L’attivista dei salvataggi in mare: «Quell’operazione è uno spreco ai danni dei migranti e degli italiani. I deputati Pd l’hanno svelato: se eletta, tornerà sulle navi, ma solo nei giorni di ferie»
Che Edi Rama abbia detto o no che i centri italiani per migranti in Albania sono «un flop» poco importa. Secondo Cecilia Strada – già nell’equipaggio della nave di ResQ People, oggi candidata alle europee, capolista Pd in Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta – al governo ci sono «dilettanti allo sbaraglio», quella scelta «è uno spreco di soldi degli italiani: 733 milioni per una cosa che non funzionerà mai. Il bluff è già stato svelato. Una delegazione del Pd è andata là e ha trovato solo le ruspe. E se anche riuscissero a costruire i centri, saranno bloccati dai ricorsi».
Ma la Ue a quei centri ha detto sì.
Quell’Europa è lo specchio anche delle posizioni dei governi che negli ultimi anni hanno lavorato a spostare le frontiere più in là, agli accordi con Libia, Tunisia, Turchia. Il recente Patto su migrazioni e asilo va in questa direzione. Il Pd non l’ha votato. Non funzionerà: né dal punto di vista dei diritti umani né da quello dei paesi di primo approdo. E non dovrebbe piacere agli elettori di Meloni, perché i paesi sovranisti si tirano fuori dalle ricollocazioni.
Il Viminale però spiega che in Italia gli sbarchi sono diminuiti.
Il governo utilizza i dati come gli conviene. Ci sono tante variabili, dalle condizioni meteo a quelle del paese di partenza, dal fatto che se chiudi una rotta se ne apre un’altra. Ogni volta che tiriamo su un muro diamo più potere ai trafficanti di esseri umani. Il fenomeno migratorio va governato, dobbiamo fare subito canali d’accesso sicuri e legali. Altrimenti nel 2045 il paese si fermerà: avremo un rapporto fra occupati e inoccupati di uno a uno.
Pagare i dittatori per tenere i migranti nei lager era anche la dottrina Minniti, cioè la dottrina Pd.
Gli effetti del Memorandum Italia-Libia del 2017 li ho visti dalle navi di soccorso, quando ero in mare: un’inaccettabile violazione dei diritti umani. Ma il Pd di Elly Schlein ha avuto il coraggio di dire “Abbiamo sbagliato”. E ha cambiato rotta. Ora chiede una missione di ricerca e soccorso europea nel Mediterraneo, perché non possiamo lasciare sola la Guardia costiera italiana e le navi a salvare le persone.
L’immigrazione non è un tema facile in campagna elettorale, a sinistra. Cosa le dicono le persone a cui chiede il voto?
Chi viene ai miei incontri è già aperto su questi temi. Ma la verità è che in questi incontri si parla molto di lavoro, e di donne. Perché i diritti o si tengono insieme o si perdono insieme. Se parli di lavoro, presto parli anche di gestione dei flussi migratori, di come far arrivare nuovi lavoratori e lavoratrici in un paese che invecchia. E comunque In Italia ci sono 4 milioni di persone che non si possono curare, e tre milioni e mezzo che vivono con meno di 950 euro al mese. Secondo me anche gli elettori della destra sono stanchi, e anche gli elettori di destra si ammalano e stanno in lista d’attesa negli ospedali. E hanno figli gay o figlie lesbiche. O fratelli lavoratori precari, a cui non dispiacerebbe avere almeno il salario minimo.
Lei è pacifista. Pace per lei è resa dell’Ucraina e cessate il fuoco in Medio Oriente?
Pace è cessate il fuoco, ovunque. E mettere ogni sforzo nel negoziato. In Ucraina bisogna arrivare a una pace giusta. A Gaza la situazione è drammatica. Quando in una guerra ci sono 35mila morti “ufficiali” vuol dire che ce ne sono tre volte tanto, sommando le vittime della mancanza di cure mediche e della fame. È in corso un massacro di civili, con crimini di guerra, comunque decida l’Aja, commessi da uno stato democratico dal quale ci aspetteremmo molto di più di quello che ci aspettiamo da un gruppo terroristico. Serve una soluzione politica, due popoli, due stati. Quando smetteranno le bombe, non si può tornare alla situazione precedente, cioè alla violazione quotidiana di diritti dei palestinesi, in attesa del prossimo 7 ottobre o del prossimo Piombo Fuso.
Che farà, se eletta, quando il Pd voterà altri aiuti militari all’Ucraina?
Nel Pd già c’è una pluralità di opinioni, e qualche voto in dissenso. Sarà come negli equipaggi delle navi, ognuno ha il diritto alla sua opinione, ma è il comandante che fa la rotta. La segreteria fa la sintesi e dà la linea, non la do io.
Se sarà eletta, tornerà sulle navi da eurodeputata?
Sarò al servizio dei mondi da cui provengo, non solo le navi, tutto il terzo settore. A chi incontro dico: le nostre vite sono fatte di impegno sociale che si conclude sempre con una richiesta alla politica di fare la propria parte. Se sarò eletta, sono pronta a portare questi bisogni nel Pd e nell’Europarlamento. E durante le mie ferie andrò a fare una missione di soccorso. La mia nave mi ha già detto che potrò tornare nella mia cabina.
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