Secondo gli ultimi sondaggi, con una legge elettorale proporzionale vincerebbe il centrodestra. Così il partito di Silvio Berlusconi, con il suo 7 per cento circa, diventerebbe l’ago della bilancia
- Nella Camera “light” composta da 400 deputati, il centrodestra otterrebbe la maggioranza. Ma i 31 di Forza italia sarebbero determinanti per governare e ridarebbero centralità partito di Berlusconi.
- Per questo buona parte dei parlamentari di Fi, complici anche i dissapori sulla leadership di Matteo Salvini e le divisioni interne alla coalizione, si stanno esponendo in favore della legge elettorale proporzionale.
- Il testo è fermo in commissione, però, e il percorso per approvarlo è ancora lungo, a causa delle voci critiche interne al Partito democratico e alla contrarietà di Leu allo sbarramento al 5 per cento.
Esiste un modo per far risorgere Forza italia ed è la legge elettorale proporzionale. Non sarà un ritorno in campo naturale: l’emorragia di voti è continua, dal 14 per cento delle politiche 2018 il partito di Silvio Berlusconi è sceso all’8,8 delle europee 2019 e ora un sondaggio di Pagnoncelli per il Corriere della Sera la stima al 6,8. L’artificio delle alchimie elettorali, tuttavia, potrebbe restituire a Fi una insperata centralità. La dimostrazione la fornisce una simulazione prodotta da Pagnoncelli, che mostra cosa succederebbe se venisse approvato il testo base della nuova legge elettorale proporzionale con sbarramento al 5 per cento, attualmente arenato in commissione Affari costituzionali alla Camera. Nella Camera “light” composta da soli 400 deputati, il centrodestra otterrebbe la maggioranza con 111 seggi alla Lega, 77 a Fratelli d’Italia e 31 a Forza italia, contro i 91 eletti del Partito democratico, 85 del Movimento 5 Stelle, 3 di Italia viva e 2 del partito sudtirolese Svp.
L’ago della bilancia
Fatte le somme, il centrodestra totalizzerebbe una maggioranza di 219 deputati contro i 181 del centrosinistra con i grillini. La proiezione, però, dice anche qualcos’altro: a fare la differenza, con una legge proporzionale, saranno i moderati di Forza italia. Un blocco che rivendica la sua collocazione europeista nel Partito popolare europeo e che, in questa concitata fase politica, sembra sempre meno amalgamabile con la destra sovranista di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Al netto delle previsioni future, però, il dato è chiaro: con la legge proporzionale, l’ago del parlamento sarà Forza italia e i suoi 31 eletti, che per ora continua a scommettere sull’alleanza di centrodestra fondata da Berlusconi ormai più di vent’anni fa. Dentro la quale, però, Fi passerebbe dall’essere fanalino di coda a jolly indispensabile.
Non a caso, in questi giorni, otto deputati forzisti hanno firmato una nota congiunta in cui dicono che «La riduzione del numero dei parlamentari ha già in sé un implicito effetto maggioritario. Il solo modo per riequilibrare questa distorsione nella rappresentanza è approvare una legge proporzionale con le preferenze». Le firme - Daniela Ruffino, Simona Vietina, Raffaele Baratto, Alessandro Battilocchio, Dario Bond, Luigi Casciello, Osvaldo Napoli, Guido Pettarin - non sono dei capicorrente, ma nascondono un’adesione ben più ampia all’interno di Forza Italia. In ordine sparso, anche la vicepresidente della Camera e presidente della corrente Voce libera, Mara Carfagna ha aperto al proporzionale, come anche gli ex ministri Renato Brunetta e Gianfranco Rotondi. La vocazione di Forza italia è sempre stata maggioritaria ma nasceva insieme al progetto dell’alleanza coesa di centrodestra, mentre ora tra le fila dei parlamentari cova ormai da tempo insofferenza nei confronti della leadership di Matteo Salvini, attualmente in calo di consensi e fiaccato dalle inchieste giudiziarie. Il conto sul vantaggio elettorale di un proporzionale potrebbe fare il resto e convincere i berlusconiani se non a favorire votando con la maggioranza, almeno a non sabotare il “Brescellum” fermo in commissione. La legge voluta dai Cinque stelle sembra scritta su misura per Forza italia: l’unico partito col consenso a una cifra che però continua a superare agevolmente la soglia di sbarramento al 5 per cento, a differenza dei partiti di maggioranza come Liberi e uguali e Italia viva.
Proprio per questo, la strada per l’approvazione della legge è ancora lunga. Nello stesso Partito democratico, che ha rilanciato la legge elettorale come parte del pacchetto di correttivi al taglio dei parlamentari, si sono fatte sentire nuove voci contrarie al proporzionale: da Romano Prodi a Enrico Letta, fino a Walter Veltroni. Eppure, rimettere mano al testo significa ricominciare da zero la lunga trattativa con i Cinque stelle e il primo contrario a farlo sarebbe il segretario Nicola Zingaretti.
In questo quadro, Forza italia può solo pazientare, agevolare dove può e smussare come riesce la voglia di Salvini di sabotare ogni iniziativa della maggioranza. Nella speranza che la legge proporzionale prosegua il suo lento percorso parlamentare.
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