Qualche giorno fa ero davanti alla cassa di un ristorante e discutevo con il proprietario sul perché non avesse chiesto il green pass ai clienti, me compresa. All’improvviso, senza che nessuno l’avesse interpellato, s’è intromesso nella conversazione un uomo piuttosto anziano che era lì in fila dietro di me e con aria sprezzante ha mugugnato: «Beh, se non le sta bene se ne stia a casa». A casa. Io. Che sono pure vaccinata.

Ed è lì che ho realizzato quale sconclusionato capovolgimento del buonsenso si stia facendo strada tra i no-vax: siamo noi quelli che disturbano la loro vita sociale.

«Gli zombie siete voi», mi aveva detto il gentiluomo al Circo Massimo prima di darmi una testata. C’è dunque la prepotenza ottusa e arrogante di chi non solo mette in pericolo la vita, la socialità, la tranquillità economica di tre quarti del paese, ma ritiene pure che - da minoranza qual è - possa decidere cosa dovrebbe fare la maggioranza.

Quindi, non solo sono favorevole al super green pass, ma continuo a coltivare la speranza che venga introdotto l’obbligo vaccinale, che nasconde un altro obbligo nobile e imprescindibile per la società: quello di salvare più vite possibili. Anche quelle dei no vax. Perché non ci riguarda solo la loro vita, ma ci riguarda anche e soprattutto la loro morte: più persone si ammalano gravemente e muoiono di Covid, più il ritorno alla normalità si allontana.

La prova di forza

(LaPresse)

Certo, il super green pass non è la soluzione definitiva, come non lo può essere nessuna misura di contenimento, visto che “contenere” ha un significato preciso che non è “azzerare”, ma ha un significato che va oltre l’aspetto epidemiologico: è un contenimento della convinzione dei no vax di poter dettare le regole. Di tenere in scacco un paese.

Il super green pass è una dimostrazione di forza, il ribadire a questa gente ostinata e pericolosa che può alzare l’asticella delle proteste quanto vuole, ma il governo non solo non arretrerà, bensì avanzerà. Che le regole saranno sempre più stringenti, che la vita sociale di un no-vax sarà sempre più complicata.

Tant’è che appena capito l’andazzo, appena capito che noi microchippati e asserviti ai poteri forti continueremo ad andare al cinema e al ristorante nonostante cortei e isterie, consentendo all’economia di continuare a girare, adesso la protesta dei no-vax vira improvvisamente: vogliono boicottare l’economia, lo shopping, le banche.

LaPresse

«Colpiamoli nel portafoglio. Niente più uso della carta di credito e/o bancomat, niente consumi superflui, non ricorrere alle multinazionali tipo Amazon, niente acquisti nei centri commerciali, utilizziamo prodotti italiani e negozi di vicinato. Niente banca, ritiro liquidità dai conti correnti, scorporare quota abbonamento canone e disdire abbonamento Rai. Non vedere canali generalisti. Non consumare, non seguire più programmi. Il potere lo abbiamo noi consumatori ed utenti. Niente spese a Natale. Stiamo tra noi e facciamo un Natale come facevano i nostri nonni. Mandiamo a cag** i negozi, i ristoranti battenti greeeeeen passsss. Disobbedire, sparire come consumatori!», ha dichiarato un Enrico Montesano nel suo monologo più divertente dal lontano debutto nel 1966. Dunque, anche un ritorno al baratto.

Ora, a parte che mi auguro in futuro sia coerente e per l’acquisto di biglietti al cinema e teatro per assistere ai suoi show accetti in cambio coppette mestruali, canotti da yoga e agende riciclate in sterco d’elefante. A parte che se i no vax cominceranno a tenere i soldi nel doppiofondo del comodino, ad ogni manifestazione no-vax ci saranno 12.000 furti in appartamento, la vera domanda è: questa gente non era quella che “vogliono chiuderci, farci fallire”?

Solo per essere contro

Foto Claudio Furlan/LaPresse

Dunque, riassumendo, ad oggi, l’evoluzione della protesta no vax è stata: il Covid non esiste, il Covid non uccide, hanno inventato il Covid perché ci vogliono uccidere, hanno inventato il vaccino perché ci vogliono uccidere (il Covid da solo non bastava?), i tamponi bucano il cervello, vogliamo fare solo i tamponi e non i vaccini, dovete riaprite tutto, vi facciamo chiudere tutto.

Roba che nemmeno il parlamentare medio cambia idea tante volte quanto un no-vax. 

Ergo, è chiaro che dietro a queste proteste c’è solo il desiderio di essere contro. Sono quindi per rendere a questa gente la vita il più complicata possibile, quindi viva il super green pass pure se ha evidenti punti di fragilità. Non si capisce per esempio perché non debba valere in palestra. O nei ristoranti degli alberghi, in cui allegre comitive trascorreranno il Capodanno.

Non si capisce neppure perché chi si occupa di disabili possa essere esentato dall’utilizzo del super green pass, visto che i primi a dover essere protetti sarebbero proprio i disabili.

Non si capisce neppure chi eseguirà controlli sui mezzi pubblici e chi controllerà che chi fa i controlli abbia il super green pass.

Non si capisce perché il super green pass dovrebbe iniziare a dicembre ed esaurire la sua funzione dopo le feste, come un cinepanettone qualunque.

Si capisce, in compenso, che le feste nelle case e le cene dai parenti in cui il nonno chiede se hai portato i fagioli per la tombola e non certo il super green pass saranno i focolai più scontati e inevitabili, che molti ristoratori - come già accade - chiuderanno un occhio, che la quarta ondata è solo all’inizio.

Per questo il super green pass non dovrebbe essere un cinepanettone ma un grande classico, da mantenere in programmazione per lunghissimo tempo.

Perché finché non ci sarà l’obbligo vaccinale, l’unico posto in cui per entrare non dovrebbe servire il green pass è il cimitero.

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