Il presidente della Repubblica ha bocciato il prolungamento di 12 anni delle concessioni agli spazi per le vendite. E così ha riaperto il dossier sui balneari. Tracciando ancora una visione opposta a quella del governo
Una sequenza temporale fortuita, ma significativa. La sera del 31 dicembre Sergio Mattarella ha descritto l’Italia dei valori costituzionali, quella del rispetto e del confronto e non il paese in cui proliferano le armi. La mattina del 2 gennaio, come primo atto ufficiale del nuovo anno, ha bocciato il passaggio-chiave della legge sulla concorrenza, voluta dalla destra. La penna rossa del Colle ha evidenziato la proroga di 12 anni delle concessioni per gli ambulanti, che segue il modello di quanto fatto con i balneari.
La strada seguita è quella della mano tesa alle lobby del settore con una difesa delle rendite di posizione. Agli ambulanti titolari di uno spazio, non viene toccato nulla. Anzi viene prolungata la gestione dell’area. Nessuna possibilità per l’ingresso di nuovi attori. I bandi di gara saranno previsti, salvo cambiamenti della legge, solo per i posteggi non assegnati.
Solo l’ennesimo tentativo di scappatoia individuato dalla destra di governo per strizzare l’occhio a una delle tante corporazioni amiche. Al costo di sfidare pure l’Ue. Un film già visto lo scorso anno. A febbraio 2023, il Quirinale espresse la «riserva» sul decreto Milleproroghe che prevedeva la proroga delle concessioni per le aree demaniali marittime. Una delle bandiere di Fratelli d’Italia e Lega.
Concessioni incompatibili
Il capo dello Stato ha promulgato la legge per evitare problemi con l’attuazione del Pnrr. Il via libera al testo era tra gli obiettivi del Piano da conseguire entro il 2023. Ma ha voluto inviare una lettera ai presidenti di Camera e Senato per muovere dei rilievi sul provvedimento, passato in parlamento pochi giorni prima della pausa natalizia.
Il prolungamento delle concessioni per gli ambulanti presenta «profili di contrasto di quella disciplina con il diritto europeo e, quindi, con il dettato costituzionale», ha rilevato il Quirinale. Mattarella evidenzia la stortura «dell’ennesima proroga automatica delle concessioni in essere, per un periodo estremamente lungo». E questo, a suo giudizio, è «incompatibile con i principi più volte ribaditi dalla Corte di Giustizia, dalla Corte costituzionale, dalla giurisprudenza amministrativa e dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato in materia di apertura al mercato dei servizi».
Una presa di posizione del Colle, che rimarca una distanza rispetto al modus operandi della destra al potere. Il capo dello Stato chiede insomma un intervento correttivo sugli ambulanti, riaprendo allo stesso tempo il dossier dei balneari. Che il governo stava cercando di sopire, portandolo su una strada favorevole. Lontano dai riflettori.
Nervosismo a destra
L'intervento di Mattarella ha creato un certo malumore nella maggioranza. La reazione più piccata è arrivata Lega, che in una nota ha ribadito l’impegno «per garantire diritti e futuro alle migliaia di lavoratori e imprenditori del commercio ambulante e del settore balneare Non ci arrendiamo a chi, nel nome dell’Europa, ha provato a svendere lavoro e sacrifici di migliaia di italiani». Una secca contrapposizione ai rilievi del Colle.
Toni meno perentori sono arrivati dal partito di Giorgia Meloni. «Sulle concessioni balneari, il governo si è mosso nel pieno rispetto della direttiva Bolkestein istituendo un tavolo tecnico atto a finalizzare i requisiti», ha rivendicato il deputato di FdI, Riccardo Zucconi, che sta seguendo da vicino il dossier, riconoscendo la necessità di «ascoltare con debita considerazione i rilievi di Mattarella».
Non è chiaro in quale forma. Bisognerebbe azzerare uno dei passaggi più importanti della legge sulla concorrenza. E soprattutto la destra deve rinnegare anni di battaglia al fianco di una lobby amica. Anzi delle corporazioni più vicine, dagli ambulanti ai balneari. In una visione lontana dall’Italia che ha raccontato il presidente della Repubblica negli auguri di fine anno.
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