Maneskin! Non ricordo una canzone così totalmente anglosassone e per nulla italiana vincere Sanremo. Che il secondo posto sia stato raggiunto anche grazie all’incredibile influenza di una singola persona - Chiara Ferragni - è la seconda rivoluzione. La cosa ancora più rilevante, anche e soprattutto per l’industria discografica, è anche aver visto così tante idee inaspettate, divertenti e interessanti. Meno comprensibile avere così tanti concorrenti e così tanti palesemente non all’altezza; le ultime posizioni riflettono molto fedelmente la qualità delle proposte. Questa potrebbe essere una indicazione per il futuro. Meno cantanti, asticella molto più alta. Non è spocchia, è necessità.

I Maneskin dopo l'esibizione della serata finale di Sanremo

La fine

Anche le vicende che sembrano infinite giungono al termine, come la notte di Eduardo… Questa sera è finito Sanremo e ognuno di quelli che ne è stato assorbito potrà tornare alla sua vita anormale; Sanremo è così, si dimentica, si mescola ad altre decine di Sanremo, ci si ricorda solo degli incidenti e di qualche canzone. È probabile che se venisse trasformato in uno show serio - ovvero una unica serata, con quindici canzoni e due o tre ospiti davvero notevoli, lo ricorderemmo meglio; sarebbe un punto, una finale di Coppa e non un intero campionato in cinque giorni. Non lo faranno mai. Dunque ci si chiede quanti di noi e voi hanno avuto veramente voglia di risentire per la terza volta in cinque giorni le stesse canzoni, unica variante il cambio d’abito. Ma tant’è, questo è il gioco, giochiamo.

La diretta

02:26 – Il premio Sergio Bardotti per il miglior testo è andato a Madame con la canzone “Voce”. Il premio Giancarlo Bigazzi per il miglior arrangiamento musicale assegnato dall’orchestra è andato a Ermal Meta. Il premio della critica Mia Martini è andato a Willie Peyote con “Mai dire Mai (La locura)”.

01:45 – “Ora” Aiello

Formidabile l'incipit del suo video di presentazione sul sito di Sanremo: «Ciao, sono Antonio Aniello, in arte Aiello». Nemmeno Totò e Peppino.

01:40 – “Parlami” Fasma

Effetti collaterali: disturbi intestinali, mancanza di stimoli, peristalsi bloccata, faccia diversa di un bad trip che dura da troppi anni. 

01:31 – “Glicine” Noemi

Classicazzo sanremese che ci sta sempre, altrimenti non sapremmo bene con chi prendercela. Che palle però.

01:25 – “Il farmacista” di Max Gazzé

LaPresse GRM FOTO/RASERO GUBERTI

Ah, che divertente l’elenco dei rimedi per la fidanzata malmostosa - non del tutto naturali, va detto, la trifluoperazina si usa per la schizofrenia. 

01:20 - “Torno a te” di Random

Sembra un chierichetto stonato. Carinissimo davvero.

01:15 – “Combat pop” dello Stato sociale

Lo Stato Sociale. Ovvero del perché il cazzeggio intelligente è un bisogno primario (non indotto)

01:13 – “Fiamme negli occhi” di Coma_Cose

Canzonetta da spiaggia (è un complimento), festa senza consumazione obbligatoria ma tramonto gratuito.

01:00: “Dieci” di Annalisa

«Baci francesi delivery» dev’essere il modo per dire booty call in pandemia. Tutto il resto è noia.

00:22 – “Amare” della Rappresentante di Lista

Andate a vedervelo/ascoltarvelo/ballarvelo: Se avessero portato questo a Sanremo, sarebbe stato WOW:

00:10 – “Voce” di Madame

Votassi io avrebbe già vinto dalla prima sera. Spacca. E spaccherebbe anche se avesse 50 anni. Ne ha 18. E si è pure scritta il pezzo.

23:58 – “Zitti e buoni” dei Maneskin

LaPresse GRM FOTO/RASERO GUBERTI

Per una chitarra distorta a Sanremo io ancora esulto. Ma quanto avrei voglia di vederli in jeans e maglietta nera.

23:43 – “E invece sì” Bugo

LaPresse GRM FOTO/RASERO GUBERTI

E daje con le frasi inconcludenti, le immagini evocative e il montaggio analogico.

23:35 – “Potevi fare di più” di Arisa

La canzone d’amore senza speranza, è un must di Sanremo, ome il maglione color salmone al collo del play-boy. Lo metti ma non lo indossi.

23:21 – “Quando ti sei innamorato” di Orietta Berti

La signora Berti, anche se non lo sai, ti rappresenta perfettamente.

23:07 – “Mai dire mai (la locura)” di Willie Peyote

Mi solleva vedere un rapper che contempla l’eleganza. Così, per rompere il cazzo.

22:40 – “Chiamami per nome” di Francesca Michielin e Fedez

Francesca Michielin e Fedez (LaPresse GRM FOTO/RASERO GUBERTI)

La cosa bella è stato il medley. Silvestri swing figo, Felicità technorobot perfetta per i tempi. Fiori lasciati a Fedez, stile! Amato molto.

22:20 – “Ti piaci così” di Malika Ayane 

«Non è spocchia ma necessità» è uno dei versi migliori di Sanremo. Pensateci.

22:12 – “Musica leggerissima” di Colapesce e Dimartino

Alan Sorrenti 2.0, si attacca bene ai neuroni, batto il tempo e questo è quel che serve a una canzonetta.   

22:02 – “Bianca luce nera” di Extraliscio e Davide Toffolo 

Extraliscio e Davide Toffolo (LaPresse GRM FOTO/RASERO GUBERTI)

La canzonetta più canzonetta sentita fino a qui. Semplice e adattabile a 103 diversi generi.

21:50 – “Quando trovo te” di Francesco Renga

Ero proprio curioso di sentire per la terza, no quarta volta, il pezzo di zzzzzz.

21:45 – “Santa Marinella” di Fulminacci

Fulminacci è una categoria dello spirito. Chitarrina acustica regolamentare, strimpella malinconico e alla fine per andar sul sicuro fa De Gregori.

21:41 – “Un milione di cose da dirti” di Ermal Meta

Riassunto del pezzo: “Ed ho un milione di cose da dirti, ma non dico niente”

Che poi è la ricetta per il successo sanremese, quasi sempre. 

21:18 – “Arnica” di Gio Evan

Quanti se ne incontrano di tipi alla Gio Evan, la cosa in comune è che ce li si dimentica in fretta. 

21:11 – “La genesi del tuo colore” Irama

Bloccato in albergo in quarantena, pensa te che sfiga. Disco di provincia e falsetti mi interessano. Grandissima tamarrata, molto bene.

21:05 – “Cuore amaro” di Gaia

La cosa bella di Gaia è stata la cover di Tenco. Belli gli occhi negli occhi, e piene di grazia, sogni che si prendono per mano.

21:00 – “Momento perfetto” di Ghemon

Un crooner-loser, che canta ai tavoli ormai deserti, i bicchieri da cocktail vuoti e rovesciati. E i fiati, classy.

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