La famiglia Berlusconi deve essersi chiesta se l’alleanza di governo fosse ancora in accordo con lo spirito con cui Silvio Berlusconi aveva fondato Forza Italia
È ormai palese che alla famiglia Berlusconi non piace più l’alleanza di governo di Forza Italia con Lega e Fratelli d’Italia. La prima stoccata è venuta da Marina Berlusconi che ha detto di sentirsi più vicino alla sinistra che al governo per i diritti civili, compresi gli lgbt. La seconda è arrivata da Pier Silvio che ha fortemente contestato Matteo Salvini per l’intestazione dell’aeroporto di Malpensa al padre Silvio Berlusconi senza informare la famiglia e per aver suggerito l’aumento della quota pubblicitaria della Rai per abbassarne il canone. Pier Silvio Berlusconi ha anche difeso la tv pubblica per una completa informazione.
Il colpo decisivo è arrivato dalle nomine del parlamento europeo per le varie commissioni dove Forza Italia ha perso la presidenza della commissione Affari Costituzionali che aveva nella precedente legislatura. Questo è stato letto come il primo segnale negativo dopo le decisioni di FdI e Lega sulle nomine europee che hanno creato una netta frattura tra FI e Lega con FdI.
Ci si aspettano altre decisioni negative per l’Italia anche per le nomine dei commissari. Questi risultati negativi pesano soprattutto su Forza Italia, partito decisamente europeista che fa parte dei popolari, la maggiore forza politica del parlamento europeo. Non si possono poi dimenticare i continui scontri degli ultimi mesi tra Tajani Salvini e Meloni per visioni opposte sulla politica italiana, in particolare sull’autonomia differenziata che penalizzerebbe le regioni meridionali che sono un bacino di voti importante per Forza Italia.
La riflessione
A questo punto la famiglia Berlusconi deve essersi chiesta se l’alleanza di governo fosse ancora in accordo con lo spirito con cui Silvio Berlusconi aveva fondato Forza Italia. Nel dubbio si è pensato di fare un’analisi assieme a Tajani e Gianni Letta. La prima idea che ne è nata è stata quella di elevare lo standing culturale del partito con nuovi dirigenti.
Gianni Letta, come segretario generale alla presidenza del Consiglio nei governi Berlusconi, ha sempre operato per nominare persone di alto valore professionale e culturale come, ad esempio, Mario Draghi alla presidenza della Bce o Ignazio Visco come Govenatore di Bankitalia. È nota la sua malcelata disistima per molti esponenti di questo governo per la loro modesta cultura. Gianni Letta proviene da una famiglia di docenti universitari ed esponenti di alta cultura ed è profondamente convinto che per una efficace azione politica occorra un elevato livello culturale. È inaccettabile che un ministro della cultura come Gennaro Sangiuliano affermi che Colombo partì per le Indie seguendo le indicazioni di Galileo Galilei nato nel 1564.
Verso il centro
La nuova Forza Italia così ridisegnata potrebbe in teoria uscire dall’alleanza con FdI e Lega facendo cadere il governo per arrivare a nuove elezioni, alle quali si presenterebbe come un partito di centro, con l’ottica di ricevere i voti degli scontenti per l’alleanza con l’estrema destra di FdI e Lega e anche parte dei voti di Azione o di Italia viva che hanno fallito nella creazione di un polo di centro.
Certamente ben vista da Gianni Letta. Poiché in politica non si può mai escludere nulla si potrebbe infine vedere un accordo elettorale tra la nuova Forza Italia e il Pd, grazie al sentimento di Marina Berlusoni verso la sinistra.
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