Il programma era in odore di cancellazione da una settimana, dopo che inizialmente l’ad Roberto Sergio aveva spiegato che non si sarebbe fatto trascinare dalla pressione mediatica. Il conduttore non sarà sostituito, ma il programma che lo precede, I fatti vostri, si riprenderà i cinque minuti che erano saltati dalla programmazione
La Rai non manderà in onda la striscia quotidiana di cinque minuti I Facci vostri, inizialmente annunciata per settembre, dopo le polemiche per l'articolo sulla vicenda di La Russa jr scritto da Filippo Facci, che l'avrebbe dovuta condurre.
Lo ha deciso - informa una nota di Viale Mazzini - l'amministratore delegato Roberto Sergio, informata la presidente Marinella Soldi, d'intesa con il direttore dell'Approfondimento Paolo Corsini e, per i profili di sua competenza, il direttore generale Giampaolo Rossi. Lo spazio in palinsesto verrà coperto dal prolungamento del programma del mattino di Rai 2 I fatti vostri.
Tra i primi a commentare la notizia, la presidente della commissione di Vigilanza Barbara Floridia. «Esprimo soddisfazione per la decisione della Rai che ha ufficializzato la cancellazione della striscia di Filippo Facci dai propri palinsesti. Si tratta di un messaggio importante e positivo che l'azienda manda all'opinione pubblica anche visto l'impatto che la vicenda ha avuto e su cui io stessa ho ritenuto di prendere posizione nei giorni scorsi. Il rispetto per le persone, la parità di genere e la lotta al sessismo sono principi che vengono prima di ogni altra cosa e su cui la Rai non poteva e non può derogare in nessun caso» ha detto l’esponente del Movimento 5 stelle.
Soddisfazione anche dal Pd, primo a combattere questa battaglia con prese di posizioni e interrogazioni all’indirizzo dei vertici Rai. «Bene hanno fatto perciò i vertici di viale Mazzini ad ascoltare la nostra richiesta. La Rai è l'industria culturale e informativa più importante del nostro Paese. È un bene di tutti. Difenderemo sempre l'Articolo 21 della Costituzione e chiederemo ai vertici della Rai di garantire il pluralismo editoriale e delle prossime nomine, a completamento delle direzioni di genere e di testate. Il servizio pubblico è per i governati e non per i governanti» ha detto Sandro Ruotolo, responsabile Informazione dem.
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