- Il comune guidato da Brugnaro ha cambiato la destinazione d’uso dei terreni del titolare del ristorante dove si incontravano Chisso e Galan per discutere degli appalti e delle tangenti del Mose.
- Solo diciotto domande su cento sono state adottate dalla giunta, due erano di Giovanni Zanon, amico di Chisso da quarant’anni, che ora può costruire un albergo.
- Proprio quella variante, che modificava anche il valore dei terreni della squadra di basket di Brugnaro, sarà discussa nel consiglio comunale straordinario sui conflitti di interesse del sindaco.
Il 13 dicembre 2019 la giunta di Luigi Brugnaro, sindaco imprenditore di Venezia, ha proposto al consiglio comunale una corposa variante ai piani di intervento urbanistico della città.
Domani ha raccontato come quella variante, la numero 49, proposta dalla giunta e poi approvata dal consiglio comunale nel luglio 2020, sia stata un vero affare per la squadra di basket del sindaco: con il cambio di destinazione d’uso di un terreno acquistato appena dieci giorni prima, il valore della proprietà della Reyer è aumentata fino a tre milioni di euro.
Ma c’è un altro beneficiario di quella variante che può ritenersi anche più soddisfatto: si chiama Giovanni Zanon ed è il titolare della Trattoria da Ugo. Il locale è celebre a Venezia perché luogo frequentato dai politici, soprattutto di centrodestra, e fuori da Venezia, perché è lì che la Guardia di finanza che ha indagato sulla corruzione sugli appalti del Mose aveva messo cimici e telecamere per registrare gli incontri degli indagati come l’ex presidente della regione Veneto, Giancarlo Galan, e l’ex assessore ai lavori pubblici Renato Chisso che del titolare della trattoria è amico da quarant’anni.
Finita la tempesta del Mose, conclusasi con il patteggiamento di condanne brevi per alcuni dei principali protagonisti, è tutto tornato quasi come prima. Chisso che per quell’inchiesta ha patteggiato due anni e sei mesi di condanna e si è visto anche condannare a risarcire 5milioni di euro di danni di immagine alla regione Veneto, continua a frequentare il ristorante dell’amico da anni, così come fanno altri politici, come l’attuale assessore alle infrastrutture del comune veneziano, Renato Boraso.
A febbraio 2020, a festeggiare i cinquant’anni della attività della trattoria, secondo il racconto della Nuova Venezia, era presente una folta schiera di politici, oltre ai frequentatori più abituali come Chisso e Boraso, anche il ministro Renato Brunetta, il sindaco Brugnaro, il capo di gabinetto Morris Ceron, ex magazziniere della squadra del sindaco e oggi direttore generale del comune, ma anche il questore e il comandante dei carabinieri.
Dì li a poco il consiglio comunale di Venezia avrebbe approvato la variante proposta dalla giunta capace di coronare i sogni del titolare del ristorante, offrendo a Zanon finalmente la possibilità di costruire un albergo in un terreno pagato a poco prezzo.
Meno di uno su cinque
Il ristoratore ha avuto molta fortuna: le domande di varianti arrivate al comune di Venezia sono state duecento, di cui solo la metà, un centinaio sono state ritenute procedibili. Di queste cento, poi, soltanto diciotto, meno di una su cinque, sono state ritenute prioritarie perché di beneficio pubblico, quella sui terreni appena acquistati dalla squadra del sindaco era tra queste. Zanon però è stato premiato due volte: due tra le diciotto varianti appropriate sono su terreni riconducibili alla sua società.
Il primo è proprio vicino al locale della “banda del Mose”. L’area dove invece dovrebbe sorgere l’albergo si trova a qualche centinaio di metri di distanza.
In origine era un terreno adibito in parte a verde privato, quindi con un tasso di edificabilità molto basso, in parte a verde pubblico e in parte a terreno agricolo.
«Struttura ricettiva»
Zanon era riuscito ad acquisire praticamente un terzo dell’area, circa 4.200 metri sul totale attuale di 14.600 metri quadri, aggiudicandosi un terreno venduto all’asta dal comune tramite un piano di privatizzazioni di «beni di valore inferiori ai 30 mila euro». All’asta, da quello che risulta a Domani, Zanon è stato l’unico partecipante e si è aggiudicato quindi l’area alla base d’asta di sette euro a metro quadro, un prezzo irrisorio.
Secondo quanto risulta a Domani, poi, nel 2019 Zanon aveva presentato una prima richiesta di costruire, con un indice di edificabilità, però, regolato dal piano di casa e quindi molto più basso di quello concessogli ora attraverso la variante, proposta a pochi mesi di distanza da quella bocciatura.
Oggi secondo i documenti consultati è previsto che su oltre quattromila metri quadrati di quel terreno possa sorgere una «struttura ricettiva» con «un posto macchina per ogni camera». Insomma, agli amici politici Zanon potrà presto offrire non solo tavoli e cene, ma comode camere d’albergo.
Il valore del terreno viene così rivalutato, arrivando secondo gli esperti fino a cento euro al metro quadro. Una plusvalenza maggiore di quella ottenuta dalla stessa squadra del sindaco.
Consiglio straordinario
Un’altra vicenda che si candida a essere discussa nel consiglio comunale straordinario convocato oggi nel capoluogo veneto, dopo le inchieste di questo giornale e del Tempo sui conflitti di interesse del sindaco. All’ordine del giorno, infatti, c’è proprio la variante urbanistica 49 che di cui ha beneficiato la Reyer con una plusvalenza che può toccare i tre milioni di euro. Ma anche il groviglio di conflitti di interessi attorno alle partecipate del comune, gli appalti ai privati del trasporto pubblico, il piano della mobilità Venezia 2030 che trasforma il terreno della società Porta di Venezia riconducibile a Brugnaro in uno dei principali terminal di ingresso alla città, e ancora la mancata trasparenza sui finanziamenti alla campagna elettorale segnalata all’unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia.
A chiedere la riunione straordinaria sono state tutte le opposizioni unite il 30 settembre scorso, mentre diverse interrogazioni parlamentari, l’ultima presentata dal senatore Pd, Andrea Ferrazzi, hanno portato il caso in parlamento. Il comune aveva venti giorni per convocare il consiglio, lo ha fatto il ventunesimo.
© Riproduzione riservata