È un favore a Fratelli d’Italia che potrebbe ripagare ricavandogli un altro ruolo di prestigio. Intanto il centrodestra deve accelerare la discussione per trovare un candidato comune
In pieno stile grillino il presidente della regione Sicilia, Nello Musumeci, ha scelto i social per dimettersi. Così ha innanzitutto lanciato un messaggio al suo acerrimo nemico, e fermo oppositore alla ricandidatura: il presidente dell'Ars, l’assemblea regionale, Gianfranco Miccichè.
Il presidente, con toni pacati, seduto nel suo studio e senza cravatta, lascia il campo senza però mai pronunciare la parola dimissioni, quasi a voler puntare a una nuova sfida ai rivali del centrodestra. Questi ora dovranno correre per trovare una quadratura del cerchio che appare ancora lontana, viste anche le frizioni di coalizione per la corsa alle politiche e lo scontro soprattutto tra Meloni e Salvini.
Insomma Nello Musumeci, ex missino, lancia il suo ultimo guanto di sfida, nella speranza di costringere i suoi alleati a dargli una nuova investitura per assenza di decisioni condivise ed evitare un candidato invece divisivo. E difatti tra gli ultimi passaggi del suo video si dice pronto a guidare nuovamente il centrodestra verso la vittoria.
Un favore a Fratelli d’Italia
Al di là dei proclami, sono evidenti le motivazioni che hanno spinto Musumeci a lasciare anzitempo la poltrona. È innanzitutto un favore al suo nuovo partito di appartenenza. Fratelli d'Italia gli aveva chiesto di lasciare anzitempo per favorire anche in terra sicula la stravittoria di Giorgia Meloni. Cosa che certamente sarà ripagata dalla leader, anche con un nuovo ruolo per il governatore qualora le scelte di candidatura dovessero cadere su un altro nome.
Ma su quale nome potrebbe puntare allora il centrodestra in Sicila? In pole position si ritrova l'ex ministra del governo Berlusconi Stefania Prestigiacomo che appena due giorni fa sarebbe stata ufficialmente investita della carica dal presidente Berlusconi che l'avrebbe chiamata al telefono. Prestigiacomo sembra abbia anche l'appoggio di Gianfranco Miccichè, che potrebbe puntare a un assessorato a lui confacente, come quello alla Cultura.
Nello scontro ancora tutto aperto tra le anime del centrodestra spuntano poi altri nomi. Come quello di Raffaele Stancanelli, vero vincitore delle scorse regionali, appoggiato da figure forti della coalizione, ma non dalla stessa Meloni, che comunque in questo momento mira a non rompere il fronte, per ottenere il via libera al suo capogruppo Francesco Lollobrigida nel Lazio.
Il punto di Salvini
In visita a Lampedusa, Matteo Salvini ha detto chiaramente che il nome del “loro” governatore sarà indicato a giorni. E proprio Salvini avrebbe già messo sul piatto il nome del coordinatore regionale Nino Minardo. Una possibile alternativa è Alessandro Pagano, senatore della Lega, nato a Messina. Ultimo nome della lista è quello del magistrato Massimo Russo, ex assessore alla Salute del governo di Raffaele Lombardo.
Se fosse Russo il prescelto, allora saremmo di fronte a uno scontro tra magistrati, visto che anche Chinnici lo è. Inoltre, entrambi sono due ex assessori della stessa giunta regionale, proprio quella di Lombardo che ai tempi ha guidato un esperimento politico che ha provato a unire parte del centrodestra con parte del Pd.
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