L’inchiesta ha coinvolto massimi esponenti del governo: dala presidente del Consiglio Meloni, alla ministra del Turismo Santanché e al ministro della Difesa Crosetto
«Dacci oggi il nostro dossieraggio quotidiano», così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha commentato l’inchiesta pubblicata sulle pagine di questo giornale, senza riprendere direttamente “Domani” e preferendo invece ripostare un’infografica de “il Giornale”.
Le reazioni dei membri del governo non hanno tardato ad arrivare.
Guido Crosetto, tra i nomi spiati, ha scritto su X che ci sono molte domande da porsi in merito: «quanti dossier hanno costruito in questi anni? Quanti sono quelli che non conosciamo ancora? E poi: perché, su richiesta di chi, con che finalità?». Il ministro della Difesa solo il giorno prima era intervenuto di nuovo sull’altro caso dossieraggio in cui è coinvolto durante un’audizione al Copasir.
Il deputato e vicepresidente della commissione nazionale antimafia, Mauro D'Attis, ha commentato l’inchiesta con una nota: «Spiare è ormai sport nazionale». E ha aggiunto: «è necessario intervenire con l'inasprimento delle pene e con regole più restrittive». Gli ha fatto eco il senatore di Fratelli d’Italia Renato Ancorotti :«L’inchiesta di Bari solleva preoccupazioni profonde non solo per la privacy delle persone coinvolte, ma anche per la sicurezza dei cittadini in generale. L’episodio evidenzia quanto sia essenziale garantire una protezione adeguata dei dati personali in un'epoca in cui le informazioni sono vulnerabili a violazioni su vasta scala».
Augusta Montaruli vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera ha detto di non essere sorpresa: «L'auspicio è che la magistratura faccia presto chiarezza sull'accaduto per stabilire se ci troviamo di fronte a uno scandalo di portata maggiore, che si aggiunge all'inchiesta di Perugia ancora aperta e tutta da verificare».
Secondo il vicecapogruppo vicario dei senatori di Fratelli d'Italia, Raffaele Speranzon, stiamo vivendo un clima da Stasi (la principale organizzazione di sicurezza e spionaggio attiva nella Germania est): «Il caso dei dossieraggi assume contorni sempre più inquietanti. Attendiamo che la magistratura faccia il proprio corso per accertare se si tratta di un funzionario infedele o di uno scandalo di proporzioni ampie. Da parte mia la solidarietà a tutte le persone coinvolte». Solidarietà «a Giorgia Meloni, Ignazio la Russa e a tutte le altre vittime» arriva anche da Licia Ronzulli: «Quanto sta emergendo dalla procura di Bari è allarmante. Confidiamo che si faccia quanto prima chiarezza su una vicenda gravissima».
«Ancora una volta, il governo di centrodestra si trova nel mirino di numerosissimi accessi abusivi. Dopo lo scandalo Striano, assistiamo ad un nuovo tentativo di dossieraggio. Ma questa volta la vicenda appare ancora più grave visto che si parla di più di 7mila accessi in due anni, alcuni dei quali riguardano i conti bancari, guarda caso, dei vertici del centrodestra» afferma il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri.
Anche il senatore Andrea De Priamo è ritornato sul “caso dossieraggio” dicendo che: «L’inchiesta riaccende l’attenzione sul fenomeno inquietante di un continuo dossieraggio ai danni di esponenti del Governo e altre personalità. I dossieraggi o altre oscure iniziative di questo tipo non riusciranno comunque in alcun modo a ostacolare il grande lavoro che Giorgia Meloni sta svolgendo per risanare e rilanciare l’Italia anche nel contesto internazionale». Anche il vicepresidente del Copasir Giovanni Donzelli pensa che il tentativo di dossieraggio sia un «gesto eversivo» che svela «una carenza di coscienza democratica in chi si oppone a questo governo».
Non sono però coinvolti solo esponenti del governo, risulta che anche l’ex governatore della regione Puglia, ora europarlamentare, Michele Emiliano sia stato spiato. Dalle opposizioni il commento della senatrice Raffaella Paita di Italia Viva che ha detto: «Andremo fino in fondo perché un paese in cui si verificano fenomeni del genere non è libero». E quello di Ettore Rosato (Azione), vice segretario del Copasir: «mancano strumenti efficaci di controllo che obblighino a motivare gli accessi soprattutto quando sono così massicci. Serve un’azione coordinata da parte del governo per regolamentare in maniera molto più stringente; ciò riguarda banche dati pubbliche e private».
Fatto salvo per Giorgia Meloni, che ha deciso di commentare ironicamente facendo una battuta su X, e Guido Crosetto nessun altro dei diretti interessati si è espresso in merito.
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