Lo sconto sull’Irpef dovrebbe precipitare come emendamento nel decreto Milleproroghe, ma FdI vorrebbe intervenire anche su burocrazia e normative di settore
Mercoledì saranno sul palco di Sanremo. O forse no. Perché mentre Filippo Goglio, uno dei portavoce di Riscatto agricolo, fa sapere di aver concordato la presenza «con l’ufficio stampa del Festival di Sanremo», l’ufficio stampa della Rai «smentisce categoricamente di aver avuto qualsiasi contatto con gli agricoltori».
Ordinaria follia attorno a una protesta che, col passare dei giorni, diventa sempre più caotica. Il movimento dei trattori ha ufficialmente iniziato il suo “assedio” alla capitale. Una parte di chi protesta, guidata da Danilo Calvani, annuncia un sit-in per la prossima settimana al Circo Massimo. Un’altra, che fa riferimento a Riscatto agricolo, ha invece detto che venerdì sarà in piazza San Giovanni.
All’Aquila, un gruppo di manifestanti ha cercato di incontrare la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, attesa a un evento con il presidente della regione, Marco Marsilio. Tentativo vano.
Lei, dal palco, ha comunque spiegato che gli agricoltori «sono stati difesi da questo governo ben prima che scendessero in piazza». Un modo per provare ad abbassare il livello della tensione ma anche per ricordare a Matteo Salvini, che in questi giorni ha provato a usare la protesta in chiave anti Fratelli d’Italia, che non può far finta di essere all’opposizione.
Lo scontro normativo
Al momento la Lega, attraverso il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, continua a chiedere il ripristino dello sconto sull’Irpef. Un emendamento in tal senso dovrebbe precipitare nel decreto Milleproroghe, ma i tecnici lo stanno ancora elaborando.
Una soluzione che però, secondo i meloniani, non risolve i problemi dei piccoli imprenditori, che rappresentano la maggior parte dei manifestanti che stanno scendendo in piazza. Fratelli d’Italia vorrebbe puntare piuttosto su uno snellimento della burocrazia che grava sugli agricoltori: «Dobbiamo ridurre i costi per chi produce», è il ragionamento.
E poi favorire il consumo dei prodotti italiani, sia da parte delle aziende che li sfruttano per trasformarli ulteriormente, sia da parte dei consumatori finali, magari con un nuovo sistema di etichettatura.
La certezza, dalle parti di via della Scrofa, è che la Lega non può permettersi di tirare troppo la corda. «A meno che non cerchino l’escalation. Ma a quel punto vogliono davvero rischiare il voto? Non credo che gli convenga» dice un dirigente di primo piano del partito di Meloni.
Le proteste sul territorio
Intanto le mobilitazioni continuano per tutta la penisola: dal corteo di Aosta al presidio statico di Jesi, dove sono stati organizzati anche banchetti di cibo, fino ad arrivare a Cosenza. In Calabria, il presidente Roberto Occhiuto (Forza Italia) ha incontrato i manifestanti offrendosi di mettere in piedi un tavolo regione-agricoltori. Altri cortei hanno bloccato il traffico anche in Molise e nel foggiano.
Fronte del treno
Nel frattempo, forse nel timore di vedersi scippare la battaglia sugli agricoltori, Salvini ha deciso di aprire un altro fronte. Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti non sembra aver gradito il treno charter per Sanremo che domenica scorsa ha portato al Festival i vertici Rai.
Fonti del Mit fanno sapere che Salvini ha appreso «con grande stupore» dell’accordo tra Rai, Rai Pubblicità e Trenitalia «per la promozione rispettivamente del 74esimo festival di Sanremo e del servizio ferroviario Frecciarossa. Posta la libertà commerciale di stipulare contratti, desta perplessità un accordo che ha totalmente bypassato il ministero nonostante le implicazioni sulla circolazione ferroviaria e il diverso trattamento rispetto ad altri viaggiatori. Sono quindi stati chiesti i contenuti del contratto, per esaminarne l’utilità sotto ogni profilo».
Sullo sfondo, oltre a una velata polemica nei confronti della Rai meloniana, c’è sicuramente anche la partita delle imminenti nomine di viale Mazzini e di Ferrovie. Partita che, ovviamente, vede su fronti contrapposti Lega e FdI.
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