«C’è un significativo intervento su banche e assicurazioni. C’è chi lo chiama extraprofitto e chi contributo, io lo chiamo sacrificio. Mi dispiace per l’opposizione, ma è questo che intendevo quando ho usato questa parola di cui si è abusato negli ultimi giorni». Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, presentando in conferenza stampa la manovra approvata nella serata di ieri, ha confermato la presenza della misura che riguarderà gli istituti di crediti e assicurativi. E sceglie il tono della propaganda.

Sul punto, comunque, l’Abi, l’associazione delle banche con cui è stata intavolata una discussione, ha fatto sapere di «aspettare di poter esaminare l’articolato» e quindi di aver sospeso il giudizio. «Fanno bene a essere cauti. I pescatori e gli operai saranno contenti. Un po’ meno le banche», ha commentato il ministro rispondendo alle sollecitazioni dei giornalisti. Secondo le stime gli introiti sono stati confermati intorno ai 3,5 miliardi di euro per il prossimo biennio.

Giorgetti ha comunque confermato che manca ancora il testo. Solo in quella occasione arriverà in conferenza stampa la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha disertato l’incontro di oggi con i giornalisti (c’era solo il viceministro Maurizio Leo). Dunque nel cdm di ieri è stato approvato il Documento programmatico di bilancio e una cornice della manovra. Si parla dei titoli.

Sacrifici per la banche

«I sacrifici spettano alle banche, alle assicurazioni e i ministeri che devono fare una riduzione del 5 per cento delle spese», ha detto Giorgetti, tornando sul punto più attenzionato della manovra.

Il ministro dell’Economia ha spiegato che la situazione riguarderà «anche enti, fondazioni» riconducibili al pubblico. «Dovranno rispettare regole fondamentali di buona finanza. Chi riceve contributi dello stato avrà un tetto nei compensi», ha puntualizzato. Le organizzazioni che vorranno avere mano libera dovranno fare a meno del sostegno pubblico.

Solo conferme in buste paga 

Nessuna novità sostanziale per quanto riguarda le buste paga dei lavoratori, sebbene Giorgetti alimenti una narrazione di cambiamento: «Facciamo attenzione ai redditi medio-bassi, che avranno una situazione migliore». 

Nel concreto, racconta il numero uno del Mef, «non solo confermiamo il cuneo fiscale, ma facciamo in modo che ci siano benefici tra i redditi tra 35mila e 40mila euro». Sarà dunque eliminato l’attuale scalino che finora era in vigore che faceva saltare l’aumento dello stipendio per i redditi compresi in quella fascia. Sulle pensioni c’è «la rivalutazione piena delle minime».

Tasse e famiglie

Capitolo fisco. Giorgetti scegliere il piglio polemico: «Non ci saranno nuove tasse. Mi dispiace deludere le opposizioni». Quindi viene rilanciato l’impegno per le famiglie. «Ci sarà un intervento sul quoziente famigliare, rafforziamo i congedi parentali all’80 per cento che vanno da due a tre mesi. Ci sono, quindi interventi a favore del famiglia con il ripristino del contributo per i nuovi nati. Il nome lo darà la presidente del Consiglio». Torna in scena, dunque, il bonus bebè che cambierà solo nome.

L’unica spesa che aumenta è quella per la sanità: «Manteniamo invariata la percentuale rispetto al Pil», ha riferito il numero uno del Mef. Infine, Giorgetti è tornato a parlare della «vicenda del catasto» che «non è contenuta nella legge di Bilancio perché è già prevista nell’ordinamento. Si tratta banalmente del fatto che chi ha usufruito del Superbonus deve aggiornare le mappe catastali».

Irpef e sgravi

Il viceministro Maurizio Leo ha infine confermato la stabilizzazione delle aliquote Irpef, ma «con il gettito del concordato potremmo lavorare sul secondo scaglione Irpef del 35 per cento per venire incontro al ceto medio». 

Leo è entrato nel merito dell’intervento costruito sulle banche, smentendo che si tratti di una tassazione sugli extraprofitti. «Sulle imposte differite attive delle banche sospendiamo la deduzione per gli anni 2025 e 2026, quindi c'è un effetto di aumento di carico fiscale per due anni tenendo anche conto di eventuali perdite che le imprese possono portare dagli anni precedenti», è la spiegazione dettagliata.

Per quanto riguarda le detrazioni edilizi: «Prevediamo una detrazione del 50 per cento sulla prima casa e resta il 36 per cento per le seconde case», ha sottolineato il viceministro. 

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