- La ministra per la Famiglia, Elena Bonetti (Italia Viva), in un'intervista al Corriere della Sera interviene sulla verifica di maggioranza: «Siamo in attesa di una risposta da parte del presidente Conte».
- «Quella che abbiamo chiesto», precisa la ministra, «non è certo una verifica arzigogolata. Vogliamo che su tutti quei temi – vaccini, crisi economica, riapertura delle scuole, progetti del Recovery plan – ci siano risposte concrete e veloci».
- Sul tema dei supermanager Bonetti chiarisce: «Se entrassero nel maxi emendamento che il governo presenterà nell’aula della Camera sulla manovra, noi la manovra non la votiamo».
«Noi siamo in attesa di una risposta da parte del presidente Conte. Chiediamo che ci sia una svolta ma i tempi non siamo noi a dettarli bensì l'emergenza che ci chiede risposte concrete sui vaccini, sulla crisi economica, sulla riapertura delle scuole, sui progetti del Recovery plan». Lo ha detto la ministra per la Famiglia Elena Bonetti in un'intervista al Corriere della Sera.
«Quella che abbiamo chiesto – precisa la ministra – non è certo una verifica arzigogolata. Vogliamo che su tutti quei temi ci siano risposte concrete e veloci, che ci sia un'assunzione di responsabilità da parte di tutti e al servizio del paese». Di fronte al nodo dei supermanager che il premier vorrebbe per il Recovery plan, «l'unico metodo possibile è coinvolgere tutto il paese in modo trasparente, con le sue strutture democratiche e nella sua collegialità. Non certo delegare tutto a una struttura tecnica, che non si sa bene a chi risponda».
Qualora il tema dei supermanager entrasse nel maxi emendamento che il governo presenterà nell'aula della Camera sulla manovra, Bonetti precisa che «Matteo Renzi è stato chiarissimo: se così fosse noi la manovra non la votiamo». Il no arriverebbe anche in caso di mozione di fiducia. «La cosa non cambia, non ne facciamo una questione di esercizio del potere ma di cambiamento del paese. Per questo io e Teresa Bellanova restiamo pronte al passo indietro. Io però sono fiduciosa: non credo che il presidente arriverà a forzare la mano facendo saltare la legge di bilancio».
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