Il vicepremier pubblica un video del 2018 in cui si vede la giudice dell’ordinanza che ha disapplicato il decreto del governo, a un corteo al porto di Catania. L’Anm: «No allo screening della vita privata»
Nessun armistizio tra governo e magistratura. Ieri mattia, vicepremier Matteo Salvini ha lanciato un nuovo attacco alla giudice del tribunale di sorveglianza di Catania, che con la sua ordinanza non aveva convalidato il trattenimento di un migrante nel cpr come previsto dal decreto delegato.
Dopo aver rilanciato i contenuti della pagina Facebook della giudice risalenti al 2018 in cui sosteneva la Open Arms e averla accusata di aver preso una decisione politicamente orientata, Salvini ha rincarato la dose pubblicando sui suoi social un video, in cui la toga viene inquadrata durante un corteo antirazzista organizzato al porto di Catania.
Uno zoom in avanti, un primissimo piano al volto di una donna che non partecipa ai cori dei manifestanti ma osserva in prima fila i poliziotti davanti a lei, poi i caschi della polizia che entrano nell'inquadratura. Il video, datato 25 agosto 2018 comincia così e a poca distanza dalle riprese c’è la nave Diciotti con 177 migranti a bordo trattenuti da giorni. «Mi sembra di vedere alcuni volti familiari….», è il messaggio di Salvini – che per il caso Diciotti non è finito a processo solo perché il Senato negò l’autorizzazione a procedere per lui –, con un riferimento chiaro alla giudice Iolanda Apostolico ma senza nominarla direttamente.
Sotto il video, il primo dei commentatori a fare il nome è Anastasio Carrà: carabiniere in pensione, luogotenente siculo di Salvini che, nell’aprile del 2019, fu il primo sindaco della Lega sull’isola e che oggi è deputato. Nel suo commento, Carrà invita la giudice Apostolico a smentire la propria presenza al porto di Catania e chiede un’informativa urgente del ministro della Giustizia Carlo Nordio. In seguito al video, poi, tutti i massimi dirigenti della Lega hanno ripreso le parole del Capitano, attaccando Apostolico e chiedendo chiarimenti.
Immediata è stata la risposta dell’Associazione nazionale magistrati. Il presidente Giuseppe Santalucia ha detto che «è su quello che un giudice ha scritto nel suo provvedimento che si misura la terzietà» e non con «lo screening sulla sua persona», «altrimenti la compressione dei diritti di un magistrato diventa impossibile da reggere».
Diversa la posizione del laico al Csm in quota Forza Italia, Enrico Aimi, che presiede la commissione che valuterà la richiesta di pratica a tutela della giudice, che definisce le immagini «eloquenti» e aggiunge che «l'autonomia e l'indipendenza non si limitino esclusivamente allo svolgimento delle funzioni, ma devono riguardare anche la proiezione esterna». Il togato indipendente Roberto Fontana, tra i promotori della pratica, ha invece detto che «spostare l'attenzione sulla vita del magistrato e le sue eventuali attività esterne è un tentativo di delegittimare l'attività giurisdizionale».
Il video
Il video, tuttavia, solleva qualche interrogativo. Le immagini condivise da Salvini sono inedite rispetto a quelle utilizzate nei giorni del 2018 e sono girate da un punto di vista privilegiato. L’inquadratura, infatti, è appena dietro il cordone della polizia in tenuta antisommossa, di fronte ai manifestanti. Da un altro video emerso nelle scorse ore si vede un uomo in borghese, appoggiato ad un agente, con in mano una telecamerina.
«Come fa il ministro Salvini ad avere un video del genere e a usarlo come arma politica?», è il messaggio di Luciano Cantone, parlamentare etneo del Movimento cinque stelle, «Non posso credere che Salvini utilizzi la polizia come propria milizia personale e che addirittura riceva imbeccate per affossare una giudice», ha scritto, annunciando che presenterà un’interrogazione parlamentare.
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