Nella legge di bilancio è previsto un definanziamento di più dell’80 per cento per il fondo destinato agli amministratori locali, mentre viene azzerato quello da 5 milioni di euro previsto per la realizzazione di opere pubbliche nei comuni sciolti per mafia. Avviso Pubblico: «La proposta venga rivista»
Dopo il definanziamento dei 300 milioni destinati ai beni confiscati alla mafia, previsti nel piano iniziale del Pnrr, ora la nuova legge di bilancio prevede di ridurre di più dell’80 per cento il fondo destinato agli amministratori locali vittime di intimidazioni. Mentre viene azzerato quello da 5 milioni di euro destinato alle opere pubbliche nei Comuni sciolti per mafia.
Il Fondo amministratori sotto tiro
Il fondo era stato istituito con la legge di bilancio del 2021 ed è rivolto agli enti locali per finanziare iniziative per la promozione della legalità e di ristoro del patrimonio dell’ente o in favore di amministratori locali che hanno subito episodi di intimidazione connessi all’esercizio delle loro funzioni. A partire dal prossimo anno e nel 2026 il fondo passerà da 6 milioni a 1.
La scelta è in controtendenza rispetto ai dati rilevati dall’osservatorio del Viminale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali per il primo trimestre del 2024, che evidenziava a livello nazionale «un aumento del 26,7 per cento degli eventi di minaccia verso gli amministratori locali, con 327 episodi di intimidazione, a fronte dei 258 censiti nel primo semestre 2023».
L’azzeramento del fondo sui comuni sciolti per mafia
La legge di bilancio prevede invece il definanziamento totale del fondo disposto per i comuni sciolti per infiltrazione mafiosa in Italia – che sono in media uno al mese – che però spesso devono affrontare situazioni economiche delicate, talvolta di dissesto finanziario.
Per questi motivi Avviso pubblico, l’associazione nata nel 1996 che riunisce gli amministratori pubblici che si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica, ha già inviato una lettera alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ai ministri dell’Interno e dell’Economia e Finanze, Matteo Piantedosi e Giancarlo Giorgetti, alla presidente Chiara Colosimo e ai componenti della Commissione parlamentare antimafia per chiedere conto di queste misure e chiedere di rivedere le proposte di taglio ai due fondi, mantenendone inalterato lo stanziamento.
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