Nell’exploit di Avs forte la componente del voto pacifista. Male le altre formazioni che hanno puntato su un approccio diplomatico per risolvere soprattutto il conflitto ucraino
Il pacifismo non paga. O meglio, favorisce solo Alleanza Verdi e Sinistra italiana: la scommessa sulla mobilitazione di quell’elettorato che vorrebbe vedere l’Unione europea in prima fila per la ricerca di una soluzione diplomatica al conflitto ucraino non ha ceduto invece alle lusinghe delle altre formazioni che hanno puntato su questo tema.
Un risultato che Avs si intesta senza se e senza ma: «Un risultato straordinario che ci ripaga di anni di lavoro e che ripaga il coraggio di una forza politica senza giri di parole. Viene punito l'asse della guerra in questa Europa: Scholz-Macron, un tonfo senza limiti perché la guerra porta a destra, al nazionalismo e alla xenofobia. Noi abbiamo avuto il coraggio di mettere in campo una proposta pacifista e coerente. Abbiamo sentito tanti che ci davano lezioni di pacifismo» ha detto Nicola Fratoianni durante la notte.
A poco è servito per esempio a Giuseppe Conte inserire l’hashtag “pace” nel simbolo del Movimento 5 stelle e di scagliarsi contro chi, dal suo punto di vista, aveva impedito di andare a vedere le condizioni a cui Vladimir Putin sarebbe disposto a sedersi al tavolo delle trattative: nella sua campagna elettorale la pace è stata uno dei pochi cavalli di battaglia in politica estera, insieme al reddito di cittadinanza riproposto in chiave europea.
«I nostri europarlamentari, 9-10, quanti saranno, saranno assolutamente coerenti con gli impegni che abbiamo annunciato in campagna elettorale. Saranno costruttori di pace, si batteranno per dire no all'austerity, cercheranno di rafforzare la legalità, per un Europa più verde, per rafforzare i diritti, per un Europa sociale, democratica e più inclusiva» ha spiegato in ogni caso Conte, dimostrando ancora una volta quanto il pacifismo fosse centrale nelle priorità dei grillini.
Poche speranze
Male anche Marco Tarquinio, ex direttore di Avvenire. La sua candidatura da indipendente (con qualche opinione spericolata incompatibile anche con la linea Schlein, come quella sull’aborto) nel Pd non ha pagato: settimo tra i dem nella circoscrizione centro, non arriva 30mila preferenze. Quasi a confermare le critiche di chi non lo vedeva in linea con le priorità del Pd, che ha sempre votato a favore degli invii di armi in Ucraina.
Affonda anche il progetto di Michele Santoro, che aveva addirittura chiuso la campagna elettorale ad Assisi, città simbolo della pace, e da sempre promuove un approccio più dialogante con Mosca: Pace Terra Dignità raccoglie appena 500mila voti su tutto il territorio nazionale, pari ad appena il 2,2 per cento delle preferenze, e rimane così fuori dal parlamento europeo.
E poi la Lega. Nelle ultime ore di campagna elettorale, Matteo Salvini aveva alzato i toni, accusando il presidente francese Emmanuel Macron di essere un «bombarolo» e giurando all’elettorato di non mandare mai soldati italiani al fronte ucraino né armi italiane per attaccare la Russia all’interno dei propri confini. Alle manifestazioni della campagna elettorale i leghisti accompagnavano i comizi con Give peace a chance e Blowing in the wind. In maniera non sufficientemente credibile, visto il 9 per cento della Lega.
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