- È stato interlocutorio il vertice di Palazzo Chigi tra le associazioni di categoria e il governo. Il ministro dell’Economia Giorgetti ha aperto sulla compensazione dei crediti attraverso il modello F24.
- Varie le ipotesi di soluzione della vicenda: Forza Italia pensa a un coinvolgimento delle società partecipate, come Eni ed Enel, mentre il sottosegretario Rixi ha parlato dell’opzione Cassa depositi e prestiti.
- In pochi credono alla volontà di dialogo per modificare il decreto. La sensazione è che l’esecutivo assuma la linea dell’intransigenza, come già accaduto sul decreto Carburanti.
Un tentativo di abbozzare qualche risposta alle imprese dopo la decisione di cancellare il Superbonus. Ma senza un’idea chiara da esporre ai diretti interessati, se non un'apertura maturata sulla compensazione dei crediti attraverso il modello F24. È stato interlocutorio il vertice di palazzo Chigi tra le associazioni di categoria, come Confindustria, Ance e Cna, e il governo, rappresentato dal sottosegretario alla presidenza, Alfredo Mantovano, dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, di quello dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. Assente il ministro Adolfo Urso in visita a Berlino, sostituito dalla sottosegretaria alle Imprese, Fausta Bergamotto.
Le idee da Cdp a Enel
Giorgetti ha spiegato di volersi concentrare inizialmente sulla bolla edilizia, facendo riferimento in particolare ai «19 miliardi di euro incagliati» per le «aziende del settore». Al momento non c’è un piano già elaborato, a dispetto della «tempestività delle risposte», chiesta dalla presidente dell’associazione nazionale costruttori, Federico Brancaccio, che alla fine ha espresso soddisfazione per il «confronto franco».
Norme transitorie
La nota di palazzo Chigi ha riferito che «nel tavolo tecnico saranno individuate norme transitorie al fine di fornire soluzioni nel passaggio dal regime antecedente al decreto legge a quello attuale», salvaguardando la particolarità «delle imprese di piccole dimensioni e di quelle che operano nelle zone di ricostruzione post-sisma». Le buone intenzioni ci sono, manca ancora la programmazione
Ma in che modo si pensa di affrontare la questione? Sono varie le proposte circolate: è stato ipotizzato, da Forza Italia, il ricorso alle partecipate pubbliche, con in testa Eni ed Enel, che sarebbero chiamate a prendersi in pancia i crediti attualmente bloccati, per scalarli in seguito sugli F24 dei dipendenti. Una partita che, alla fine, porterebbe lo stato a ripianare la situazione, con un percorso un po' tortuoso. Un’opzione simile, seppure con strumenti diversi, è stata abbozzata dal viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Edoardo Rixi, che ha parlato del possibile intervento di Cassa depositi e prestiti. «L’intervento di Cdp è una delle ipotesi allo studio», si è limitato ad anticipare.
Un’operazione che però, fanno notare fonti governative, rischia di essere lunga e complicata, benché potrebbe trovare la mano tesa di una parte dell’opposizione. «Se solo la maggioranza avesse prestato un po' di attenzione ai nostri emendamenti sulla legge di bilancio, oggi probabilmente avremmo già visto i benefici di un intervento di Cdp», dice la capogruppo del Pd alla Camera, Debora Serracchiani.
Tensioni continue
E se da un lato è partito il dialogo con le parti in causa, dall’altra parte si avvertono ancora le conseguenze nella maggioranza del blitz governativo. La tregua è durata poco, giusto il tempo di apprezzare la disponibilità al confronto manifestata dall'esecutivo. All’interno di Forza Italia c’è chi non crede troppo all’ipotesi del confronto in parlamento per trovare la soluzione meno indolore possibile alla vicenda Superbonus. La sensazione è che il governo assuma la linea dell’intransigenza all’insegna del «non facciamo marcia indietro», come già accaduto sul decreto Carburanti. Su quel testo ha rischiato il muro contro muro tra i partiti di centrodestra. Lo scontro si è chiuso, come è noto, con la fiducia votata alla Camera e l’approvazione in prima lettura del provvedimento che arriverà nelle prossime ore.
C’è, comunque, chi è intenzionato a portare avanti l’impegno a rivedere l’impianto iniziale del decreto sugli incentivi. «Il parlamento deve migliorare il testo dopo le aperture che sono arrivate dal governo sul dialogo», dice Erica Mazzetti, deputata di FI, tra le prime a far sentire la propria voce dissenziente dalla mossa compiuta durante il consiglio dei ministri.
Forza Italia vuole la revisione dei bonus
Le distanze restano siderali, poi, sul progetto di garantire incentivi per favorire l’edilizia. «Dobbiamo pensare», aggiunge Mazzetti, «a un pacchetto di misure che garantiscano degli effetti sul settore per i prossimi dieci anni». Durante il confronto parlamentare, verrà messa sul tavolo l'iniziativa di prevedere la cessione del credito, con sconto in fattura, a chi effettua interventi di riqualificazione che fanno scalare più classi energetiche alle abitazioni. Un balzo dalla classe F alla A dovrebbe essere premiata, secondo i forzisti, tenendo presente il reddito dei richiedenti. Dunque, una revisione della materia. Sempre che non venga posta la fiducia, come prevede più di qualche parlamentare della stessa maggioranza.
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