- La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri, ha affermato: «L'obbligo vaccinale è scaduto lo scorso giugno e sopravviveva fino a dicembre per gli operatori sanitari. Noi abbiamo deciso di anticipare all'1 novembre la fine dell'obbligo e questo ci consente di recuperare 4 mila persone ora ferme in un sistema sotto-organico».
- Ha fatto bene? Ha fatto male? Dipende, si potrebbe rispondere. Tutti dimentichiamo una cosa: che le misure introdotte da un governo devono essere commisurate alla popolazione alla quale sono destinate.
- La presidente Meloni dovrebbe tenere a mente che è vero, ora l’epidemia è mutata, ma solo perché ci siamo vaccinati quasi tutti quando era obbligatorio farlo. Abbassare la guardia adesso potrebbe essere un grave errore.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri, ha affermato: «Sul Covid prima di noi l’approccio è stato ideologico. L'obbligo vaccinale è scaduto lo scorso giugno e sopravviveva fino a dicembre per gli operatori sanitari. Noi abbiamo deciso di anticipare al 1° novembre la fine dell'obbligo e questo ci consente di recuperare 4mila persone ora ferme in un sistema sotto organico».
Quindi, dal primo novembre il personale sanitario che rifiuta di vaccinarsi potrà ritornare in servizio e non dovrà pagare la multa di cento euro stabilita dal precedente governo Draghi. Il governo Meloni ha preso una decisione politica assolutamente lecita. I governi di altri paesi si sono comportati allo stesso modo.
Il confronto con Johnson
Ad esempio, il governo inglese del premier Boris Johnson aveva stabilito che il personale sanitario doveva per legge sottoporsi alla vaccinazione anti Covid, ma poi il 15 marzo di quest’anno aveva revocato l’obbligo, perché, aveva detto: «Ora il Covid è cambiato, Omicron provoca una malattia più lieve, gli ospedali non sono più pieni di malati».
Parole che riecheggiano quelle che ieri ha pronunciato il ministro della Salute, Orazio Schillaci: «Abbiamo anticipato al primo novembre la scadenza dell'obbligo di vaccinazione Covid perché il quadro epidemiologico è mutato, in particolare dai dati si vede che l’impatto sugli ospedali è limitato, c'è una diminuzione dei contagi e si è stabilizzato il tasso di occupazione dei posti letto».
Mascherine confermate
Inoltre, la premier Meloni ha aggiunto: «Confermiamo l’uso delle mascherine» per il personale sanitario degli ospedali e delle Rsa. E questa è stata una decisione saggia.
Quindi, non c’è stato nulla di nuovo o totalmente inaspettato.
La presidente del Consiglio Meloni ha ragione quando dice che l’approccio alla pandemia del Covid è stato ideologico, ma questo vale anche per il suo governo, come – purtroppo – per molti dei governi del mondo. Ma un approccio ideologico espone sempre a rischi. E bisognerebbe capire quale approccio ideologico segue la scienza e quale no.
Ideologia e scienza
A voler semplificare, i governi di stampo conservatore hanno prediletto un approccio che favorisce la libera scelta e le libertà individuali, anche in tema di vaccini.
Ricordate quello che è accaduto al governo di Johnson nel Regno Unito, o a quello di Donald Trump negli Stati Uniti?
All’inizio della pandemia avevano deciso di lasciare correre il virus e di non introdurre lockdown, anche se la scienza suggeriva loro di fare il contrario; così facendo il Covid in quei paesi aveva preso a diffondersi senza freno mietendo migliaia di vittime, e perciò Johnson stesso e il presidente Biden, succeduto a Trump, avevano dovuto introdurre chiusure e altre drastiche misure per contenere l’epidemia.
Invece, i governi di stampo progressista hanno privilegiato la difesa della società nel suo complesso, limitando le libertà individuali per proteggere la salute della collettività.
Per restare all’Italia, il secondo governo di Giuseppe Conte e poi quello successivo di Mario Draghi hanno introdotto misure quali il lockdown, o il green pass che parrebbero limitare le libertà individuali, ma che la scienza ha dimostrato erano assolutamente necessarie per fronteggiare l’epidemia in quel momento.
Il fattore fiducia
Tutti dimentichiamo una cosa: che le misure introdotte da un governo devono essere commisurate alla popolazione alla quale sono destinate. Un gruppo di decine di scienziati di tutto il mondo nel febbraio 2022 ha pubblicato sulla rivista Lancet un articolo fondamentale dal titolo “Prontezza nella risposta alla pandemia di Covid-19 in 177 paesi del mondo”.
Gli studiosi hanno dimostrato che i paesi del mondo che sono stati più pronti a contrastare la pandemia, che hanno avuto meno malati e meno morti, sono quelli in cui le persone si sono vaccinate di più, e più hanno obbedito alle misure di salute pubblica via via consigliate o imposte dai governi.
E sapete quali sono i paesi dove i malati e i morti da Covid sono più numerosi? Quelli dove il tasso di «fiducia verso il governo» e di «fiducia interpersonale» sono più bassi.
Tra i paesi europei, l’Italia ha i più bassi valori di «fiducia verso il governo» e di «fiducia interpersonale».
Noi italiani non ci fidiamo dei governi e neppure l’uno dell’altro, e tendiamo a non credere all’autorità. Quindi, in certi paesi – come quelli del Nord Europa – basta che il governo consigli ai cittadini di vaccinarsi, e questi lo fanno in massa.
Invece, oltre il 90 per cento degli italiani ha completato il primo ciclo di vaccinazione per il timore di morire di Covid, l’84 per cento ha fatto la terza dose, soprattutto perché era in vigore il green pass e solo se ti vaccinavi potevi muoverti in libertà, e un misero 22 per cento ha fatto la quarta, ora che gli italiani sono “liberi” di scegliere.
La presidente Meloni dovrebbe tenere a mente che è vero, ora l’epidemia è mutata, ma solo perché ci siamo vaccinati quasi tutti quando era obbligatorio farlo. Abbassare la guardia adesso potrebbe essere un grave errore.
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