca presso l’ospedale di Città di Castello, dove il professore era deceduto per Covid il 4 febbraio. E’ stata anche disposta l’autopsia, che sarà effettuata a Roma nei prossimi giorni. Autopsia che sarà eseguita dunque a funerale già svolto in seguito a una denuncia/esposto di qualcuno (probabilmente di familiari) che evidentemente avanza sospetti e chiede che vengano accertate le cause del decesso.
Per l’ospedale di Città di Castello, la triste morte del professor Trinca non è stata mai avvolta da alcun mistero: giunto in struttura con una polmonite bilaterale interstiziale a metà gennaio dopo un periodo di cure domiciliari auto-gestite (Trinca aveva ideato un suo protocollo di cure assieme all’amico e medico no-vax Mariano Amici), la sua situazione si era aggravata al punto di dover essere intubato. Eppure, nonostante i sanitari gli avessero prospettato la possibilità di un epilogo tragico se non avesse accettato l’intubazione, il biologo l’aveva comunque rifiutata categoricamente.
Nel frattempo, finché era stato possibile, aveva continuato ad assumere vitamina C via endovena nonché gli integratori che lui stesso aveva messo in commercio promuovendoli come efficaci nella prevenzione e nella cura del Covid. Di efficace, purtroppo, non c’è stato nulla. Né il suo protocollo che descriveva anche sul canale Byoblu, noto per le posizioni no vax e fake news pericolosamente diffuse tra migliaia di utenti, né ahimè le cure ospedaliere come la somministrazione di ossigeno tramite il casco e altre terapie. Solo l’intubazione (e un ricovero precoce) forse lo avrebbero salvato. MaTrinca, fanaticamente convinto delle sue tesi, quell’ultima chance di sopravvivenza ha deciso di non darsela. Ed è deceduto. Ma non è finita qui.
La campagna contro i medici
Fin dalle ore precedenti la sua morte, no-vax e complottisti a lui vicini hanno iniziato una violenta e insinuante campagna contro i medici che l’hanno avuto in cura. Il dottor Mariano Amici (attualmente sospeso dall’ordine) ha scritto su Instagram che lui e l’amico Trinca avevano spiegato al paese che il Covid si cura per cui la sua morte, per lui, rimaneva un mistero.
«Quando è stato ricoverato in ospedale era in discrete condizioni e non riesco a spiegarmi il motivo della precipitosa fine. Mi auguro sia stato fatto tutto quanto necessario ma non vi nascondo che intravedo molte nubi», ha scritto.
Insinuazioni pesanti, sostenute con maggior chiarezza dall’amico del professore deceduto Franco Trinca, il presidente dell’Associazione consumatori europei Marco Tiberti. Quest’ultimo, in un video divenuto virale e mandato parzialmente in onda da Piazza Pulita, sostiene che esista un complotto ai danni dei no-vax e suggerisce: «Fate una delega al vostro legale perché siamo in pericolo, l’obiettivo negli ospedali è fare fuori il no-vax di turno, tanto più se si è esposto andando in tv o nelle piazze, quindi non curano questi pazienti in modo che possano salvare vite, ma semmai per fare l’esatto opposto».
La vecchia tesi complottista, forse la più feroce e pericolosa, secondo la quale negli ospedali non si curano i malati ma si uccidono. Ora riaggiornata e diventata: uccidono i no-vax più famosi e mediatici. Ma Tiberti si spinge anche più in là: «Serve una vittima sacrificale!… Se siete no-vax e vi ammalate non andate in ospedale, perché qui finisce male!».
In alcuni commenti, il figlio di Franco Trinca, Alessandro, ringrazia Tiberti per altri suoi post e aggiunge «Alcuni limiti oggettivi l’ospedale li ha, è innegabile!», «Alcune cose devo capirle e farò in modo di farlo», aggiungendo anche che in ospedale gli hanno voluto bene e che hanno cercato di curarlo. Insomma, una posizione poco chiara e nessun rimprovero per le illazioni gravissime di Tiberti.
Il silenzio dell’ospedale
Dall’ospedale di Città di Castello per ora nessun commento sull’intervento della procura e sull’accertamento dell’operato dell’ospedale, ma solo un laconico «Confermiamo l’acquisizione delle cartelle cliniche del paziente Trinca da parte dei Nas, siamo tranquilli».
Sembra però che il clima di accuse e sospetti nei confronti dei sanitari, soprattutto sui social, abbia innescato una reazione da parte dei vertici della struttura e che sarà avviata un’azione legale contro coloro che stanno accusando ospedale e medici di complotti, omicidio e cure inadeguate.
Adesso ogni volta che muore un no-vax e i no-vax parleranno di omicidio premeditato, le procure andranno dietro ai complottisti 2.0 e accerteranno che negli ospedali i medici facciano il loro lavoro?
Forse le procure dovrebbero cominciare a ritenere pericolosi coloro che dai loro canali invitano i non vaccinati col Covid a non andare in ospedale perché negli ospedali uccidono o non sanno curare.
Quelli sono cattivi maestri che non solo talvolta muoiono, ma che fanno morire pure alunni ingenui e ignoranti. Sono persone socialmente pericolose. E le loro parole hanno un indice di letalità, esattamente come il Covid.
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