Dell’Europa è il paradosso.
L’ha nell’undici rimosso
a pedate nel sedere,
mentre adesso il Cavaliere
vien riaccolto a braccia aperte.
Juncker pare il più solerte
nel suo alcolizzato dir:
«Mon cher Silvio, quel plaisir!»,
dopo quattro whisky almeno
tracannati in un baleno.
Col buon Lopez anche i crucchi
sobri o non del tutto ciucchi
si trasformano in lacchè:
«Grazie, Silvio dalla Ue!
Sempre in te l’Europa spera!»
È tornato ahimè com’era
dopo le immersion termali
e le plastiche facciali.
Ci risiam con i condoni,
con gli aumenti alle pensioni
ed a tutti meno tasse:
la flat tax e, non bastasse,
auto, casa e successioni
libere da imposizioni.
Lotta all’evasion fiscale
nella qual fu eccezionale.
Non c’è più nessun che inquadri
il decreto salvaladri,
vagon di leggi vergogna,
una per ogni bisogna,
lodo Alfan, lodo Schifani
che i processi fan lontani,
legge per le prescrizioni
che fa santi dei demoni,
legge blocca rogatorie,
leggi per le sanatorie,
legge sul falso in bilancio
che alla corruzion dà slancio.
E i conflitti di interessi,
le decine di processi,
giornalisti licenziati,
senatori prezzolati,
i quattrin dati ai mafiosi,
gli stallieri misteriosi.
Di Mubarak la nipote,
le olgettine con la dote,
la D’Addario sul lettone,
Tarantini suo lenone
«La patonza ha da girare!»
«Mussolini? Sull’altare!»
Tutto questo è perdonato,
il Caimano è ritornato
per il ben della nazione,
grazie a un popol credulone.
«Caro Silvio, che piacere!»
Giù il sipario. Miserere.
Carlo Cornaglia, ex manager, ha appena pubblicato per Aliberti Salvineide - In rime il mito di Capitan Mojito. Questi versi su Berlusconi sono stati scritti nel 2018
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