- Anche gli estremisti di destra quando vengono interessati da approfondimenti giornalistici e scandali, si chiudono in un comodo e rassicurante silenzio stampa. Ma lo fanno a modo loro, citando la X Mas e richiamando la flottiglia della Repubblica sociale italiana, protagonista di orribili crimini di guerra.
- Il protagonista di questa “originale” e discutibile sortita è Roberto Jonghi Lavarini, detto il “Barone nero”, immortalato nell'inchiesta di Fanpage mentre viene indicato dal parlamentare europeo di Fratelli d’Italia, Carlo Fidanza, come quello che «trova quattro, cinque professionisti che fatturano» in modo da consentire il pagamento black, in nero.
- Gli abbiamo scritto su Whatsapp chiedendogli di spiegare le sue parole. Lavarini, candidato non eletto alle politiche per il partito di Giorgia Meloni, ha risposto con la sua foto in cui si dice in «silenzio stampa». Ma poi non resiste e mentre annuncia comunicati ufficiali e confronti con avvocati, si lascia andare e prova a spiegare.
Fascisti, nostalgici, camerati, ma silenti. Anche gli estremisti di destra quando vengono interessati da approfondimenti giornalistici e scandali, si chiudono in un comodo e rassicurante silenzio stampa. Ma lo fanno a modo loro, citando la X Mas e richiamando la flottiglia della Repubblica sociale italiana, protagonista di orribili crimini di guerra.
Il protagonista di questa “originale” e discutibile sortita è Roberto Jonghi Lavarini, detto il “Barone nero”, immortalato nell'inchiesta di Fanpage mentre viene indicato dal parlamentare europeo di Fratelli d’Italia, Carlo Fidanza, come quello che «trova quattro, cinque professionisti che fatturano» in modo da consentire il pagamento black, in nero. Lo stesso barone, nostalgico del duce il cui busto aveva esposto sulla scrivania, parla di «lavatrici» per finanziare la campagna elettorale. Un meccanismo semplice per far entrare soldi in nero e farli usciti clean, puliti. Così abbiamo provato a chiamarlo, ma il barone, condannato a due anni per apologia di fascismo, non ha risposto.
Gli abbiamo scritto su Whatsapp chiedendogli di spiegare le sue parole. Lavarini, candidato non eletto alle politiche per il partito di Giorgia Meloni, ha risposto con la sua foto. All'altezza del bocca si legge «silenzio stampa» e tra le mani stringe un calendario con questa citazione: «Le stelle brillano soltanto in notte oscura». Un chiaro riferimento alla X Mas, la flottiglia della Rsi, impegnata, tra il 1943 e il 1945, nel contrasto agli alleati e ai partigiani, protagonista di nefandezze e orrori di guerra.
Così gli abbiamo posto una serie di domande superando, in parte, il suo muro di gomma. Le lavatrici alle quali fa riferimento sono organizzate o millantate? I commercialisti esistono o no? Lei è pentito di questa offerta di pagamenti in nero?
A questo punto il Barone non resiste e mentre annuncia comunicati ufficiali e confronti con avvocati, si lascia andare e prova a spiegare: «Tanto rumore per nulla, tanto fumo e niente arrosto. Solo battute, millanterie e goliardate da bar. È un chiaro, provocatorio e strumentale attacco politico alla destra e al centrodestra, a due giorni dal voto», dice. Una difesa tipica degli uomini dei partiti di sistema.
Abbiamo ricordato al barone che la sua frase è un rimando alla X Mas, riferimento pesante a una storia che la Costituzione e la Resistenza hanno cancellato. Così gli abbiamo lasciato alcune domande. È rammaricato di aver messo nei guai Fidanza? E voi legge e ordine non dovreste ripudiare ogni forma di evasione anche fiscale? Il Barone, al momento, tace e aspetta gli avvocati.
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