Dal 2016 la procura della Corte dei conti contesta a Garavaglia, allora assessore della Lombardia, di aver contribuito a un danno erariale tra i 2 e i 13 milioni. Ma del procedimento si sono perse le tracce, in attesa della prescrizione a fine 2021
- Nel 2016 la procura presso la Corte dei conti lombarda nel 2016 ha aperto una istruttoria a seguito della controversa vendita del palazzo Beretta, che si trova in Corso Italia a Milano e ospita la sede della Ast del capoluogo.
- La Contestazione di responsabilità si chiude con una accusa di danno patrimoniale ai quattro indagati compreso tra 2 e 13 milioni di euro.
- Garavaglia, allora assessore in regione Lombardia, non avrebbe avuto titolo per occuparsi di questa cessione, ma ha avuto in realtà un ruolo determinante.
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Foto LaPresse - Stefano Porta 11/07/2017 Milano ( Mi ) Cronaca Il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni e gli assessori Alessandro Sorte (Infrastrutture e Mobilita') e Massimo Garavaglia (Economia, Crescita e Semplificazione)alla conferenza stampa in merito alla situazione dei treni regionali Nella foto: Massimo Garavaglia
Un'istruttoria amministrativa durata ben cinque anni, senza che sia possibile capire se abbia portato a un processo o a un'archiviazione. Un appello penale che giace nelle cancellerie da ben oltre un anno senza che sia fissata la data di prima udienza. La legge sarà uguale per tutti, ma per qualcuno è sicuramente più lenta. E lo scorrere del tempo senza l'esercizio dell'azione giurisdizionale avvicina alla prescrizione che salva da tutti i peccati.
Cercare di capire meglio cosa stia succedendo ai procedimenti che riguardano il neo ministro del Turismo Massimo Garavaglia, esponente di punta della Lega tornato a Palazzo Chigi grazie al governo Draghi, è esercizio complicato per l'assoluta mancanza di risposte quando si chiede conto dello stato dei processi o delle inchieste che lo vedono coinvolto.
L’inizio nel 2016
E' il caso, innanzitutto, dell'istruttoria aperta dalla procura presso la Corte dei conti lombarda nel 2016 a seguito della controversa vendita del palazzo Beretta, che si trova in Corso Italia a Milano e ospita la sede della Ast del capoluogo.
La verifica della Corte arriva dopo la scoperta della cessione dell'immobile alla Cassa depositi e prestiti (Cdp) per 25 milioni di euro nel 2014, con la Cdp che poco tempo dopo rivende per 38 milioni di euro il palazzo alla società Beni Stabili, che ha cambiato nome in Covivio dopo una fusione con una società francese e che è controllata da Leonardo Del Vecchio.
Un'operazione in due fasi che ha garantito a Cdp una plusvalenza lampo di ben 13 milioni di euro e ha assoggettato invece la Ast al pagamento di alti affitti che durano fino a ora, crescenti nel tempo secondo lo schema contrattuale negoziato con Cdp e poi ceduto a Covivio. Perché per la Ast non si è mai trovata una nuova sede più economica nonostante fosse pacifico che, prima di alienare il palazzo, la regione Lombardia avrebbe dovuto cercarla.
La procura di Milano aveva aperto tempo fa un fascicolo, poi chiuso con un'archiviazione.
Resta il nodo del possibile danno patrimoniale per la Ast, depauperata della sua sede. E qui torna in ballo Garavaglia, al tempo assessore regionale all'Economia della Regione Lombardia in quota Lega nonché consigliere d'amministrazione per la gestione separata di Cassa depositi e prestiti. Ovvero l'ente che ha acquisito il palazzo.
Il conflitto di interessi
Scrivono i magistrati contabili nella «Contestazione di responsabilità e un invito a dedurre» che Domani ha potuto leggere e che la procura della Corte dei conti lombarda a emesso verso il neo ministro e altri tre soggetti: «Dalla disamina degli atti istruttori, rilevante e causalmente determinante appare anche l’intervento e la partecipazione procedimentale dell’assessore dott. Massimo Garavaglia che, nonostante la titolarità di un assessorato dotato di un bilancio autonomo e distinto rispetto all’assessorato alla Salute competente per materia e per interesse finanziario, ha svolto di fatto il ruolo di direzione e d’impulso determinante allo svolgimento rapido ed urgente dell’operazione negoziale».
Garavaglia «in evidente posizione di conflitto di interessi istituzionali» per il doppio ruolo di assessore e consigliere di Cdp «non solo è incluso in tutte le mailing-list riguardanti l’operazione di cessione dei beni immobili, ma (...) ha pure convocato e partecipato a diverse riunioni, sollecitando la rapida conclusione del procedimento negoziale, non conferendo rilievo ai molteplici e rilevanti dubbi sull’effettiva alienabilità, disponibilità ed immediata commerciabilità del bene oggetto di vendita, posti in piena evidenza negli atti istruttori».
Tradotto: Garavaglia, che non avrebbe avuto titolo per occuparsi di questa cessione, ha avuto in realtà un ruolo determinante e ha accelerato la vendita del palazzo senza che la regione avesse prima trovato una nuova sede.
Il successivo contratto preliminare di vendita a Beni Stabili (società che ha rilevanti interessi a Milano e che è entrata nella cordata che ha rilevato lo Scalo Romana dove sarà costruito il villaggio olimpico per Milano-Cortina 2026) è avvenuto dopo solo sei giorni dalla stipula del contratto di locazione, secondo quanto ha ricostruito il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza che si è stata delegata alle indagini dai pm contabili.
La Contestazione di responsabilità, l'atto con il quale, al termine della fase istruttoria chiedono ai destinatari di fornire la loro versione dei fatti, si chiude con una accusa di danno patrimoniale ai quattro indagati compreso tra 2 e 13 milioni di euro dopo una serie di stime sul valore reale del bene, che si sospetta fosse stato sottovalutato artificiosamente per poi permettere una plusvalenza a Cdp e una locazione d'oro a Beni Stabili.
L’esito misterioso
Su quello che è successo dopo la Contestazione di responsabilità è nebbia fitta, così come è impossibile sapere di più sullo stato del procedimento penale che riguarda Garavaglia e che pende alla seconda sezione della Corte d'Appello di Milano senza che sia stata fissata l'udienza a distanza di oltre un anno.
La procura aveva fatto ricorso contro l'assoluzione del neo ministro dall'accusa di «turbata libertà degli incanti», decisa nel 2019 dal Tribunale, per un'assegnazione alla Croce Azzurra Ticinia di un appalto per il trasporto di dializzati che sarebbe stata pilotata. Per lo stesso fatto è stato condannnato l'allora assessore alla Salute della Regione Lombardia Mario Mantovani, imputato in concorso con Garavaglia.
Scrive il pm nel suo atto di appello: «Non si scorge una differenza sostanziale e qualitativa tra le condotte ascritte a Mantovani, giustamente condannato, e quelle riconosciute come commesse da Garavaglia: appare del tutto fisiologico che, dalle posizioni apicali in cui operavano i due, fosse più che sufficiente delegare alla gestione del -Problema Bando Dializzati - i propri collaboratori che potevano così agire forti dell’avallo degli Assessori di riferimento».
Il reato potrebbe prescriversi a fine 2021, come ci ha confermato anche l'avvocato Jacopo Pensa: «Garavaglia è stato indagato per una telefonata meramente informativa, non vedo come sia possibile che lo si condanni per turbativa. Sul tema del procedimento presso la Corte dei conti non ho, invece, nulla da dire, perchè non mi occupo di questi profili per Garavaglia».
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