- Fotografie e filmati rivelano le perdite subite dalle forze armate di Kiev nei primi assalti contro le linee fortificate russe.
- Distrutti almeno due Leopard russi e una decina di Bradley americani, mentre l’avanzata è di pochi chilometri.
- Ma gli esperti avvertono che le perdite sono inevitabili e che quello che vediamo è solo l’inizio della battaglia.
La controffensiva ucraina è iniziata da circa una settimana e dal fronte arrivano le prime notizie di perdite significative per le forze di Kiev. I canali social filorussi si sono riempiti di filmati che mostrano carri armati e blindati di fabbricazione Nato distrutti o abbandonati. Lo stesso presidente russo Vladimir Putin ha annunciato che la controffensiva ucraina è iniziata e che tutti gli attacchi sono stati respinti. Ma le operazioni, avvertono gli ucraini e gli esperti occidentali, sono appena iniziate e la prima fase di ogni offensiva contro posizioni fortificare è sempre la più difficile. Serivranno ancora giorni per farsi un’idea di come sta andando l’attacco.
Le perdite
Non ci sono dubbi che alcuni attacchi ucraini siano andati incontro al fallimento. Il filmato più diffuso e commentato in questi giorni mostrano un tratto di campagna aperta dove giacciono abbandonati mezza dozzina di blindati ucraini, la maggior parte bloccati da mine e successivamente distrutti quando i loro equipaggi li hanno abbandonati. Una scena
Secondo Oryxcorp, uno dei più accurati progetti che si occupano di contare le perdite nel conflitto utilizzando solo fotografie e filmati geolocalizzati, gli ucraini hanno perso almeno due carri armati di fabbricazione tedesca Leopard 2, due Amx francesi, diversi blindati di altro tipo e almeno 11 Bradley, costosi veicoli da combattimento per fanteria di produzione americana. Queste ultime perdite sono particolarmente significative. Gli Stati Uniti hanno promesso all’Ucraina poco più di cento Bradley e almeno un sessantina è stata consegnata. Significa che gli ucraini hanno perso circa il 10 per cento di tutti questi importanti veicoli.
Anche se gli ucraini continuano a mantenere un silenzio pressoché totale sulle loro operazioni, la vice ministra della Difesa Hanna Malyar ha in qualche modo ammesso l’attuale difficile situazione e ha ammesso che perdite devono essere attese e che «l’equipaggiamento militare indistruttibile deve ancora essere inventato».
Le avanzate
Con gli ucraini silenziosi e i russi intenti a diffondere notizie sulle perdite subite dagli avversari, è difficile stabilire se questi primi scontri abbiano portato qualche risultato concreto sul campo di battaglia. I guadagni, per il momento, sembrano minimi su entrambi i fronti principali su cui si combatte. Il più importante è quello meridionale che si trova nella regione di Zaporizhzhia.
Da qui, secondo analisti ed esperti ucraini e occidentali, le forze armate ucraine sperano di avanzare fino al mare, separando così il corridoio terrestre che congiunge la Crimea occupata con il resto della Russia. I combattimenti sono stati particolarmente intensi lungo le due dirretrici che gli ucraini stanno seguendo: quella di Orikhiv, a ovest, e quella di Velyka Novosilka, più a est. Combattimenti più ridotti sono in corso anche in Donbass, la zona più calda del fronte fino a poche settimane fa, divenuta ora un fronte secondario.
Anche nella migliore delle ipotesi per gli ucraini, fino a questo momento le avanzate in tutti i settori si possono misurare in pochi chilometri al massimo. Sembra inoltre che questi primi scontri abbiano coinvolto solo la prima linea di avamposti russi, mentre gli ucraini devono ancora scontrarsi con le principali fortificazioni preparate dai russi negli scorsi mesi.
Le prospettive
L’inizio dell’offensiva si è rivelato difficile per gli ucraini e il silenzio di Kiev sulle operazioni è interpretato da molti come la conferma che per il momento c’è poco da celebrare. Esperti e analisti raccomandando comunque prudenza. Per ora gli ucraini hanno utilizzato solo una frazione delle truppe tenute di riserva per la controffensiva, un’operazione che con ogni probabilità durerà ancora per settimane e forse mesi. «Pur non volendo dipingere un quadtro troppo roseo – ha scritto David Kofman, analista della Cna e uno dei più rispettati esperti delle forze armate russe e ucraine – Questa non è il tipo di operazione che si può giudicare sulla base di qualche giorno di combattimento».
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