Il ministro della Giustizia ha parlato di «punto di non ritorno» invocando l’istituzione di una commissione d’inchiesta. Nordio avrebbe anche incontrato Crosetto
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha spiegato che dal suo punto di vista è necessaria una commissione d’inchiesta per chiarire la vicenda del presunto dossieraggio finita sotto la lente d’ingrandimento della procura di Perugia. «Abbiamo raggiunto un punto di non ritorno. A questo punto è necessaria una commissione d'inchiesta».
Nordio ha parlato a margine di un’iniziativa a Milano, raccontando anche di aver incontrato il ministro della Difesa Guido Crosetto – che ha fatto partire l’inchiesta presentando un’esposto dopo un articolo di Domani – con cui avrebbe avuto «un informale scambio di opinioni. «Credo che a questo punto si possa e si debba riflettere sulla necessità dell'istituzione di una Commissione parlamentare d'Inchiesta».
Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto la sua in mattinata, evocando la possibilità che fossero coinvolti anche servizi segreti stranieri. «Non credo che sia un sottufficiale della Finanza il regista di tutta questa operazione di dossieraggio. Forse è stato utilizzato da qualcuno da cui riceveva ordini. Bisogna capire qual è la Cupola: una persona, un gruppo, per quali fini? Pasquale Striano lavorava a contatto stretto con l'antimafia, con l'ex procuratore Cafiero de Raho, ha seguito per lui tante indagini. Bisogna capire chi gli dava gli ordini e a che fine venivano utilizzate informazioni sensibili. Se erano finalizzate a fare un regalo alla stampa forse anche, oppure potevano essere utilizzate da servizi stranieri?»
Sul ruolo di Cafiero De Raho continua a insistere anche il capogruppo di FI al Senato Maurizio Gasparri, che ha definito il ruolo dell’ex magistrato «inopportuno». «Cafiero De Raho, che è nell'ufficio di presidenza di quella Commissione ed è stato anche procuratore nazionale antimafia, ha chiesto di acquisire le relazioni che, all'epoca, ha fatto lui stesso in qualità di procuratore»,
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