Il 2021 si era chiuso con Mattarella che salutava tutti pronto ad andarsene al termine del settennatto, ma dopo la rielezione a gennaio 2022 torna in diretta dal Quirinale per parlare alla nazione. Il riconoscimento a Meloni dell’importanza di una presidente donna, ma l’avvertimento dopo la legge di bilancio: «La Repubblica è nel senso civico di chi paga le tasse»
Il discorso di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella del 2021 si era chiuso con un chiaro messaggio di addio che il parlamento non ha voluto cogliere, così a gennaio 2022 è stato rieletto presidente ed eccolo tornare in diretta dal Quirinale puntuale alle 20:30 del 31 dicembre.
Lo ha ricordato lui stesso all’inizio del suo intervento, parlando anche della fine anticipata della legislatura e delle elezioni: «Il chiaro risultato elettorale ha consentito la veloce nascita del nuovo governo, guidato, per la prima volta, da una donna. È questa una novità di grande significato sociale e culturale, che era da tempo matura nel nostro paese, oggi divenuta realtà».
Un riconoscimento alla presidente del consiglio Giorgia Meloni prima di passare alle indicazioni: «La costituzione resta la nostra bussola», ha detto Mattarella ricordando che domani sarà il 75esimo anniversario dell’entrata in vigore della Carta, il primo gennaio 1948, e soprattutto con una critica dopo la discussione sulla legge di bilancio: «La Repubblica è nel senso civico di chi paga le imposte perché questo serve a far funzionare l’Italia e quindi al bene comune».
Dalla parte dell’Ucraina
Sul fronte estero un ruolo centrale la pace e il conflitto in Ucraina: «Pensiamoci: se l’aggressione avesse successo, altre la seguirebbero, con altre guerre, dai confini imprevedibili», ha detto il presidente che si schiera fermamente dalla parte di Kiev.
Degli «ulteriori gravi danni» provocati dalla guerra, «la responsabilità ricade interamente su chi ha aggredito e non su chi si difende o su chi lo aiuta a difendersi». Ha aggiunto: si prova «profonda tristezza per le tante vite umane perdute e perché, ogni giorno, vengono distrutte case, ospedali, scuole, teatri, trasformando città e paesi in un cumulo di rovine. Vengono bruciate, per armamenti, immani quantità di risorse finanziarie che, se destinaste alla fame nel mondo, alla lotta alle malattie o alla povertà, sarebbero di sollievo per l'umanità».
In un passaggio ha ricordato anche l’Iran per la forza di volontà nell’affermare i diritti: «Lo testimoniano le giovani dell’Iran, con il loro coraggio. Le donne afghane che lottano per la loro libertà. Quei ragazzi russi, che sfidano la repressione per dire il loro no alla guerra».
L’uguaglianza
Mattarella ricorda che «la Repubblica deve rimuovere gli ostacoli» di ordine economico e sociale. La disuguaglianza è uno dei temi che sta più a cuore a Mattarella: «Lo stato siamo noi insieme», dal terzo settore alle province: «La Repubblica è costituita dalle donne e dagli uomini che si impegnano per le loro famiglie». Un ammonimento sull’autonomia differenziata di cui si continua a discutere, ma anche alla luce delle polemiche sulla legge di bilancio.
E se in campo economico Mattarella ribadisce da una parte il senso civico di chi paga le tasse, dall’altra ricorda l’importanza del sistema sanitario nazionale, a cui finora l’esecutivo non ha dato risposte: «Occorre operare affinché quel presidio insostituibile di unità del paese rappresentato dal Servizio sanitario nazionale si rafforzi, ponendo sempre più al centro la persona e i suoi bisogni concreti, nel territorio in cui vive».
Covid-19
Anche stavolta non ha dimenticato la pandemia: «Gli ultimi anni sono stati duri. Ciò che abbiamo vissuto ha provocato o ha aggravato tensioni sociali, fratture, povertà. Dal Covid - purtroppo non ancora sconfitto definitivamente – abbiamo tratto insegnamenti da non dimenticare». Dalla scienza al senso di comunità.
Giovani e futuro
Il presidente della Repubblica forse ancora più di altre volte ha parlato di giovani e di futuro. Oltre alla digitalizzazione e alla necessità di accrescere l’uso di energie rinnovabili «per vivere e progredire», ha parlato anche di lavoro: «La carenza di lavoro sottrae diritti e dignità: ancora troppo alto è il prezzo che paghiamo alla disoccupazione e alla precarietà. Allarma soprattutto la condizione di tanti ragazzi in difficoltà». Insieme alla povertà minorile che «dall’inizio della crisi globale del 2008 a oggi, è quadruplicata».
Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha annunciato l’intenzione di potenziare l’educazione stradale, sotto la spinta del recente drammatico incidente che ha visto morire il diciottenne Francesco Valdiserri, figlio dei giornalisti Luca e Paola Di Caro. Un giovane travolto da un’auto guidata da una ventitreenne. Mattarella ha lanciato un messaggio specifico in questo senso.
Il cordoglio per Ratzinger
A papa Francesco, Mattarella ha come al solito mandato un saluto e il suo augurio, e ribadito il suo «cordoglio per la morte di papa Benedetto XVI». In mattinata il presidente della Repubblica, di fede cattolica, ha inviato il suo messaggio di cordoglio per la morte del papa emerito Benedetto XVI. Nel testo ha detto che si è trattato di «un lutto per l’Italia».
L’incoraggiamento
In più punti Mattarella è stato incoraggiante, con l’esortazione finale: «Care concittadine e cari concittadini, guardiamo al domani con uno sguardo nuovo. Guardiamo al domani con gli occhi dei giovani. Guardiamo i loro volti, raccogliamo le loro speranze. Facciamole nostre».
E ancora: «La Repubblica vive della partecipazione di tutti. È questo il senso della libertà garantita dalla nostra democrazia. È anzitutto questa la ragione per cui abbiamo fiducia».
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